PugliaItalia
Il fazzoletto multitasking del Mezzogiorno
Mario Ciancio Sanfilippo, proprietario de 'La Gazzetta del Mezzogiorno', manifesta l'intenzione di mettere in liquidazione il giornale pugliese.
Amara e riprovevole l’immagine con cui si chiude uno degli editoriali più inquietanti sulla vicenda de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’: quella del proprio editore che - nell’annunciare l’intenzione di mettere in liquidazione il giornale - dà la chiara impressione di volerlo gettar via ‘come un fazzoletto usato’.
Ancor più ripugnante, se immaginiamo il gesto sdegnoso, addirittura dopo averci soffiato il naso. E’ vero, il giornale è di carta ma da tempo La Gazzetta del Mezzogiorno non è più ‘solo di carta’. Non la si sfoglia più - a casa, al bar o in ufficio - solo portando l’indice alla bocca, per inumidirlo e facilitare la presa nel ‘voltare pagina’.
Da tempo, nonostante la miopia del suo stesso editore - Ciancio Sanfilippo - ne avesse tarpato le ambizioni insite nella sua testata, ovvero di organo d’informazione dell’intero Mezzogiorno d’Italia (sconvolgente la perla della chiusura della Redazione di Matera nell'anno in cui la città è stata Capitale Europea della Cultura), il giornale era il lenzuolo quotidiano sotto una coperta stretta, che non riusciva ad abbracciare altro che non fossero le provincie di Puglia e Basilicata.
La federa di un cuscino, che accompagnava il sonno e dava profondità ai sogni, dei tanti lettori sparsi nei borghi più nascosti di questo Sud subappennico. Tenda o tappeto volante per molte programmazioni, che altrimenti sarebbero rimaste nei confini più limitati della prossimità. Ma anche mantello per osare o muleta per stimolare.
Certo, c’è stato e continuerà ad esserci chi con le sue pagine ci avvolge dei fiori, la frutta o la verdura; e chi ancora conterà sui residui ammoniacali dei loro inchiostri per rendere più brillante la pulizia dei vetri: siano essi di vetrine commerciali, di parabrezza automobilistici o di finestre condominiali. Ma di sicuro non si contano quanti conservano con cura, con orgoglio e con gelosia i ritagli di articoli emozionanti e di foto celebrative del quotidiano più famigliare del Sud.
Quel ‘fazzoletto’, a lungo utilizzato come l’inganno di Jago ad Otello, un gran signore meridiano, Giuseppe Giacovazzo, ne fece dichiarazione d’amore per la Puglia e la Basilicata e ‘cuore’ di una passione che non riusciva ad essere contenuta tra quei fogli non ancora in formato ‘tabloid’.
Qual fazzoletto oggi può diventare ‘pochette’, da esibire con eleganza e foulard per nobilitare nuovi sguardi e rinnovate prospettive su un Mediterraneo indubbiamente più vivace, più intraprendente e decisamente più multietnico.
In definitiva, uno stendardo da esibire sulle rotte di un’informazione più incisiva e più libera da quei legami ambigui e controversi, che ne avevano segnato e caratterizzato il comando ‘uncinato’ della compagine proprietaria siciliana.
Una vera e propria ‘bandiera’ da sventolare con ritrovata serenità, proprio come accade quando a manifestare gioia e felicità sono i consessi plurali di comunità e aggregazioni intergenerazionali. La piattaforma diffusa su cui esercitare dialogo, confronto e integrazione sociale.
Se solo un moto diffuso d’Amor loci riuscisse a trasformarsi in autentico e reale Genius loci!
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Crisi Gazzetta del Mezzogiorno Emiliano sollecita il Governo