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Recovery Fund, il Sud rivendica solo 'pari dignità'
Il dibattito sulle opportunità del Recovery Fund e le ambizioni di un Sud che rivendica soprattutto 'pari dignità'.
Proverò, dunque, a dirlo nella maniera più semplice possibile.
Per “pietà” trattateci normalmente, ovvero come cittadini italiani o europei: così come desiderereste che voi stessi foste definiti. Non fate progetti speciali, tanto meno leggi speciali; niente provvedimenti ad hoc, considerateci come considerereste un alto-atesino, un valdostano, un piemontese, un lombardo, un veneto, un ligure, un toscano e così via. Dunque, niente di specifico né di speciale, tutti italiani alla pari, niente Commissari ad acta, Prefetti di ferro, organismi preposti, insomma niente “Casse per il Mezzogiorno”, Fondazioni con il Sud, Ministeri e ministri per il Sud, etc.
Ancora: niente piani e programmi per lo sviluppo, che intendono implementare in loco modelli di successo già attuati e provenienti da altri luoghi. Vedete, già il fatto che ci consideriate meritevoli delle vostre maggiori attenzioni, in qualche modo ci squalifica: ci definisce ‘poco capaci di badare a noi stessi’; già pensare questo non è un buon inizio, che razza di “libero mercato” sarebbe quello che non pone fiducia nelle potenzialità dei suoi stessi prodromi.
Ora, posta questa come una premessa indispensabile, vi chiedo - al netto di ogni stupido commento o di ogni esercizio di stile linguistico o letterario - quello che ci vuole, che serve praticamente.
Ci servono le infrastrutture utili a vivere normalmente: strade buone e sicure, linee ferroviarie, istituti scolastici accoglienti, attrezzati e per-formanti, ospedali a norma dotati di tutte le tecnologie sanitarie disponibili, Università di livello, banda larga con fibra ottica, servizi alla persona e al cittadino di standard europeo e soprattutto il più vicino possibile ai luoghi di vita delle persone. Naturalmente, niente di più e assolutamente niente di meglio di tutto quello che già esiste in Italia dal Tevere in su; niente grandi opere, niente insediamenti di impianti particolari o di imprese o industrie disseminate, come mangime per i polli, nel vasto confine delle “Terre di Sotto”.
Una sola nota di sollecitazione la spenderemmo nelle politiche di “SPARPAGLIAMENTO”, ma anche questa vale per tutte le regioni e per l’intero territorio nazionale. Infatti, come il Covid-19 ci ha dimostrato, non è necessario aggrumarsi in grandi città o in metropoli, abbandonando allo spopolamento e all’abbandono i due terzi del territorio nazionale.