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'Moro Educatore' annullato l'appuntamento con Franceschini capo BR

Antonio V. Gelormini

"Moro Educatore" annullato l'appuntamento a Bari con Alberto Franceschini, fondatore delle BR. Proteste e polemiche.spingono la decisione di Mario Loizzo

Polemiche e pressioni spingono il presidente del consiglio Regionale pugliese, Mario Loizzo, ad annullare l'incontro del 14 marzo del ciclo "Moro Educatore", che tra gli altri prevedeva l'intervento di Alberto Franceschini già capo BR.

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L'annuncio in una nota della presidenza del Consiglio regionale: "Pur ribadendo la validità dell’iniziativa, che avrebbe offerto ai giovani la testimonianza diretta del fallimento politico del terrorismo negli Anni di Piombo - comunica Mario Loizzo - a fronte di una serie di perplessità sollevate e stante il rischio di insidiose strumentalizzazioni di un’iniziativa di mero contenuto storico, abbiamo deciso di annullare il quinto appuntamento del progetto “Moro: Educatore”, che prevedeva l’incontro con il co-fondatore delle BR Alberto Franceschini". 

"Il dolore delle vittime non è in discussione e lo faccio interamente mio, avendolo sempre avvertito e condiviso", ribadisce Loizzo, "Al tempo stesso, continuo a ritenere utile e non lesiva di alcuna memoria la ‘narrazione’ autocritica delle vicende da parte di un protagonista che ha pagato penalmente il conto con la giustizia ed ha riconosciuto gli errori. Insisto sul valore educativo che avrebbe avuto all’interno del programma complessivo del progetto “Moro. Educatore”, in cui sono previsti incontri con magistrati, docenti, giornalisti e testimoni a vario titolo di quegli anni". 

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"Quello con Franceschini - precisa Loizzo - sembrava un passaggio utile per fare arrivare agli studenti un messaggio chiaro: ‘la violenza non porta da nessuna parte’, ‘il terrorismo ha fallito’. Tuttavia, anche per non coinvolgere il mondo della scuola in una polemica politica, che rischia di degenerare in esasperazioni del tutto fuori luogo, abbiamo preso la decisione di annullare l’appuntamento di giovedì 14 marzo".

Il ciclo di incontri sulla figura di Aldo Moro, organizzato da Gero Grassi e promosso anche dal Consiglio Regionale pugliese, aveva già registrato - tra i diversi ospiti di altre tappe -  la partecipazione di Alberto Franceschini, fondatore delle Brigate Rosse. Ma questa volta al convegno in programma a Bari giovedì 14 marzo, a cui avrebbero partecipato il Presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, e lo stesso Gero Grassi, componente della commissione d'inchiesta Moro 2", si è accesa la polemica: per la discussa intervista all'ex capo delle Br prevista in chiusura dell’incontro barese.

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“Basta l'occasione a trasformare il carnefice in vittima... e adesso dobbiamo anche ascoltare i cattivi maestri per aiutarci a capire la storia!”, ha scritto in una nota diffusa Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, brigadiere di polizia ucciso nel 1977 da Prima Linea.

“In America addirittura hanno abbattuto la statua di Cristoforo Colombo - aggiunge Perruggini - perché considerato motore del genocidio dei nativi americani e invece noi portiamo il capo di un'organizzazione criminale terroristica a dibattere con gli studenti. Non sono loro che devono raccontare direttamente la storia ai giovani, non sono loro che devono salire in cattedra e assumere il ruolo di docenti; un ruolo che ha una funzione nobile e un forte impatto nell'immagine dei giovani che identificano in colui che viene messo in cattedra una persona dall'immagine forte e potente”.

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“Non posso credere che il MIUR e il presidente della Regione Michele Emiliano possano tollerare una tale becera strumentalizzazione sulla pelle degli italiani e della storia. Oggi è l'anniversario del maresciallo Rosario Berardi ucciso il 10 marzo del 1978 a Torino, un anno dopo l'uccisione di mio zio il brigadiere Giuseppe Ciotta, lo stesso anno il 21 giugno il commissario Antonio Esposito, il 19 giugno 1981 il vicequestore Vinci, uomini tutti appartenenti al nucleo speciale investigativo di polizia giudiziaria dell'antiterrorismo di Torino che avevano contribuito all'istruttoria del primo processo alle Brigate Rosse. Potrà e vorrà Franceschini rispondere alla domanda se fu questa una strage diffusa e premeditata o solo una fantastica coincidenza? Che senso vuole avere veramente questa manovra mediatica? Sicuramente non potrà dare nessun aiuto per la ricostruzione della verità. È semplicemente l'ennesima strumentalizzazione? Sicuramente l'ennesima delusione!”.

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“Il caso Moro non è tornare al passato, ma guardare al futuro attraverso il presente”, sottolinea Gero Grassi, come ha avuto modo di dichiarare più volte, “Quella del Consiglio regionale della Puglia non è ‘un’operazione nostalgica’, perché parlare di Moro aiuta a capire come si va modificando la storia d’Italia”.

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“Non si può dimenticare che la verità sul caso Moro è ancora chiusa in qualche armadio della vergogna”, ribadisce da tempo il presidente dell’Assemblea legislativa pugliese Mario Loizzo: “mai arrendersi fino ad aver trovato la verità, per questo sentiamo di dover trasformare il ricordo in memoria viva”. A tal proposito, il Consiglio regionale sta promuovendo quattro progetti in nome di Aldo Moro, rivolti a giovani, scuole, Comuni, biblioteche, Università. Per parlare di Moro, del suo esempio, della sua figura straordinaria: di docente universitario, di costituente, di politico, di uomo di governo: la voce autorevole del Mezzogiorno, che per Loizzo “al Sud manca da troppo”.

