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Il centrosinistra in Puglia e le crepe con Renzi e Calenda
Le fibrillazioni nel centrosinistra pugliese e le crepe annunciate da Matteo Renzi e Carlo Calenda.
La doccia fredda è arrivata. Sì, certo era nell’aria e per certi versi anche attesa - date le avvisaglie già diffuse da Carlo Calenda prima della domenica delle Primarie in Puglia - ma quando il getto d’acqua arriva fa sempre un certo effetto. Matteo Renzi e Teresa Bellanova fanno sapere che per le Regionali ci sarà un loro candidato “anti-Emiliano”, dando forma ed evidenza alle crepe ben presenti nel centrosinistra e a quella che più volte è stata definita la sindrome Tafazzi.
A poco sono servite le esortazioni del presidente del consiglio Regionale pugliese, Mario Loizzo, che all’indomani delle Primarie aveva dichiarato: “La considerevole partecipazione dei pugliesi alle primarie del centrosinistra ha rappresentato un messaggio di fiducia e di consapevolezza, che sarebbe sbagliato sottovalutare. Il massiccio successo di Michele Emiliano è in realtà il successo di una intera comunità politica, che vuole battersi affinché la Puglia non ritorni al passato”.
“Si tratta di un’evidente prova di democrazia - continuava Loizzo - con la quale il popolo del centrosinistra ha deciso di scegliere il suo candidato al di fuori delle logiche estranee agli interessi della Puglia, come sta avvenendo per altri, accettando una sfida difficile in termini non puramente difensivi ma propositivi”.
“Compito di tutti i protagonisti in campo - aveva poi aggiunto - è ora quello di costruire un percorso partecipato che, partendo dal rilancio dell’attività di governo di questi ultimi mesi, sappia mettere in campo un programma all’altezza delle aspettative di una Regione che in questi anni, nonostante le tante criticità registrate, si è rivelata una delle più attrattive sullo scenario nazionale e oltre”.
Concludendo: “La cultura dell’unità e la fiducia nella nostra gente, debbono spingere a recuperare l’autostima necessaria di una classe dirigente che ha saputo trasformare la Puglia, allo scopo di superare contrasti e diffidenze, in modo che tutti i protagonisti della società civile e dei movimenti organizzati, mettano a fattor comune la loro storia e la loro esperienza per il futuro della Puglia”.
Alle parole di Loizzo avevavo fatto eco quelle di Michele Emiliano stesso: “Dopo le primarie del 12 gennaio non abbiamo paura di niente. Abbiamo dato vita ancora una volta a una giornata dedicata alla bellezza della politica. Non sono sorpreso che qualcuno non si senta parte di questa comunità. Lo sapevo da tempo e per questo avevo voluto a tutti i costi le primarie, nonostante fossi il presidente uscente, per impedire alle nostre divisioni umane di prevalere sull’unità di questa comunità”.
“Una forza che si esprime nell’unità di migliaia di persone che hanno partecipato alle primarie, nei sindaci che governano le nostre città, nelle piazze che si mobilitano contro la mafia, nei giovani che sfilano per difendere l’ambiente, nella marea di sardine che dicono no alla cultura leghista e razzista. Noi andremo avanti con il contributo di tutti i pugliesi, perché la Puglia non può essere fermata da niente e da nessuno. Rimaniamo aperti al mondo e alle persone che amano questa regione”.
Meno di 48ore dopo è arrivato l’annuncio di Italia Viva, con il corollario di alcune altre in scia, come quella di Benedetto Della Vedova (+Europa), che ha provocato l’immediata reazione di Alfonso Pisicchio di Senso Civico - Un Nuovo Ulivo per la Puglia: “Leggo in queste ore di posizioni terzaforziste, in vista delle Regionali in Puglia, avanzate dal segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. Movimento con cui a maggio scorso ho, insieme ad altre forze politiche, composto una lista per le Europee raccogliendo, in piena autonomia, circa 21mila preferenze. Desidero, allora, ribadire - ha sottolineato Pisicchio - ciò che è già evidente: il segretario di Più Europa nel momento in cui dichiara di appoggiare Renzi nella scelta di un candidato alternativo per la Puglia, lo fa parlando a titolo personale e per la forza che rappresenta. Io come tanti altri amici di centrosinistra siamo invece convintamente a sostegno della candidatura a presidente di Michele Emiliano. Figura che incarna sensibilità democratica e meridionalista. Altre candidature a sinistra, una volta concluse le primarie, sono alquanto tardive e fuori luogo”.
