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#iorestoacasa, il dopo Coronavirus con Ugo Patroni Griffi - Autorità Portuale
Intervista a Ugo Patroni Griffi - Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli).
In questi giorni, in queste settimane, si sente la necessità di raccontare da dentro il quotidiano della quarantena, dell’#iorestoacasa e di indagare le speranze, le frustrazioni, le ansie e le gioie di chi da diversi mondi sta vivendo - come tutti - l’effetto Codiv-19 Coronavirus.
Una serie di interviste per il Magazine di Radici Future e Affaritaliani.it - Puglia a persone, a personalità, a singoli cittadini ed a chi rappresenta dei mondi nel sociale, per entrare nelle pieghe del quotidiano “segregato” e per provare a intravedere gli scenari al di là della luce in fondo al tunnel.
Abbiamo incontrato Ugo Patroni Griffi, Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale - Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli.
Per un attivo e onnipresente come lei, cosa vuol dire #iorestoacasa e come lo sta vivendo?
In realtà è solo parzialmente vero. I porti sono aperti, e menomale! Oltre il 40% delle merci movimentate in Italia passa dai porti. In questo momento, durante la pandemia, la logistica portuale consente di assicurare il rifornimento di merci essenziali a negozi di alimentari, farmacie, imprese strategiche etc. etc. Assicurare al Paese un battito vitale. L'Autorità lavora a pieno ritmo.
Quasi il 90 % del personale in modalità smart working, e qui la "cura digitale" degli ultimi anni si è dimostrata utile, infatti siamo tra le non molte pubbliche amministrazioni in grado di produrre il 100% degli atti in modalità digitale. Gli uffici però non possono essere chiusi del tutto. La gestione delle banchine e l'operatività dei cinque porti che compongono l'Autorità va assicurata.
Una piccola pattuglia di dirigenti e quadri, soprattutto, è presente in ufficio unitamente al segretario generale. E ovviamente sin quando ci sarà qualcuno in ufficio ci sarò anche io, perchè rappresento l'Istituzione e quindi ritengo importante essere, anche fisicamente, presente.
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I dati sono apocalittici e il fatto che alla fine saranno globali non rasserena affatto: i più deboli avranno sempre più difficoltà ad affrontare qualsiasi china. Per la Puglia si parla di una perdita di fatturato dai 6 ai 13,3 miliardi di €
Una economia di guerra, che impone conseguenti risposte. Se tutto sarà come prima il Paese è spacciato. Se saremo in grado di imparare dai nostri errori ci risolleveremo. E anche velocemente
E’ evidente che una delle chiavi-modello ad essere rivalutate è proprio la forma di impresa attenta al sociale e alle specifiche esigenze delle persone. Cosa vi apprestate a fare, per cogliere al meglio il vento a favore?
Noi siamo attenti alle persone, cerchiamo di creare un ambiente di lavoro il più confortevole possibile e crediamo molto nello spirito di comunità del cluster. Siamo stati i primi ad adottare provvedimenti idonei a dare un po' di fiato agli operatori intuibilmente fiaccati dal rallentamento dell'attività e in alcuni casi (penso a molti concessionari e all'economia che ruota intorno al traffico dei passeggeri) del tutto bloccati.
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Quando se ne uscirà, “Tutto non sarà più come prima”. Lo pensa anche lei? Cosa ci toccherà cambiare?
Il nostro Paese ha molte potenzialità e grandi risorse. Tutte frenate da un apparato burocratico degno di un paese della ex cortina di ferro. Ogni opera, ogni iniziativa, ogni idea innovativa è repressa da una miriade di inutili passaggi, da una teoria di timbri, dal triste rito di pletoriche conferenze di servizi in cui anonimi travet - spesso poco competenti, poco o nulla motivati e ancora più di sovente tremebondi e alla ricerca di uno scudo burocratico-difensivo - ne decidono le sorti.
Questo va cambiato. Non è possibile ancora perdere finanziamenti europei a causa di questi meschini. Non è consentito attendere 15/20 anni per vedere realizzate le opere infrastrutturali di cui ora l'Italia ha bisogno.
Il modello è quello del ponte Morandi da generalizzare per tutte le opere infrastrutturali. Le Autorità portuali hanno in cassa un miliardo di euro da spendere, il moltiplicatore è 2,5, se venisse implementato il modello Genova, o del cosiddetto Sbocca Italia, potremmo iniettare nel Paese un potente rimedio conto il virus della recessione e della decrescita: due miliardi e cinquecento milioni da tradursi velocemente in cantieri e a strettissimo giro in infrastrutture.
Come questo tutto sta cambiando o cambierà anche lei?
Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione. La mia vita è all'insegna del cambiamento. Per deviazione professionale sono portato ad approfondire, apprendere, mettere in discussione ogni pretesa certezza, mettermi insomma in discussione, e sperimentare soluzioni nuove per problemi, evidentemente, anch'essi nuovi.
Penso che questa vicenda cambierà molti, tranne ovviamente gli stolti. Come ha ben detto lo scrittore giapponese Haruki Murakami: “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”.
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato in precedenza: #iorestoacasa il dopo Coronavirus con Damiano Gelsomino - CCIAA Foggia
#iorestoacasa, il dopo Coronavirus con Sergio Fontana - Confindustria Bari-Bat