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Primarie Centrosinistra in Puglia l'outsider Leo Palmisano 'Ambiente e Lavoro'
Primarie - Leo Palmisano, in corsa per la candidatura alla Presidenza della Regione Puglia, si dice 'L'alternativa a Salvini nel Centrosinistra'. L'intervista.
Nel quartetto in corsa, per il Centrosinistra pugliese, alle Primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Puglia 2020-2025, Leo Palmisano - sociologo, scrittore, antropologo e autore di inchieste sul caporalato e le mafie - è la novità, senza precedenti mandati elettivi, sul palcoscenico elettorale alla guida del Movimento 'Ambiente e Lavoro'. L'abbiamo intervistato:
Leonardo Palmisano, da queste Primarie l’unico che ‘comunque vada ci guadagna’ è lei: essendo l’autentico outsider. Quanta forza ha ancora questo strumento nato come esercizio di democrazia?
Non sono io a guadagnarci, ma tutti i pugliesi che hanno deciso di rompere con il passato e di riprendere in mano il proprio destino. La Puglia esce da una stagione non sempre felice e molti sono i delusi e i delusi di centrosinistra. Io parlo a loro e con loro. Ambiente e Lavoro, il mio movimento, è grande, regionale. Più grande di qualunque partitino della sinistra, per questo fa paura. E fa paura proprio a chi non ha ancora ben chiaro che la sinistra e l’ambientalismo esistono a prescindere dai partiti. Altrimenti non avremmo fiumi di giovani a manifestare per la tutela e la salvaguardia del pianeta. In quelle manifestazioni la presenza dei partiti è inutile. Lo stesso nel mio movimento, dove ci sono persone, non dirigenti. Ci siamo noi, le nostre parole, le nostre idee. Diffonderle è già un successo.
Col suo ripescaggio ”I Tre Moschettieri”, in fedele chiave dumasiana, sono tornati ad essere quattro. Con quale spada, tra le loro, si sente più a suo agio?
La spada che adopero è quella che voglio affondare nel petto del sovranismo. Girando la Puglia per raccogliere le firme, ho trovato molti pugliesi affascinati dalla veemenza pericolosa di Salvini. Con altrettanta forza, dichiaro che il mio avversario politico è la destra leghista e razzista, quella che si incarna in Salvini e che vuole emarginare il Sud. Io non ci sto a competere sul gossip interno alla coalizione, perché i pugliesi hanno problemi più seri di quello che pensiamo noi candidati. Il primo problema è cercare un’alternativa all’attuale stato di cose diversa da Salvini. Ecco, io sono l’alternativa a Salvini dentro il centrosinistra.
Ilva - Arcelor Mittal, decarbonizzazione, Xylella fastidiosa, PSR, Sanità, Mobilità, Energia, degrado ambientale, plastica, ecomafie e malavita organizzata diffusa, sono le tappe di un Calvario - nemmeno tanto metaforico - che aspetta chiunque sarà chiamato a guidare il prossimo quinquennio regionale. Quali i punti nodali su cui si giocherà la partita?
Sono tutti problemi che la Puglia eredita dal passato e dal passato recente. Io non ho governato, quindi penso di poter guardare chiunque a testa alta quando parlo di Ilva e di Xylella. Faccio degli esempi. In agricoltura, in quindici anni, sono stati commessi errori enormi. Va rifatto un Psr in chiave biologica e sociale, più trasparente e meno incline a raccontare quello che non esiste. L’agricoltura pugliese è in crisi e può uscire dalla crisi solo se sarà bio-sociale, sostenibile e di comunità. Sull’Ilva la mia ricetta costa trenta miliardi di euro in quindici anni, da cercare anche in Europa. Io prevedo la trasformazione dell’intera provincia di Taranto in un grande polo industriale per i software e per la logistica, a cui aggiungere sanità specialistica, con tanto di Università, turismo balneare ed archeo-storico sostenibile, agricoltura ed enogastronomia. I tre settori insieme, insomma. Molto di questo sviluppo lo vedo in forma cooperativa, come accade in Emilia Romagna, regione che sta uscendo dalla crisi meglio della Lombardia.
Sfiducia e demotivazione, oltre alla latitanza della politica, attraversano le generazioni più giovani: quelle che si ritroveranno tra le mani il futuro. Da outsider, ha codici di comunicazione e di stimolo efficaci?
I giovani sono già stimolati per conto proprio. Non sono annoiati, ma interessati al loro percorso di vita con i loro strumenti. Io mi interesso di loro quotidianamente, quando vado nelle scuole e nei teatri. Vorrei partire da quattro cose: una campagna contro l’abbandono e la dispersione scolastica, tema tragicamente sottovalutato, anticamera della devianza, a Manduria per esempio; una campagna per il contrasto della diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili e delle sostanze stupefacenti; un forte incentivo alla lettura ed alla fruizione culturale dal vivo, che li porti ad ascoltare, vedere, toccare quello che si manifesta solo virtualmente davanti ai loro occhi; turismo studentesco e visite di istruzione, perché è giusto che i nostri giovani viaggino di più con la guida delle Scuole.
La Puglia insieme all’Italia intera - protese nel Mediterraneo - in che modo possono ancora auspicare un ruolo di indirizzo e una funzione nei processi antropologici inarrestabili, che determineranno il futuro prossimo degli assetti sociali ed economici di questa parte di mondo, come delle altre?
La Puglia che immagino è quella immaginata da Papa Francesco quando la sceglie come cuore del dialogo interreligioso tra le persone. Siamo uno dei ponti di questa antropologia complessa, siamo vicini alla Palestina e all’Africa, siamo nel cuore dei monoteismi e dei tragitti dei migranti. Anche per questo io ho raccolto le firme presso le comunità islamiche pugliesi. Noi dobbiamo diventare la terra dell’accoglienza, finanziando corridoi umanitari, aprendo a chi arriva i nostri porti e i nostri comuni spopolati, ed aprire un dibattito alto tra le religioni, coinvolgendo le Università e le Università teologiche, le parrocchie ed i Comuni. Io vedo le cose insieme. Una Puglia centro di elaborazione teologica e sociale attraverso convegni, simposi, eventi popolari, momenti di accoglienza diffusa, laica e credente insieme.
L’appuntamento per i suoi sostenitori è fissato per il 22/11: “Il nuovo inizio raddoppiato”. A quale slogan affiderà la sua campagna elettorale e la sua ‘rivoluzione’?
Chiudiamo con il passato, finalmente! Io non ho nulla da rivendicare, salvo la mia integrità, perché sono il solo candidato a non aver mei seduto in consiglio od in giunta regionale. Il 22 di novembre ho scelto uno spazio di coworking per lanciare la mia campagna, l’Officina degli Esordi di Bari, perché sono convinto che si debba lavorare insieme, per uscire dalla crisi e dal pericolo neofascista. Il mio slogan è ‘diamoci voce’, costruiamo un passaparola generale. Le rivoluzioni, come quella gentile di qualche anno fa, sono fallite perché una grande e vera rivoluzione globale è in corso: quella ambientalista. A questa rivoluzione io aggiungo un ingrediente di sinistra che si chiama Lavoro. Ecco perché il mio movimento si chiama Ambiente e Lavoro. E guarda al mondo dell’impresa ed a quello sindacale come interlocutori per la costruzione di una Puglia pienamente sostenibile e pienamente ambientalista.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Primarie Centrosinistra in Puglia, Elena Gentile bacchetta Fabiano Amati