Anche il presidente della Commissione Sanità, Pino Romano, in una nota diffusa ha ribadito: “Uno dei motivi per cui ho manifestato, sin dal primo momento, le mie perplessità sull’utilizzo, in questa occasione, dello strumento delle elezioni primarie era proprio quello di non mettere in discussione il lavoro che il centro sinistra ha svolto in questi anni alla guida della Regione Puglia. Era ed è evidente che spetta a chi ha avviato tanti processi di cambiamento portarli a compimento e quindi non si sarebbe dovuto mettere in discussione la ricandidatura di Michele Emiliano”.
“A questo si aggiungano i veleni - ha rilevato Romano - che inevitabilmente contraddistinguono anche una competizione di primo livello, come le primarie, ed il quadro è completo. Dalle urne, però, è venuto fuori uno scenario molto ben definito. Il centro sinistra, nonostante il calo, ha portato pur sempre 80.000 persone a votare e la scelta di Emiliano è stata chiarissima anche in termini numerici”.
“Sentire commenti come quelli di Matteo Renzi e di Carlo Calenda - bacchetta Romano - fa pensare che i sostenitori della politica finalizzata allo “sfascio” sono ancora tanti. Renzi annuncia la candidatura di un proprio Presidente per la Puglia, mentre Calenda (dopo aver sostenuto un candidato nelle primarie), adesso paventa addirittura la possibilità di far votare il candidato del centro destra (e fa il nome di Fitto)”.
“Tutto questo – fa notare Romano - può essere ricondotto ad un unico obiettivo: quello di svendere la Puglia alla Lega di Matteo Salvini, vanificando quanto di buono le giunte Vendola ed Emiliano hanno fatto in questi anni. Un suicidio inaccettabile, figlio di un tempo in cui certa politica ormai è poco seria e quindi poco credibile agli occhi degli elettori. Un motivo in più per mettere da parte riserve e pigrizie e per sostenere in maniera convinta Michele Emiliano. Ed in effetti, è ciò che faremo noi di Senso Civico - un Nuovo Ulivo in ogni angolo della Puglia”.
Altra voce che si leva dal centrosinistra è quella del deputato barese, Alberto Losacco, che in altra nota scrive: “Faccio fatica a comprendere la decisione di Italia Viva di candidarsi al di fuori della coalizione di centrosinistra. Spero di ci ripensino, anche per rispetto agli elettori di centrosinistra e della stessa Italia Viva che hanno votato alle primarie e che non vogliono che la Puglia venga consegnata alla destra.”
“Con la soglia di sbarramento, Italia Viva non riuscirà ad avere neppure una sua rappresentanza in consiglio regionale. Inoltre, se c’era una così forte diversità di vedute da Emiliano, perché non contrapporre un candidato alle primarie? Era quella la sede politicamente opportuna per esprimere il proprio dissenso, attraverso un confronto sano, aperto e sottoposto al giudizio dei nostri elettori. Dispiace dirlo, ma questa decisione appare solo il frutto di una vicenda personalistica, dove a pagare il prezzo rischiano d’essere la Puglia e i pugliesi”.
"Il mio augurio - conclude Losacco - è che da parte di IV ci sia un ripensamento. Le prossime elezioni sono troppo delicate per rompere l’unità della coalizione. Dividersi sarebbe un errore madornale. Non possiamo assolutamente permettercelo”.
Nel frattempo in Consiglio Regionale manca ancora il numero legale e dal gruppo regionale di Forza Italia arriva la denuncia: “Per ben due volte manca in aula il numero legale e il Presidente del Consiglio Regionale è costretto a sciogliere la seduta. Un andazzo che mostra tutta la confusione - stigmatizzano i consiglieri Marmo, Damascelli, Franzoso e Gatta - e il disfacimento di una maggioranza in piena crisi. In pratica, da mesi l’attività della legislatura è bloccata per i dissapori e i contrasti nel centro-sinistra pugliese”.
“D’altronde - continuano - gli avvenimenti e le dichiarazioni delle ultime ore confermano il disordine che regna in quella parte politica. Le primarie sono state un autentico flop dal risultato scontato già ad urne chiuse, Calenda annuncia che voterà Fitto, Italia Viva presenterà un proprio candidato a disturbo della candidatura Emiliano. Mal di pancia e disaccordi che purtroppo si ripercuotono sull’attività del Consiglio Regionale, a danno dei pugliesi i quali, invece, aspettano, provvedimenti importanti ed urgenti in una fase congiunturale di assoluta gravità. Ma questa maggioranza sembra non tenere in alcun conto le legittime esigenze dei cittadini, mentre la Puglia soffre sempre di più in ogni settore”.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Primarie del Centrosinistra in Puglia. Sfidanti, disertori e battitori liberi