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Referendum No-Triv, le dichiarazioni di Emiliano e Introna
Toni concilianti, ma ferma durezza nel concreto della dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla data di svolgimento del referendum abrogativo di parte della legge sulle ricerche petrolifere al largo delle coste italiane:
“Il Governo nazionale - spiega Emiliano - ha scelto il 17 aprile: la data sembra scelta apposta per ridurre al massimo i partecipanti al referendum anti trivelle".
"E’ una scelta che si può ancora cambiare - precisa Emiliano - è una scelta che evidentemente può essere rimeditata dal governo, al fine di consentire a tutti gli italiani di partecipare con una maggiore durata della campagna elettorale e di essere meglio informati su una materia sicuramente complessa".
"Il tempo in più occorre per consentire di essere partecipi ad un evento importante: perché la democrazia partecipata, che il referendum implica, è una democrazia che può essere favorita dall’election day, cioè da un’unica giornata in cui si svolgono sia le elezioni comunali che le elezioni referendarie. E questo può essere molto importante per garantire un buon afflusso e il raggiungimento del quorum".
"Poi c’è la questione secondo cui risparmiare più di 300 milioni di euro in un momento come questo, unificando le date, sarebbe una ragione più che sufficiente per scegliere l’election day”.
Più diretto e meno diplomatico l'intervento di Onofrio Introna, già presidente del Consiglio regionale pugliese e leader dei Socialistieuropei: "Un bel regalo ai petrolieri la scelta di separare il referendum No Triv dalle elezioni amministrative. Il Governo nazionale dimostra che intanto non è sensibile alla mobilitazione di nove Consigli regionali, di centinaia di sindaci con le fasce tricolori e di tantissime associazioni della società civile. È insensibile anche al risparmio: più la volontà di allontanare il quesito referendario dalla Amministrative ha prevalso sulla considerazione dell’ingente spesa per celebrare il referendum".
"Una scelta che non comprendiamo, non condividiamo, non possiamo contrastare", ribadisce Introna. "C’è rammarico, perché non è stata colta l’opportunità di un election day, come suggerivano le Regioni ambientaliste e il movimento ecologista. E c’è preoccupazione per la data estremamente ravvicinata, due mesi sono veramente pochi. Ma è con questi tempi ristretti e con queste difficoltà che dovremo comunque misurarci".
"C’è una sola risposta, infatti, mettere subito in moto la macchina del ‘Sì’. C’è da fare in tempi immediati quello che vado ripetendo da tempo: costituire dovunque i comitati per il referendum, nelle città, nei paesi, in ogni quartiere, nelle fabbriche, negli uffici, sui posti di lavoro, perché questa è una battaglia di civiltà che dobbiamo vincere, pacificamente e collettivamente, per difendere l’Adriatico, lo Ionio e le grandi risorse economiche – turismo, balneazione, pesca, trasporto marittimo - che dipendono dalla qualità dei nostri mari".
E poi aggiunge: "Occorre dare vita a forme attive di aggregazione, per questo chiamo in causa i Consigli regionali, le Amministrazioni comunali, il movimento ambientalista. Auspico che il presidente Michele Emiliano - come aveva anticipato nel convegno di Foggia - voglia prevedere la creazione di un comitato referendario, che deve servire da motore della macchina referendaria".
Quindi l'affondo finale: "E viene da domandarsi, infine, se il dietrofront di Petroceltic dalle Tremiti, alla vigilia di una decisione che va contro le aspettative dei promotori della consultazione abrogativa, non vada letto come una strategia diversiva, per distogliere l’attenzione dal cuore del problema: il referendum si deve fare e deve raggiungere il quorum per dare un’indicazione chiara sul futuro che vogliamo, senza trivelle davanti alle spiagge.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: No-Triv Referendum il 17/4 Governo ha paura: no election-day