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'I Rosoni di Puglia' il significato simbolico e identitario
21 giugno 2021 giorno del solstizio d’estate, la Compagnia degli Exsultanti, col plauso della Regione Puglia, ha lanciato "I Rosoni di Puglia" candidati UNESCO.
di Michele Cassano
Il 21 giugno 2021 nel giorno del solstizio d’estate, la Compagnia degli Exsultanti, con il plauso e il sostegno della Regione Puglia, ha presentato nel corso di una conferenza stampa, la candidatura per far diventare patrimonio dell’Unesco i Rosoni delle Chiese di Puglia. La presentazione si è tenuta in Piazza Odegitria a Bari, la piazza antistante la Cattedrale che prende il nome della Madonna che si venera nella chiesa madre della diocesi di Bari.Bitonto.
Sicuramente viaggiando per la nostra bellissima regione a tutti sarà capitato di osservare, sulla facciata di una cattedrale o di una chiesa in stile romanico e gotico, questo elemento decorativo a forma circolare che è chiamato rosone.
Il rosone è associato al simbolismo del Sole in quanto portatore di Luce. Il termine è un riferimento al fiore della rosa, fiore sacro legato alla Madonna. Queste sculture, vi sono anche rosoni fatti a vetrata, o come mosaico sul pavimento - come quello della Cattedrale di Bari dove è collocato un rosone a 18 petali del XIII secolo commissionato dal Vescovo Landolfo (questi è illuminato alle ore 17,10 circa, nel giorno del solstizio d’estate, dalla proiezione disegnata dai raggi solari che filtrano dal rosone della facciata principale, che ha le stesse dimensioni e petali 18, del rosone pavimentale).
I Rosoni non sono solo un motivo decorativo ma essi assumono anche un significato simbolico. Prima di tutto, non sono tutti uguali ma, se la forma è circolare per tutti, la composizione interna presenta delle diversità, dai più semplici ai più elaborati, tutti comunque per esprimere un messaggio che ritengo sia doveroso, per chi osserva, conoscere il significato.
La prima cosa che si nota osservandolo, è che il rosone ha la forma di un cerchio, una ruota con raggi che si dipartono dal suo centro. Questo rileva come il rosone sia in stretta relazione con la figura del cerchio che, come linea senza inizio e senza fine, è simbolo di Dio che, unitamente alla ruota, rappresentano l’eternità, il continuo divenire. La facciata dove il rosone è inserito rappresenta il quadrato: abbiamo così, nel cerchio la rappresentazione del mondo divino, mentre nel quadrato vi è il mondo terrestre. E qui andrebbero esaminati il significato dei numeri tre e quattro.
Nel rosone troviamo il mistero dell’Incarnazione: Gesù come vero Dio nel cerchio, e come vero uomo nel quadrato, per far salva tutta la creazione. Vari sono i tipi di rosone, quelli a sei petali richiamano i giorni dell’opera della creazione; il monogramma di Cristo, composto dalle lettere greche X e P, che forma un segno a sei bracci e simboleggia la potenza di Cristo.
Il rosone a sette petali rappresenta la sacralità, il tre unito al quattro, i sette doni dello Spirito Santo, i sette Sacramenti, le sette virtù, tre teologali e quattro cardinali. Se presenta otto petali, indica l’ottavo giorno della creazione, cioè il nuovo creato che inizia con la resurrezione di Gesù, è il numero della rinascita attraverso il battesimo, della resurrezione, della vita eterna, della rigenerazione, delle otto beatitudini.
Dodici petali sono il simbolo dei dodici Apostoli, Gerusalemme, la città celeste, è caratterizzata sempre da questo numero, dodici sono le ore del giorno e della notte, i segni zodiacali, i mesi in un anno.
La Cattedrale di Bari ha tre rosoni meravigliosi: uno posizionato a nord, uno a sud, e uno a 18 petali di cui parlavo prima, posizionato ad ovest dove il sole tramonta. Probabilmente il numero 18 rappresenterebbe proprio Cristo, come sostiene Gennaro Capriati (insegnante di matematica e fisica) in un suo studio sui possibili significati cristologici di quello che avviene il giorno del solstizio d'estate nella Cattedrale (studio riportato in appendice del mio lavoro "La Cattedrale di Bari tra luce cielo e terra" edito da Gelsorosso nel 2020); il professore giunge a tale conclusione rifacendosi alla ghematria, un'attività della mistica ebraica consistente sostanzialmente un insieme di regole aritmetiche, mediante le quali si associa un numero ad ogni parola.
Ovviamente ogni rosone andrebbe esaminato con attenzione, per rilevare ogni aspetto rappresentato e dare un significato simbolico compiuto a tutta l’opera. L’articolo non vuole certo essere esaustivo, perché molto altro ci sarebbe da aggiungere, se tuttavia questo articolo avrà raggiunto lo scopo di incuriosire i lettori su un manufatto che spesso osserviamo, magari distrattamente, sarò contento.
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Pubblicato in precedenza: 'I Rosoni di Puglia', Acquaviva delle Fonti: 'La controra'
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