Le domande di ARCAT - Puglia a Dario Stefàno
di Giovanni Aquilino *
Come tutti sanno il web ha reso facile non solo l’informarsi, ma anche il comprendere, il verificare in maniera anche sintetica questioni specifiche e loro contesti per quanto ampi. Grazie al web saperi e discipline, che rimanevano chiusi in testi, stanze, uffici, istituti, università, oggi - in modo olistico - possono essere non solo studiati, ma messi in relazione con tutta una serie di altri saperi ad essi connessi in tutti i sensi.
In breve, per quanto uno si voglia occupare in maniera esclusiva di una particolare questione, non può non prendere in considerazione le sue relative aderenze e interconnessioni positive o negative che siano.
Pertanto, diamo per scontato che il sen. Dario Stefano, che propone una legge per rendere obbligatorio l’insegnamento nelle scuole di primo e di secondo livello della “Storia e civiltà del vino”, oltre agli aspetti legati alla coltivazione dell’uva, alle pratiche e tecniche enologiche, allo studio del marketing, alla raccolta pubblicitaria, all’aumento del commercio e del trasporto della distribuzione, insomma, alla relativa crescita dell’intero indotto economico del settore agricolo-enologico, abbia considerato non solo i "pro" ma anche i "contro" di un tale insegnamento.
Chi governa deve provare ad avere visioni molto più ampie e prospettiche del pur ampio settore di cui si occupa (agricoltura, industria,
E' per questo che ci si chiede: "Ma il Senatore Stèfano si è mai informato sui dati che ogni anni vengono diramati dall’Istituto Superiore di Sanità e ancora di più dall’OMS, circa i danni provocati alla salute dal consumo di bevande alcoliche? Ha mai verificato quali e quanti sono i problemi causati ai giovani e alle loro famiglie dal consumo di bevande alcoliche? Non solo quelli del fine settimana, ma anche quelli delle sere feriali?"
E ancora: "Il sen. Stéfano, a fronte dello sviluppo economico del settore enologico e relativo indotto, ha almeno una vaga idea dell’ammontare complessivo delle prestazioni sanitarie, che le relative strutture mediche erogano per le patologie, le violenze, i traumi, le invalidità delle persone che consumano alcol? Il sen. Stefano ha idea in termini di sofferenza, quante lacrime versano non solo le famiglie delle persone che bevono tanto (gli alcolisti), ma anche le vittime di incidenti dovuti a banali bevute serali e saltuarie che finiscono “in gloria”?"
In effetti al senatore, apparentemente, non compete prendere in considerazione tutte queste controindicazioni egli è solo impegnato a promuovere la “Storia e la civiltà del vino” in nome e per conto delle lobby economiche e culturali, che fanno capo al “Vinitaly” al resto ci dovrà pensare qualche altro.
Infatti, il senatore non sa che in una cultura già “bagnata” come la nostra che propone, ad ogni piè sospinto, un bere alcolici per ogni circostanza, manca solo l’apologia del vino da svolgere a scuola, per formare convenientemente schiere di giovani: che bere è un fatto buono e culturalmente elevato.
Poi quanti di questi giovani “studenti formati” a questi “di-vini insegnamenti” nel corso della loro vita diventeranno “alcolisti”
Prima del senatore Stèfano altri “bravi politici”, per aumentare gli introiti dello Stato, hanno autorizzato le sale bingo, hanno spianato la strada alle macchinette mangiasoldi, hanno diffuso a dismisura le lotterie,moltiplicati i concorsi gratti e vinci avvelenato indirettamentela vita di giovani, adulti, anziani nonché di intere famiglie. L’importante è giocare con moderazione, bere con giudizio e trasgredire con circospezione.
E' stato accertato che, nella partita doppia tra la promozione della cultura del bere e le campagne di promozione della salute, si risparmierebbe di più bevendo di meno (“less is better” è lo slogan adottato dall’OMS per le bevande alcoliche) ed informando le persone sui danni derivanti dal consumo di alcolici (vino e birra compresa), che provare ad educare intere generazioni al culto del vino storico e colto e naturalemnte moderato.
A proposito il senatore Stèfano sa almeno quale è la dose moderata, magari consigliata scientificamente dalle ricerche dell’OMS per il consumo di bevande alcoliche dei ragazzi sotto la maggiore età? Scommettiamo dieci “festività natalizie” senza spumante che non lo sa!
* Presidente ARCAT - Puglia (Associazione Regionale Club Alcologici Territoriali)
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Pubblicato sul tema: Stefàno presenta ddl per insegnare 'Storia e civiltà del vino' a scuola. La…