PugliaItalia

Il quorum non c'è. Emiliano
perde ai punti, ma in Basilicata...

Antonio V. Gelormini

Il quorum non è stato raggiunto. La campagna per l'astensione dal voto ha la meglio e l'affluenza alle urne non va oltre il 32,16%. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, incassa il risultato e punta il dito sui promotori dei referendum "abrogativi" e in particolare, senza citarlo naturalmente, sul presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

REF EMILIANO RENZI Bari
 

Ne avrebbe fatta una questione personale - a detta del Premier - mentre sarebbero state in gioco migliaia di posti di lavoro e si sarebbero spesi 300milioni di euro, che altrimenti potevano essere destinati in settori decisamente più bisognosi.

Dichiarazioni e reazioni daranno il via a una serie di analisi politiche, che avranno - senza dubbio - ripercussioni non solo sull'immediato dopo referendum trivelle, ma anche e soprattutto sui prossimi appuntamenti amministrativi e sul prossimo referendum sulla riforma della Costituzione, che a ottobre - in quanto "confermativo" - non avrà bisogno di quorum.

Trivelle metano
 

Un dato su tutti, però, merita di essere preso in considerazione e di essere oggetto di riflessioni più analitiche nei prossimi giorni: il risultato fatto registrare in Basilicata. L'unica regione in cui il quorum sia stato superato (50,32%). L'unica regione che si era sfilata dal pool di regioni promotrici della battaglia refendaria su cinque fronti, quando a "sopravvivere" era stato solo il quesito di quest'ultimo referendum.

La regione maggiormente coinvolta nel "croce e delizia" delle estrazioni petrolifere, e la regione dove si sta consumando l'iniziativa giudiziaria che vede coinvolto uno dei ministri di spicco del governo Renzi e le sue relazioni anomale con frange discusse delle lobbies del petrolio.

REF Renzi2
 
“L’Italia ha parlato: questo referendum è stato respinto. E’ un risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative di tutti gli opinionisti. Ci sono dei vincitori e degli sconfitti. Il governo non è tra i vincitori, ma lo sono i lavoratori, quelli che operano sulle piattaforme. E invece ci sono i soliti politici che hanno perso e che invece diranno di aver vinto. Il messaggio è stato chiaro: bisogna saper perdere”. Sono le dichiarazioni di Matteo Renzi, subito dopo la chiusura delle urne rilasciate in conferenza a Palazzo Chigi.
 
“Chi ha perso ha nome e cognome: sono quei consiglieri e quei pochi governatori regionali che hanno cavalcato il referendum per una conta interna al Pd. Sono loro gli sconfitti” ha aggiunto il premier, che poi ha sottolineato di aver “molto sofferto il fatto di non andare a votare”. “Triste l’esibizione di chi perde e dice di aver vinto” ha aggiunto il segretario del Pd, secondo cui è “falso e ipocrita difendere il mare mettendo in difficoltà qualche piattaforma quando le Regioni per anni si sono disinteressate dei depuratori. La demagogia non paga”. Sulla questione mare e inquinamento, poi, Renzi ha detto anche altro: “Come si fa a parlare di mare quando troppe Regioni non utilizzano i fondi europei per pulire le nostre acque?”
REF Emiliano scheda2
 

Ma poi è andato giù duro, attaccando anche la strategia mediatica dei promotori ‘politici’ del referendum: “Parte della classe dirigente vive solo su Twitter o su Facebook ma l’Italia è più grande – ha aggiunto – Per settimane autorevoli ospiti si sono chiusi nei talk show, gli addetti ai lavori hanno preconizzato crolli”. 

Di tutt'altro parere il governatore della Puglia Michele Emiliano, uno dei promotori della tornata referendaria, nonché alfiere del comitato per il SI': “Sono andate a votare circa 15 milioni di persone. Un successo strepitoso, che impegna il governo a cambiare politica industriale ed energetica”. 
 
Molto dura, invece, la replica del governatore alle allusioni del Premier: "Il presidente del Consiglio non se la può cavare parlando di ragioni personali. Io ho fatto mestieri anche di una certa complessità e non ho mai agito per ragioni personali, ma solo per ragioni istituzionali".
 
"Io non consento a nessuno, neanche a lui - ha aggiunto Emiliano - di trasformare una battaglia di civiltà come quella che abbiamo condotto, in una vicenda ipocrita. E' inaccettabile. Renzi non è mai venuto a sostenermi neppure in campagna elettorale. Evidentemente aveva un lungo progetto su di me".
 
