No-Triv Referendum il 17/4
Governo ha paura: no election-day
“Il Governo vuole affossare il referendum. Non c'è altra spiegazione rispetto alla decisione di fissare il giorno della consultazione al 17 aprile. Non si preoccupi il Presidente del Consiglio: i cittadini sono molto meno stupidi di quanto lui pensi”, senza mezzi termini Guglielmo Minervini, capogruppo regionale di ‘Noi a Sinistra’, è tra i primi a commentare la risoluzione del Governo, che non prevede l'election-day, e fissa a metà aprile il referendum abrogativo sulla proroga delle concessioni per lo sfruttamento di giacimenti sottomarini di idrocarburi entro le dodici miglia dalla costa.
“Con l'election day - aggiunge l'ex PD - si sarebbero risparmiati 300 milioni di euro. Era la scelta più logica e più saggia. Ma è evidente che Renzi ha paura. Vuole tenere bassa l'informazione tra i cittadini. Teme tutto quello che è successo in questi mesi sui territori, con la grande mobilitazione che ha portato alla raccolta delle firme e alle tante proteste che hanno riguardato tutte le regioni interessate dalle trivellazioni".
"Adesso - insiste Minervini - bisogna adoperare al meglio queste settimane. L'opinione pubblica ha già dimostrato una grande prova di maturità su questo tema. Ci vuole la massima mobilitazione. È un referendum sul modello di sviluppo che vogliamo. Da una parte il governo ne propone uno che ripropone il saccheggio dell'ambiente, secondo la peggiore tradizione del nostro passato, dall'altra il territorio che vuole immaginare un altro futuro per il Sud, per i nostri mari, per la bellezza delle nostre risorse ambientali”.
Altrettanto pronta la reazione dei consiglieri regionali de "La Puglia con Emiliano", Paolo Pellegrino, Alfonso Pisicchio e Giuseppe Turco, alla decisione del Governo di fissare a domenica 17 aprile la data per il referendum abrogativo sulle trivelle: “Temiamo che la data scelta dal Governo nazionale sia solo il pretesto per non consentire il raggiungimento del quorum e quindi per giustificare eventuali decisioni difformi dalla volontà popolare. Ma noi non abbasseremo la guardia e ci attiveremo per informare i cittadini e convincerli a votare”.
“In un momento in cui - sottolineano i tre consiglieri – si parla tanto di spending review e di contenimento dei costi, non capiamo perché il consiglio dei Ministri non abbia optato per un più conveniente Election Day in vista delle Amministrative. Avremmo risparmiato denaro e consentito una vera mobilitazione. I tempi, invece, sono adesso ristretti, ma questo non ci impedirà di mobilitarci. Noi come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di informare tutta la comunità pugliese dei danni che le trivellazioni potrebbero causare al nostro patrimonio naturale”.
Medesimi toni nella dichiarazione del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo: "Il Consiglio dei ministri ha fissato nel 17 aprile la data per il referendum abrogativo sulla proroga delle concessioni per lo sfruttamento di giacimenti sottomarini di idrocarburi entro le dodici miglia dalla costa".
“Ancora una volta una scelta contro il buon senso, che suggeriva di accorpare la consultazione referendaria alle Amministrative, in un Election Day, per evitare lo sperpero di risorse pubbliche alle quali andremo incontro, per allestire seggi elettorali in tutto il Paese solo per il referendum No Triv".
"Forse si vuole impedire di raggiungere il quorum necessario - sottolinea il presidente Loizzo - ma questo a maggior ragione è un motivo per avviare una grande mobilitazione e illustrare agli italiani il significato dell’iniziativa referendaria dei Consigli regionali, insistendo sull’importanza di recarsi alle urne domenica 17 aprile per esprimersi sul futuro e votare ‘Sì’ all’abrogazione delle norme oggetto del quesito”.
Gli fa eco il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Michele Mazzarano, “Sul referendum non ci sarà Election day. Il Governo ha deciso, inspiegabilmente, di non legare la data referendaria con quella delle elezioni amministrative. Questo diventa un monito per una mobilitazione massiccia per il successo del referendum. Serve una campagna d'informazione intensa”.
“Il tempo è davvero risicato - prosegue Mazzarano - recarsi alle urne il 17 aprile è un doppio dovere. Non vogliamo vanificare la possibilità di difendere il valore dello strumento referendario e di tutelare il mare, nostro bene più grande e simbolo della nostra principale vocazione”.
Al quale risponde con dura ironia il presidente del gruppo Cor, Ignazio Zullo: "Ha ragione il collega capogruppo del Pd, Michele Mazzarano, serve “una informazione intensa” sul referendum No Trivelle, ma contro non un generico “Governo”, ma contro il presidente nazionale del suo partito, nonché premier, Matteo Renzi.
"Ai pugliesi, che intende mobilitare in modo massiccio - precisa Zullo - Mazzarano e il Pd pugliese devono spiegare bene che a voler concedere le autorizzazioni per trivellare il nostro splendido mare è il suo partito, il suo segretario e il suo premier. Lo stesso, Renzi, che non ha voluto l’election day e indetto il Referendum fra soli due mesi proprio con l’intento di oscurare ed abbreviare la campagna referendaria-politica di Emiliano. Siamo tutti contro le trivelle, ma non siamo tutti fessi!"
"Da parte mia e anche per il ruolo che svolgo in seno al Consiglio della Regione Puglia - conclude Longo - confermo la totale determinatezza a non abbassare la guardia a difesa del nostro mare e delle nostre coste, senza alcuna volontà di aprire un fronte di tensione con il governo centrale, ma con la determinazione di dar vita ad un confronto serio in materia di tutela dell’ambiente e di rispetto della volontà popolare così come espressa dai territori”.