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Pino Pascali che giocava col ‘verruzzo’ nel quartiere Madonnella

Una sorta di predestinazione quella di Pino Pascali - artista eclettico contemporaneo di caratura internazionale - nato e cresciuto nel quartiere Madonnella di Bari, a pochi passi dal Palazzo dell’Acqua, sede dell’Acquedotto Pugliese, tra le più belle ed originali architetture del capoluogo levantino.

Acquedotto Bari1

Ma anche tra le testimonianze ‘dolorose’ di espressione artistica non compresa e decisamente avversata, tanto che completato anche nelle decorazioni nel 1934 non ebbe il meritato riconoscimento di una inaugurazione ufficiale. Un anno dopo - il 19 ottobre 1935 - in via Dalmazia, 58 nasceva Pino Pascali.

Poche settimane più tardi papà Francesco, pubblico funzionario di Polizia, e mamma Lucia Pomodoro si trasferiranno nell’appartamento al secondo piano di via Montenegro, 4 “all’ombra” di quel palazzo, bocciato dal Duce perché fuori dai canoni stilistici del regime, ma che diventerà nel tempo un vero e proprio patrimonio della Puglia e dei pugliesi.

pino pascali

A ‘Don Ciccio’ Pascali era stato assegnato uno degli appartamenti - destinati ai dipendenti pubblici - dell’immobile che aveva in via Cognetti (di fronte all’Acquedotto) i due ingressi ‘nobili’ e in via Montenegro gli altri due ingressi speculari e senza particolari fregi decorativi. Uno stabile condominiale di quattro settori, che gravitavano su due cortili interni.

Molto probabile che il confronto quotidiano con l’estro architettonico del giovane Cesare Vittorio Brunetti e la straordinaria vena artistica di Duilio Cambellotti, combinati con l’unico tema dominante dell’acqua, abbiano fortemente segnato l’eclettismo creativo dello scultore, scenografo e performer pugliese - successivamente trasferitosi a Polignano a Mare città originaria dei suoi genitori - autore di capolavori che lo hanno reso famoso nel mondo dell’arte contemporanea come ’Mare’ (1966), ’32 mq. di mare circa’ (1967) e ‘Pozzanghere’ (1967).

museo pino pascali 50 front 750x350

L’essenzialità al centro della cosiddetta “Arte povera”, di cui Pino Pascali sarà uno dei più importanti esponenti insieme a Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto, è raccontata nei ricordi del professore di Diritto Romano, Gianni De Bonfils, che ricevette in regalo dal futuro artista una spada da lui stesso costruita, mentre ad un altro amico aveva confezionato un rudimentale ma vistoso ‘verruzzo’ (la trottolina che corre sullo spago).

verruzzo
 

Una passione per le armi giocattolo, che creerà qualche problema alla famiglia allorquando il ragazzino “rivoluzionario” dal balcone di casa, in maniera alquanto chiassosa e insistente, si divertirà a sparare sui plotoni in parata militare di passaggio nella via sottostante.

acquedotto bari2

Da sempre si era sentito un guerriero (per gioco), e le foto nel suo studio romano, scattate da Marcello Colitti, lo immortaleranno mentre impugna un utensile da officina come un’arma letale. “L’arte è trovare un sistema per cambiare - diceva - come l’uomo che ha inventato la scodella per la prima volta. Così nasce la civiltà, dalla voglia di cambiare. Dopo la prima volta, fare la scodella è accademia”. Il Palazzo dell’Acqua continuava ad alimentare una sete mai sopita.

’inquieto artista lascerà il Liceo Scientifico di Bari, per trasferirsi prima a Napoli, e conseguire la maturità artistica, e poi a Roma all’Accademia di Belle Arti. La stanza della casa a Bari, in cui era cresciuto Pino Pascali, sarà venduta e annessa ai vicini di appartamento del civico 2 di via Montenegro.

Pascali Pino

Capelli ricci e indomabili come una medusa Pino Pascali è stato una sorta di James Dean dell’arte contemporanea. Affascinato e conquistato dalla forza espressiva e travolgente dell’acqua in generale e del mare in particolare, dopo l’arte era la velocità la sua seconda ossessione. La stessa che gli sarà fatale nel’68, non solo metaforicamente, l’11 settembre: dopo lo schianto a bordo di una Guzzi V7 a Roma del 30 agosto.

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: Pino Pascali, due targhe alla memoria per ricordare natali e infanzia baresi

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