Emiliano ha promesso che il movimento continuerà a battersi contro le trivelle:"15 milioni di votanti, sono gli stessi voti che il Pd ha preso nel suo più grande risultato elettorale, che sono le europee di due anni fa. Il governo dovrà tenerne conto".
 
"Ora si apre il fronte concreto - ha proseguito Emiliano - smontare tutte le piattaforme inutilizzate, sono più di 30, che erano il vero oggetto del referendum di ieri. Eliminare il termine massimo di estrazione consente alle aziende petrolifere di tenere in mare, senza limite, queste piattaforme. E senza spendere il miliardo di euro che serve a smontarle. Le stesse regioni promotrici dei referendum pretenderanno che vengano smontate”.
 
“Il governo avrebbe potuto scegliere l’election day, risparmiando 300 milioni, o darci più tempo per la campagna elettorale”, ha ricordato Piero Lacorazza, presidente del consiglio regionale della Basilicata, replicando alle critiche del Premier. Lacorazza ha sottolineato, però, anche “Il buon risultato di aver portato 14 milioni di italiani al voto" e l fatto che Renzi abbia garantito in conferenza stampa "un cambio di strategia energetica nazionale“.
REF Grillo scheda
 
 
I ringraziamenti di Beppe Grillo vanno a quanti: “Hanno combattuto come milioni di semplici Davide del Mondo Pulito contro i Golia delle lobby del petrolio di Trivellopoli e della disinformazione"
 
"Lo hanno fatto - ha precisato - affrontando 8 mesi di totale disinformazione su questo referendum, con trasmissioni che dichiaravano che si votava solo in 9 Regioni, alle bufale sui ‘posti di lavoro a rischio’ oppure quella che ‘si sono sprecati 300 milioni di euro’, quando è stato il Governo a non volere l’accorpamento con le elezioni amministrative, proprio per evitare di raggiungere il quorum”.
 
E a sentire i senatori pentastellati, “Lo hanno fatto affrontando il vergognoso Governo di Trivellopoli ed un vergognoso ex presidente della Repubblica, che violando la Costituzionesulla quale hanno giurato (“articolo 48: Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”) hanno invitato all’astensione. Invitavano al ‘non voto’ facendo leva, per il mancato raggiungimento del quorum, su quella parte di cittadini che si astengono in maniera “fisiologica” ( ed in questi tempi toccano il 40% dell’elettorato). Il Movimento 5 Stelle – è scritto ancora nella nota – da sempre si batte per l’abolizione del quorum nei referendum, perché negli strumenti di democrazia diretta solo chi partecipa deve contare e decidere”.
 
I prossimi giorni diranno se il cosiddetto "trucchetto Renzi", di nascondere la sua debolezza, sommando il non voto dell’astensionismo degli sfiduciati a chi non è andato a votare per seguire il suo suggerimento, abbia o no funzionato.
 
 
Certo, analizzando i dati  spiccano il 37% del Veneto, il 30% della Lombardia, il 41, 7% della Puglia e il 50, 32 % della Basilicata. E dando una prima occhiata alle percentuali divise per Regione, si nota il diverso coinvolgimento - in particolare al Sud - nella vicenda delle trivelle. Ma ecco nel dettaglio i risultati dell’affluenza per regione: Piemonte 32,73%; Valle D’Aosta 34,02%; Lombardia 30,47%; Trentino - Alto Adige 25,16%; Veneto 37,88%; Friuli-Venezia Giulia 32,15%; Liguria 31,62%; Emilia-Romagna 34,28%; Toscana 30,76%; Umbria 28,43%; Marche 34,75%; Lazio 32,00%; Abruzzo 35,23%; Molise 32,75%; Campania 26,13%; Puglia 41,58%; Basilicata 50,32%; Calabria 26,69%; Sicilia 28,4o%; Sardegna 32,37%.
 
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Anche Matteo Salvini ha commentato con sarcasmo: "Renzi esulta, Napolitano esulta, i petrolieri esultano. Non esultano gli italiani a cui Renzi, non accorpando il Referendum alle altre elezioni, ha fatto sprecare 300 milioni. Io ringrazio i milioni di cittadini che hanno partecipato, alla faccia del silenzio dei “giornalisti” e dell’arroganza di certi politici. Fino ad osare con sosrpresa: “Odio gli indifferenti, scriveva Gramsci nel 1917. Sono d’accordo con lui.”

Nota curiosa: il risultato finale dell'affluenza (32,16%) esprime, anche se con cifre insufficienti, i parametri dinamici del refendum abrogativo: occorreva superare la metà degli aventi diritto al voto , per rendelo valido e 16 è proprio la metà di 32!

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Referendum e mancato quorum: il Buongiorno di Emiliano

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