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Gero Grassi, durante i suoi mandati parlamentari, è stato il proponente della seconda Commissione bicamerale d'inchiesta, che ha raccolto 6 milioni di pagine di atti giudiziari, un migliaio di filmati, foto e documenti, derivanti da 8 processi e altrettante commissioni. Questa mole enorme di materiali, “ci invita a rivedere la nostra storia contemporanea alla luce delle diverse scoperte giudiziarie”.

“Nel caso Moro - avverte Grassi - non si deve ragionare con gli schemi del passato”. Per il già onorevole PD, invitare al confronto anche l’allora capo delle Brigate Rosse, Alberto Franceschini: “Non è un oltraggio - osserva Grassi - perché non ha ucciso nessuno e perché ha scontato 18 anni di carcere, mentre a quelli del sequestro Moro sono stati comminati 6 ergastoli. Dopo 11 anni erano fuori”.

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La vicenda è occasione di ulteriori interventi anche da più scranni: "Trovo inopportuno, fuori luogo e disdicevole che in un convegno di commemorazione di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, vi sia Alberto Franceschini, fondatore delle Br. Un ossimoro nei fatti. Altrettanto disdicevole che a patrocinare l’evento vi sia la massima istruzione regionale”, ha denunciato il deputato pugliese di Fratelli d'Italia, Marcello Gemmato.

“Immagino che il popolo pugliese ed italiano tutto, si aspetta che vengano celebrati i martiri e le vittime dei terroristi rossi, partendo dagli uomini in divisa, molto spesso giovani del nostro meridione che sono caduti sotto il piombo feroce di assassini brigatisti difendendo uno Stato e delle Istituzioni che oggi si dimenticano di loro. Invito il presidente del consiglio regionale – ha concluso Gemmato - a ritirare immediatamente il patrocinio, dando così un tardivo contributo di gratitudine e di verità".

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Stesso tenore di commento da parte del consigliere regionale Giannicola De Leonardis: “L’omicidio di Aldo Moro e dei ragazzi della sua scorta, così come l’intera stagione degli ‘Anni di piombo’, rappresentano una delle pagine più cupe e drammatiche della storia della Repubblica e una ferita ancora aperta per la democrazia italiana e per i tanti familiari delle vittime, servitori dello Stato sacrificati con ferocia e disumanità sanguinaria all’altare di un’ideologia distorta. Una stagione che presenta ancora troppi lati oscuri, e che può essere forse archiviata sul piano giudiziario, non certo su quello emotivo”.

“Per questo, condivido profondamente l’indignazione di Potito Perruggini, nipote di Giuseppe Ciotta, brigadiere di polizia ucciso nel 1977 da Prima Linea  Da consigliere regionale, mi dissocio senza alcuna esitazione dal patrocinio concesso dall’ente all’iniziativa, che non mi rappresenta e non mi trova assolutamente concorde. La memoria e il dolore delle vittime vanno rispettati e non calpestati, e concedere una platea di studenti a un cattivo maestro responsabile dell’iniziazione alla violenza e al terrorismo di così tanti giovani mi sembra eccessivo e inopportuno. Il presidente del Consiglio Mario Loizzo, persona saggia e sensibile, ritiri allora il patrocinio al convegno: un atto doveroso e di buon senso”.

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Infine, i consiglieri regionali del M5S hanno annunciato un’interrogazione indirizzata all’assessore al personale Antonio Nunziante e al presidente Michele Emiliano, non perdendo occasione per attaccare Gero Grassi: “Siamo assolutamente favorevoli a tutte le iniziative per ricordare Aldo Moro, ma ci chiediamo se sia opportuno affidare tutti i progetti del Consiglio regionale dedicati allo statista, a Gero Grassi, dopo che Maria Fida Moro lo ha diffidato dal “parlare pubblicamente, in modo inopportuno e blasfemo, della terribile agonia e della morte” di suo padre”.

M5S Puglia

Da quando è rientrato in servizio in Regione Puglia, il 23 marzo 2018, dopo essere stato Deputato PD nella precedente legislatura, Gero Grassi, da ex componente della “Commissione d'inchiesta Moro”, ha promosso per nome e per conto del Consiglio regionale, diversi incontri pubblici anche nelle scuole per parlare di Aldo Moro.

“Lo ripetiamo - hanno poi continuato i pentastellati - siamo assolutamente convinti dell’importanza di tenere vivo il ricordo di Aldo Moro, degli agenti della sua scorta e di tutte le vittime degli “Anni di Piombo”, ma ci chiediamo come mai a iniziative così importanti non prenda parte anche Maria Fida Moro, che più volte ha chiesto di essere ricevuta dal Presidente Emiliano, senza ricevere alcuna risposta. Così come ci sembra quantomeno inopportuno che il Consiglio dia il patrocinio ad un incontro con la partecipazione di Alberto Franceschini, il fondatore delle Brigate Rosse”.

Ciotta Perruggini

"Non credo ai miei occhi, ma dovrebbe essere vero", è stato il commento di Potito Perruggini all'annuncio dell'annullamento dell'appuntamento barese con Franceschini, da parte del presidente Loizzo, "Grazie alle migliaia di messaggi e azioni di sostegno". 

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Caso Moro, Potito Perruggini nipote vittima Br: 'Chiedano scusa sulle tombe'