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Ilva, mancato rientro capitali
S'infiamma la polemica politica
Dopo la sentenza del tribunale di Bellinzona - Svizzera che ha bloccato e negato il rientro dei capitali della famiglia Riva, si moltiplica le difficoltà per il governo Renzi e per il presidente della regio Puglia, Michel Emiliano, sugli interventi decisi per il risanamento e la messa in sicurezza degli impianti e delle aree dell'Ilva a Taranto. E, naturalmente, la polemica politica s'ifiamma.
La nota del Consigliere del Movimento Schittulli-Area Popolare, Luigi Morgante, recita: “La decisione dei giudici del tribunale federale di Bellinzona, che ha negato il rientro di 1,2 miliardi di euro sequestrati alla famiglia Riva, capitale che rappresentava le fondamenta del piano del governo Renzi per salvare e rilanciare l’Ilva di Taranto, rischia di avere ripercussioni drammatiche sul presente e sull’immediato futuro dello stabilimento, della città e della siderurgia italiana".
"Uno stabilimento e un comparto da troppo tempo sprofondati nelle sabbie mobili delle contraddizioni e delle improvvisazioni, della perdita di competitività ormai certificata dai recenti appalti della Tap – le cui gare hanno impietosamente fotografato l’inadeguatezza dell’attuale impianto alle esigenze e alle aspettative di importanti multinazionali - che pure avrebbero potuto rappresentare una significativa boccata d’ossigeno per l’Ilva".
"Né i commissari succedutisi hanno migliorato la situazione, sia sul piano economico (le perdite continuano infatti a essere una voragine sempre più preoccupante) che ambientale, e anche la sicurezza sul lavoro continua a registrare purtroppo falle altrettanto allarmanti. Ecco allora che il Presidente Michele Emiliano, che pure non si è sottratto a un duro confronto col Governo sulla ‘buona scuola’, sul via libera alle trivellazioni nell’Adriatico, sull’approdo finale del metanodotto Tap, deve mostrare altrettanto coraggio nel porre con forza la questione Ilva a livello nazionale: perché la crisi è di un sistema industriale e non di più solo di un impianto specifico, e merita quindi un’attenzione e delle risposte finalmente adeguate, alla luce dello stato attuale e della bomba sociale pronta a esplodere in caso di definitivo collasso dello stabilimento tarantino, considerati i livelli occupazionali e l’indotto"
"La sentenza dei giudici svizzeri non lascia, purtroppo, nessuno spazio a ulteriori tentennamenti, esperimenti, soluzioni tampone rivelatesi fallimentari una dopo l’altra, e inchioda ognuno alle proprie responsabilità. Alle quali non è più possibile sottrarsi”.
A rincarare la dose ci pensa il consigliere M5S tarantino, Marco Galante, che sulla vicenda degli 1,2 miliardi di euro sequestrati ai Riva - che non rientreranno in Italia - afferma: “Eppure non serviva essere dei giuristi di alto livello per capire di quanto remote fossero le possibilità che quei capitali rientrassero dalla Svizzera”
“Si confidava cosi tanto nei soldi svizzeri - precisa - che il Governo aveva inserito nella legge di stabilità del 2016 la possibilità di chiedere alle banche 800 mln, facendo esso stesso da garante. Un ulteriore esborso, oltre ai 400 mln previsti con la legge del 20 marzo, che adesso rimarrà a carico dello Stato e quindi dei cittadini italiani.”
Il consigliere pentastellato parla di “situazione esplosiva” a Taranto e punta il dito contro coloro che in questi mesi “hanno illuso gli operai, le imprese dell’indotto e i cittadini, con ampie rassicurazioni asserendo che la situazione fosse sotto controllo come ammesso dallo stesso Governatore pugliese”. Ed è proprio ad Emiliano che Galante rivolge le accuse più pesanti: “Serve il coraggio di avviare un cambiamento radicale - secondo il pentastellato - un coraggio che Emiliano sta dimostrando di non avere continuando a fare lo stesso gioco di Renzi: vecchie soluzioni non concretizzabili. L’Ilva va chiusa, lo diciamo da sempre solo noi del M5S, l’unico Piano da realizzare è quello che prevede la dismissione degli impianti e la bonifica delle aree.”
Il consigliere Galante si aggrega poi all’appello dell’associazione ambientalista Peacelink di Taranto per chiedere alle Istituzioni responsabili della salute dei tarantini ed in particolare al Sindaco Ippazio Stefàno l’emanazione di un'ordinanza urgente per fermare la cokeria dell'Ilva di Taranto. Secondo i meteorologi il vento che soffierà nei prossimi giorni porterà sulla città un carico di polveri provenienti dall’ILVA: sostanze cancerogene come Pm10 (polveri sottili) e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici).
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Ilva Emiliano scrive a Renzi Minervini: "Serve piano di riserva"
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