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Gargano, dalla illegalità diffusa alla cultura della legalità
I commenti di Daniela Marcone, vice presidente Libera, e Raffaele Piemontese, Assessore regionale Puglia, al blitz antimafia in Capitanata: 'DecimAzione'.
E’ tempo di fare passi decisivi per innescare un processo virtuoso di ‘esodo’: dall’illegalità diffusa alla cultura della legalità. Cultura della legalità che tutti dovrebbero contribuire a coltivare, coinvolgendo sempre più le comunità locali e sforzandosi - in ogni occasione - di fare in modo che a parlare di mafia garganica o Società foggiana, e di lotta al loro dilagare non siano solo analisti e attori esterni al territorio. Ma diventi tema di confronto e di attenta presa di coscienza tra gli stessi cittadini di Capitanata.
Ecco perché abbiamo voluto date spazio a commenti di protagonisti locali delle istituzioni e della società civile, relativi alla brillante, complessa e articolata indagine ‘DecimAzione’: coordinata da un pool della Direzione Nazionale Antimafia, Dda di Bari e Procura di Foggia e condotta da una task force composta da investigatori Sco, dalle Squadre Mobili di Bari e di Foggia, nonché dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Foggia.
Un’operazione dal nome di radice biblica, adattato ‘taglio’ della filiera malavitosa. La decima, infatti, era la parte del raccolto o del reddito - pagata come tributo - alla classe sacerdotale e poi alla Chiesa o, ancora successivamente, al signore feudale.
“Ritengo che l'operazione Decimabis, letta alla luce di quanto era già emerso con le precedenti operazioni – ha scritto Daniela Marcone, figlia di vittima di mafia e vicepresidente di Libera - evidenzi alcuni dettagli importanti e necessiti di una riflessione attenta e non improvvisata”.
“Oggi, nei vari interventi anche di istituzioni nazionali - ha sottolineato - la parola "batteria", che indica il clan familiare, nucleo tipico della Società foggiana, è stata più volte utilizzata, entrando nella narrazione più esterna al nostro territorio. Così come i nomi delle famiglie appaiate tra loro e contendenti con le altre, sono apparsi in numerosissime pagine di quotidiani e post su facebook”.
“Questo racconto nazionale era già in atto ma, finalmente - ha ribadito Marcone - il sipario si è alzato davvero. Ringrazio i magistrati e gli appartenenti alle forze dell'ordine impegnati nel quotidiano contrasto. Li ringrazio anche per aver descritto il fenomeno al meglio. Il contrasto alle mafie del foggiano è ancor di più una priorità assoluta e di livello nazionale”.
“Ecco perché chi vive a Foggia - ha spiegato Daniela Marcone - è chiamato ancora una volta in causa. Le notizie su questa mafia fanno tremare, essa appare, come è giusto che sia, tremenda, pericolosissima, invasiva. Lo era anche prima, ma noi eravamo "soli" a parlarne, a cercare di far emergere il marcio, il pericolo, il danno. Ora è tempo di uscire tutti dal silenzio, è la rete che amplifica le voci, voci nostre, che ci fanno uscire definitivamente dall'ombra”.
“Perché le operazioni investigative colpiscono i mafiosi, ma a noi tutti - insieme - spetta il compito di ricucire il tessuto sociale messo alla prova, strappato e irrigidito dalle paure. Un tessuto che può diventare la rete che sostiene chi sceglie di denunciare, chi rompe il silenzio delle "regole" imposte dalla mafia. Quella lista di chi subisce l'estorsione del pizzo è troppo lunga, in tanti accettano di pagare una "tassa" criminale”.
“Le motivazioni per cui questo avviene sono tante e non spetta a me puntare il dito. Penso però – ha concluso - che per molti anni la cappa che asfissiava la città non ha incoraggiato la denuncia e il cambiamento culturale necessario a sostenerla. Ora, però, è diverso e tanto altro accadrà per chiarire le trame mafiose. Chi resta indifferente, oggi, non ha più scuse, si rende complice”.
Altrettanto partecipe la dichiarazione a caldo dell’Assessore regionale, Raffaele Piemontese: “Lo smantellamento della centrale mafiosa che comandava la dinamica più odiosa di tutte, quella che vive da parassita sui sacrifici economici di tante imprese, commercianti, artigiani e lavoratori, è una conquista che deve fare gioire tutti i foggiani”.
“Da foggiano e da rappresentante delle istituzioni - ha proseguito Piemontese - esprimo l’orgoglio per il grande risultato raggiunto dalla Procura Nazionale Antimafia, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, dalla Procura della Repubblica di Foggia, dai Carabinieri e dalla Polizia, a cui indirizzo il grazie più sentito”.
“Questa che stanno guidando - ha chiosato - è una lotta di liberazione per tutti noi, che serve a infondere, nelle persone perbene, coraggio, fiducia e spirito di comunità”.
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Foggia, vasto intervento antimafia nella scia dell'operazione DecimAzione