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Frecciarossa 1000 a Bari, il viaggio inaugurale nel 'Mennea day'

Il viaggio inaugurale del Frecciarossa 1000, per presentare il treno veloce intitolato a Pietro Mennea, è stato simbolicamente organizzato in occasione del "Mennea Day", che ogni 12 settembre da qualche anno viene celebrato - nel mondo dell'atletica - per ricordare il campione barlettano nel giorno legato al suo storico record mondiale sui 200m. a Città del Messico (19,72), proprio sulla tratta Bari-Barletta.

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Autorità, parlamentari pugliesi, giornalisti e una folta rappresentanza del Comune di Barletta, guidata dal Sindaco, Pasquale Cascella, sono stati accolti e accompagnati nel trasferimento da Bari alla città di Giuseppe De Nittis, che di treni ne ha dipinti tanti, dall'Amm.re Delegato di Trenitalia, Michele Elia, dai suoi collaboratori e da Manuela Olivieri, moglie di Pietro Mennea.

Il campione, è stato ricordato, era onorato e compiaciuto della possibilità di vedere l suo nome abbinato ad un treno e la cosa gli piaceva molto più che essere immortalato in una statua, lo divertiva il pensiero del riferimento che poteva essere innescato allo sfrecciare nei paesaggi italiani di un treno che testimoniasse dinamicità, velocità e potenza. Come ha ricordato Manuela Olivieri Mennea.

Alle dichiarazioni di protesta e alle declinazioni di inviti per questo viaggio, a causa del mancato inserimento nel percorso del Frecciarossa della tratta Bari-Lecce, era seguita l'acqua sul fuoco lanciata dal coordinatore dei parlamentari pugliesi, Dario Ginefra, con una nota diffusa: "L'inaugurazione odierna del Frecciarossa 1000 Mennea è un segnale di attenzione e di investimento delle Ferrovie dello Stato italiane sulla Puglia, una Puglia che peró non finisce a Bari e che ha nel Salento uno dei suoi motori di crescita culturale, sociale ed economico".

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"Ecco perchè riteniamo che l'utilizzo del Frecciarossa 1000 - aggiungeva Ginefra -  debba riguardare anche Lecce e Taranto. Proseguono i lavori di innovazione tecnologica e infrastrutturale, secondo le nuove provedure introdotte dallo "Sblocca Italia", per la linea ad A/C Napoli-Bari-Lecce-Taranto, che determineranno la progressiva riduzione dei tempi di percorrenza e, con il contributo determinante del Governo nazionale e di quello regionale, si sta sbloccando il progetto di raddoppio della tratta Termoli-Chieuti propedeutico alla velocizzazione della dorsale adriatica ferroviaria".

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E poi concludeva: "A breve partiranno i lavori per il nodo ferroviario di Bari e la soddisfazione per l'utilizzo dei Frecciarossa 1000 Mennea, non puó essere piena se non saranno ascoltate le istanze della comunità salentina. Quello di oggi è un segnale importante, ma non esaustivo. Una prima che lascia ancora l'amaro in bocca e che non ci ripaga per tutto il lavoro di collaborazione che l'intera filiera istituzionale del PD Pugliese ha svolto, in questi anni, per sostenere la strategie di sviluppo di Ferrovie dello Stato italiane nella nostra regione".

A gelare gli animi e mettere un punto alla diatriba, che nei giorni scorsi aveva visto protagonista anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che si era detto pronto a integrare con fondi regionali il ripianamento per l'impegno di spesa di Trenitalia, per garantire il servizio fino a Lecce, è stato l'AD Michele Elia: "La coppia di Etr500 Freciarossa, che dal prossimo 20 settembre percorreranno la tratta Bari-Milano in poco più di sei ore, non potrà partire da Lecce nonostante le polemiche che la decisione di Trenitalia ha suscitato tra politici e istituzioni". E forse anche per questo all'evento risultava piuttosto evidente l'assenza di rappresentanti regionali, a partire dal presidente Emiliano.

Michele Elia, prima sollecitato dalle domande della stampa e poi nel suo breve discorso nella stazione di Barletta ha ribadito:"Il treno è impostato su Bari perché il costo del treno non ci consente di arrivare a Lecce. Solo così riusciamo a stare nel servizio".

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Quanto alla proposta della Regione Puglia di farsi carico delle eventuali perdite di Trenitalia fino a Lecce, Elia ha precisato: "Quando qualcuno dice ti pago un servizio a mercato, non lo può fare perché significa dare aiuti di Stato a una impresa. Quindi quella va trasformata in una gara formale in modo che tutti possano partecipare anche se non tutti possono fare quel servizio. Ma va impostato in maniera trasparente dall'inizio". "Secondo me - ha concluso - è un problema più di ministero e di Autorità di regolamentazione. Ma comunque stiamo lavorando per poter tener nei tempi e nella prestazione questi treni qua fino a Lecce".

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Ci ha pensato Pasquale Cascella, sindaco di Barletta (Il discorso integrale è qui riportato a parte), a ristabilire gli equilibri e a riprendere la bandiera delle aspirazioni e ambizioni territoriali del Sud in genere e della Puglia in particolare, per evidenziare le criticità persistenti: " Per rispetto della verità, prima ancora che per onestà politica ed intellettuale, non possiamo - non ancora almeno - chiamare "freccia del Sud" il treno che pure richiama i primati di velocità di Pietro Mennea: certo, abbiamo sentito anche noi sibilare la "freccia" in questo viaggio di  testimonianza, ma per molto tempo a venire questo treno non potrà tornare in un Sud ancora privo delle moderne e sempre più indispensabili infrastrutture dell' “alta velocità” e persino dell' “alta capacità”, e in alcuni tratti - come nella vicina Basilicata – addirittura  senza nemmeno linee ordinarie".

Aggiungendo: "Non è indulgere a forzature semplificatorie o a polemiche fini a se stesse se rileviamo che il viaggio appena compiuto da Bari a Barletta, per quanto significativo e suggestivo, costituisce una eccezione, resa possibile da qualche accorgimento tecnico, su una parte della rete ferroviaria, che sconta l’anacronistico ritardo e giustamente ambisce alla normalità almeno dei collegamenti tra le proprie realtà, visto il distacco con il resto del paese. Sappiamo che torneranno in servizio da queste parti, man mano che saranno sostituite dagli ETR 1000, le vecchie "frecce rosse" dismesse dalle altre linee dal Centro al Nord. Ma gli ETR 500 non raggiungeranno nemmeno la punta dello stivale, a Lecce e Taranto, e salteranno anche Barletta. Lo diciamo senza spirito campanilistico, anzi in nome di una progettualità che deve avere una pregnante valenza economica e sociale. Il nostro posto sul mercato - si, sul mercato - a cui legittimamente anche una azienda pubblica deve guardare - vogliamo sia conquistato proprio sul campo della "sfida" tra “domanda” e “offerta”.

 

(gelormini@affaritaliani.it)

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