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L’Idea di Quagliariello e la fumata nera dell’azzurro Sisto
Bari – L’Idea di centrodestra di Gaetano Quagliariello porta l’acronimo di “identità e azione”: "Non rinnego l'esperienza Ncd che è stata utile al Paese quando rischiava una deriva greca. Ma ora, fatte le riforme, serve una scelta. E se ci si defininisce centrodestra risulta incomprensibile diventare un pezzo di centrosinistra", spiega il senatore dal caffè romano Illy, presentando la sua nuova creatura. Per ora, nessun obbligo di abbandono dei partiti di appartenenza - come per i Radicali - per quanto in molti abbiano già fatto le valigie. Ci sono Carlo Giovanardi, Luigi Compagna, Andrea Augello, Eugenia Roccella, Vincenzo Piso, Renata Bueno e Guglielmo Vaccaro, oltre al pontiere di Italia Unica, Lelio Alfonso. Né sfugge ai cronisti l’occhio vigile dell’ex Ministro Maurizio Gasparri, incuriosito osservatore esterno. Non c’è, invece, il pugliese Francesco Schittulli, nel pomeriggio ospite dell’azzurro modenese Samorì, al battesimo dell’associazione “Italia 2050”.
“Non vogliamo essere un altro partito, perché ce ne sono già troppi e nessuno sente il bisogno di un altro partitino, tantomeno noi”, si affretta a precisare l’ex coordinatore alfaniano, la cui sortita era stata impallinata dal Sottosegretario Massimo Cassano come diretta conseguenza del mancato ingresso del professore nel Governo di Matteo Renzi. E se da un lato l’oncologo Schittulli resta freddo, ribadendo di avere già un proprio Movimento “libero, autonomo e indipendente”, dall’altro conferma al centrista polignanese “stima e amicizia sincera, non strumentale né temporanea”, quasi a voler tornare tra le righe sulle accuse di strumentalizzazione inviate settimane fa all’indirizzo di Raffaele Fitto, con i cui emissari pure tornerà a sedere al tavolo regionale di coalizione: “Le primarie? Solo se regolamentate e fatte da e con persone perbene”, commenta sibillino con Affari.
Nella lunga giornata capitolina, in compenso, è in gioco anche il futuro prossimo di un altro barese di rango: al forzista Francesco Paolo Sisto, infatti, non bastano i 511 voti ottenuti per assurgere alla carica di giudice costituzionale. La fumata nera della votazione parlamentare ne tributa 536 al candidato Pd, Augusto Barbera, e 492 a quello pentastellato, Giovanni Pitruzzella. L’ex presidente della commissione Affari Costituzionali resta il candidato di bandiera dei berlusconiani, con l’ex consigliere comunale del capoluogo Ninni Cea ai box, pronto a prenderne il posto tra gli scranni in caso di promozione. Non prima del prossimo voto utile, in agenda il primo dicembre, s’intende.
(a.bucci1@libero.it)
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Pubblicato sul tema: Ncd, Quagliariello lancia il quarto petalo. Cassano: “Voleva il Ministero”
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