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Ivan Scalfarotto e il leitmotiv: 'Ci vuole molto coraggio'
L'arrivo a Bari di Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azione) a sostegno della candidatura di Ivan Scalfarotto alla presidenza della Regione Puglia.
La canzone in sottofondo è quella degli Ex-Otago, “Ci vuole molto coraggio”, ed è il mantra ripetuto dal candidato riformista Ivan Scalfarotto, a Bari con Matteo Renzi e Carlo Calenda.
“Un buon motivo per votare Ivan? È l’unico in grado di mettere insieme me e Renzi - ha esordito scherzando il leader di Azione - il nostro movimento non ha una lista in Puglia, ma siamo qui per sostenere la persona di Scalfarotto, perché, al di là dei percorsi diversi, c’è una storia comune e la voglia di restituire priorità alla politica in tempi di populismi contrapposti e tensioni ideologiche”.
Duri gli attacchi dell’ex ministro al governatore pugliese: “Votare Emiliano è scegliere chi si è opposto al Tap, facendo di 211 ulivi da espiantare, conservare e ripiantare un caso nazionale. Oggi quest’opera importante è una boa lontana, otto metri sotto terra, di cui nessuno si accorge più. Eppure Emiliano aveva paragonato questi cantieri ad un campo di concentramento”.
Calenda, che allora era nell’esecutivo Renzi, torna anche sul caso Ilva: “Chi, come Emiliano, fa dodici ricorsi su Ilva e li perde tutti, è anche una “schiappa” di magistrato. È di sinistra far saltare un contratto di 4 miliardi e 200 milioni per rimettere a posto la più grande acciaieria di Europa, salvo poi rinnovare l’accordo con la stessa persona di prima? Oggi, in piena crisi dell’acciaio, è in vigore un patto con Mittal di cui nessuno sa nulla. Tutto ciò mentre l’Europa piomba nella crisi dell’acciaio. E in Puglia si sperperano soldi, come con il bonus matrimonio, perché conta solo dare qualcosa, in stile pochi, maledetti e subito”.
Critiche aspre arrivano anche dall’ex premier del PD: “La strada del voto utile c’era e Azione era con noi: chiedere un passo indietro ad Emiliano e candidare Teresa Bellanova. A chi ci dice che aiutiamo la destra, ricordo che siamo quelli del Job’s Act e di Industria 4.0, a Bruxelles stiamo con chi vota il Recovery Fund e non con chi vuole spaccare l’Europa. Qui invece Casa Pound appoggia Emiliano”.
Il senatore di Italia Viva si rivolge, tra gli altri, a Pier Luigi Lopalco: “Nell’agosto 2017 Emiliano ha incontrato, in consiglio regionale, il movimento no-vax, ribadendo che la nostra legge sull’obbligo nazionale dei vaccini fosse un errore politico e offrendo il supporto legale della Regione ai ricorsi”.
Per Renzi, poi, “La Puglia non può non spendere 142 milioni di fondi europei, risorse che non si possono e non si devono buttare. Ivan è qui per questo, contro gli strumenti del trasformismo più vecchio”.
"Abbiamo percorso venticinquemila chilometri su e giù per la Puglia - ha raccontato Ivan Scalfarotto - incontrando imprese, gente intraprendente e operosa. Qui in Puglia non c’è un assessore all’Agricoltura e non si sanno spendere i fondi comunitari, Emiliano ha ammesso di aver sbagliato la gestione di tre piani del PSR. L’aspetto più grave resta, comunque, la Xylella fastidiosa, che ha devastato un pezzo di Puglia come una bomba atomica”.
“Avremmo dovuto contenerla - ha ammonito Scalfarotto - creando una zona cuscinetto: sarebbe stato impopolare, ma era l’unica cosa da fare per evitare la distruzione, economica e identitaria, di seicentomila ettari e del simbolo della nostra Regione”.
Parole d’ordine del programma di Scalfarotto? Prevenzione e freno all’assistenzialismo: “La Sanità non funziona perché nessuno ci ha messo la testa. Emiliano da cinque anni mantiene la carica di assessore alla sanità. Il presidente dovrebbe essere un direttore d’orchestra, che riesce a fare musica senza suonare strumenti e sceglie strumentisti migliori di lui. Qui, invece, il governatore vuole suonare tutto, anche il triangolo”.
Sul mondo delle imprese, per Scalfarotto “Questa è l’unica Regione che chiede ai grandi investitori internazionali di andare via. Quando gli imprenditori anderebbero attratti e andrebbe stipulato con loro un patto virtuoso, rispettoso dell’ambiente”.
Infine, anche il candidato renziano risponde a chi chiama in causa il voto utile: “Scegliere tra Emiliano e Fitto è scegliere tra la padella e la brace, infatti nessuno dei loro elettori è entusiasta. Ricordiamoci che quando si va a votare si decide non solo chi governerà, ma anche chi ci rappresenterà. Siamo una coalizione piccola ma coesa, che si è accorta che qui manca l’ascolto: di cinquanta consiglieri regionali se ne ripresentano quarantanove. A chi ci dice che vogliamo far perdere la sinistra, domando se è sinistra quella che non riesce ad approvare la doppia preferenza di genere, calendarizzata come ultimo punto all’ordine del giorno in un Consiglio di quarantacinque uomini e cinque donne”.
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Pubblicato sul tema: Salvini, Meloni e Tajani a Bari con Renzi e Calenda, in arrivo Di Maio