PugliaItalia

Recovery Fund, il Sud rivendica solo 'pari dignità'

di Ennio Tangrosso

Il dibattito sulle opportunità del Recovery Fund e le ambizioni di un Sud che rivendica soprattutto 'pari dignità'.

Per ripopolare le migliaia di comuni minori, di paesi, di borghi delle aree interne (terre di sopra, di mezzo e di sotto), basterebbe riportare i servizi pubblici in tali luoghi: caserme (carabinieri/forestali, finanza, etc.), uffici postali, scuole (di ogni ordine e grado), ambulatori, ospedali, autolinee, preture e/o tribunali, sportelli delle agenzie delle entrate o di altri uffici dello stato o anche regionali.

Celenza Valfortore Lago di Occhito ph Promodaunia

Si è vero, fino a ieri mattina si è fatto il contrario, ma risulta evidente che si è sbagliato. In primis perché non è affatto vero che accentrando e chiudendo i servizi in periferia si risparmia; come è vero che i problemi del sovraffollamento delle città e delle metropoli ci costa altrettanto, con l’aggravio che ci fanno vivere peggio. In secundis perché vivere ammonticchiati ci comporta una infinità di problemi: traffico, viabilità, consumo di territorio, inquinamento, etc. Non ultimo, vivere aggrumati produce tempi morti sottratti alla vita (pendolarismo, ingorghi, code, file, etc), stress psicofisico oltre a polveri sottili, cattiva respirazione, cattiva alimentazione, alterazione del clima di vita naturale, insomma ci fa male alla salute.

Se dobbiamo iniziare con un cambiamento di prospettive, a beneficio delle future generazioni e per la rigenerazione del pianeta, possiamo iniziare da qui: dalle “Terre di Sotto”. Tutti parlano di Transizione, il governo si è persino dotato di un Ministero, allora cominciamo a “transizionare” da qui, non solo vi costerà di meno e troverete terreno fertile, ma scoprirete anche una mentalità locale già predisposta.

Se pensate che tutto questo ragionamento sia stato svolto nell’intento di argomentare meglio come accaparrarsi i soldi del “Fondo di Recupero”: pensate male! E’ l’esatto contrario, è solo l’invito a fare esclusivamente le cose che servono. Decentrate e attivate i servizi ben sparsi nei luoghi dove la gente vive, fate in modo che si abbia voglia di tornare a risiedere in tante belle comunità a misura d’uomo. Assumete il personale invece di spendere i soldi in reddito di dignità, sussidi, disoccupazione, etc. In modo da garantire la sussistenza in tali luoghi e realizzare le tante piccole e medie infrastrutture che rendono la vita, lontano dalle città e, nello specifico nelle “Terre di Sotto”: comoda, confortevole, desiderabile, e vedrete che nel volgere di pochi anni la tendenza culturale diventerà, naturalmente, orientata alla “transizione”.