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Taranto soffocata: la lettera aperta al ministro Delrio di Pietro De Sarlo

"L'Italia non finisce a Reggio Emilia", lettera aperta al ministro Delrio sulla Via della Seta e il soffocamento di Taranto di Piero De Sarlo

Egregio Ministro Graziano Delrio,

ci sono onestamente cose che non riesco a spiegarmi e chiedo il suo aiuto.

All’inizio del 2009 la più grande azienda di logistica del mondo, la Hutchinson Wamphoa di  Hong  Kong, sbarca  a Taranto comprando metà delle azioni del suo porto. L’altra metà appartiene a un altro gigante della logistica, la Evergreen di Taiwan, che era entrata a Taranto alla fine degli anni ’90.

Seta Li Ka Shing
 

La Hutchinson Wamphoa è di proprietà del signor Li Ka Shing, uno degli uomini più ricchi al mondo e vuole investire sul Porto di Taranto per farne il terminale dei commerci con la Cina. Non vuole investire due spiccioli ma qualcosina deve fare anche lo Stato Italiano, se non altro per problemi normativi e legali. Il potenziale del Porto di Taranto è enorme e con un poco di visione si capisce che questa è l’occasione per lo sviluppo di gran parte del sud Italia.

Tutto questo lo spiego in un mio libro scritto nel 2010 e pubblicato ad inizio del 2011 (parte seconda capitolo 5: la Cina è Vicina link

https://www.amazon.it/Si-pu%C3%B2-fare-Pietro-Sarlo/dp/8875742235/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1500487603&sr=8-2&keywords=pietro+de+sarlo 

in cui spiego come e perché l’Italia dovrebbe aprire la via di Marco Polo, per i commerci con la Cina e spiego quali sono le infrastrutture da fare e come finanziarle.

Seta1
 

Non mi sono accontentato di scrivere un libro. Con le mie slide sotto il braccio sono andato a raccontarlo a tutta la politica che contava in Italia tra il 2010 e il 2012. Un elenco imbarazzante di politici notissimi, un elenco bipartisan.

Tra le infrastrutture per aumentare il potenziale del porto di Taranto c’è l’autostrada Lauria - Candela.

Taranto è il porto italiano con il miglior potenziale di sviluppo. Può trovare tutta la storia in un bellissimo articolo del 17 settembre 2010 di Liao Xi al link

http://www.ilsussidiario.net/News/Visti-dalla-Cina/2010/9/17/IL-CASO-Perche-Berlusconi-e-Vendola-nascondono-un-porto-che-vale-piu-della-Fiat-/113046/

Prodi e Berlusconi hanno litigato su tutto, tranne che su una cosa: la cancellazione della Lauria - Candela dalle infrastrutture strategiche del Paese, importantissima invece per collegare Taranto alle dorsali autostradali adriatiche e tirreniche.  

delrio renzi
 

Vendola,  Ippazio, sindaco di Taranto,  De Filippo e tutti i governi regionali e nazionali che si sono succeduti dal 2009 ad oggi hanno fatto in modo di far scappare i cinesi da Taranto. Infatti nel 2012 un insofferente Li Ka Shing fu acchiappato per i capelli, prima che andasse via, da Luciano Barca, che sottoscrisse con lui un accordo.

Nel 2013 i cinesi varano il più grandioso e colossale programma di investimenti per riaprire le vie della seta (quella di Marco Polo per capirci) per sviluppare i propri commerci e far arrivare prima le merci in Europa, che ora si ingolfano nel distretto portuale di Rotterdam - Anversa.

Noi intanto continuiamo a non fare nulla con i governi Letta e Renzi,  insieme ai governatori pugliesi e lucani Emiliano e Pittella, per il Porto e le sue infrastrutture finché Li Ka Shing e i cinesi a luglio 2015, con Renzi presidente del consiglio,abbandonano definitivamente Taranto e scelgono il Pireo

https://scenarieconomici.it/i-cinesi-abbandonano-il-porto-di-taranto-per-il-pireo-per-taranto-si-aggira-un-sadico-assassino-che-sta-mettendo-in-ginocchio-la-citta-litalia-e-tutto-il-sud-di-pietro-de-sarlo/

Ora si legge sui giornali che i cinesi hanno scelto il Pireo e non l’Italia per lo sviluppo delle vie della seta, e lei va dicendo ai cinesi che i porti di Genova e Trieste sono a loro disposizione e che noi siamo pronti ad accoglierli. Ma a Genova senza il terzo valico non ci sta neanche una bettolina e Trieste andrà rapidamente in saturazione.

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Di Taranto e Gioia Tauro evita di parlare, come se l’Italia finisse a Reggio Emilia. Da quello che dice lei, Gentiloni e il Presidente Mattarella sembra quasi che la scelta del Pireo sia stata fatta dai cinesi in modo inspiegabile e bizzarro. E in effetti se si guarda la carta geografica e si vede dove è l’Italia e dove erano le vie della seta proprio non si capiscono le scelte dei cinesi … a meno di non conoscere la vicenda del signor Li Ka Shing.

Perché tanta ignavia su Taranto? Non può esserci un problema legato all’ambiente, giacché il Porto consentirebbe con il suo sviluppo di occupare multipli degli addetti all’Ilva, consentendone la chiusura. Non può esserci un problema di soldi e di finanziamenti poiché sarebbero sufficienti i soldi non spesi dei contributi europei per lo sviluppo da Vendola, De Filippo, Emiliano e Pittella per finanziare le infrastrutture necessarie a Taranto e a Gioia Tauro. 

Seta Taranto
 

Caro ministro non so come esprimere la mia rabbia, il senso di inadeguatezza, di frustrazione e sconforto per come questo benedetto Paese e i suoi governati nazionali e locali, tra le altre cose tutti del suo partito, abbiano buttato alle ortiche questa grande occasione. Non so come esprimere l’amarezza di sapere che noi italiani, che abbiamo costruito strade in tutto il mondo, non abbiamo più uno straccio di impresa, pubblica o privata che sia, in grado di prendere in appalto diretto i lavori per le vie di terra della seta, ma dobbiamo contentarci di sub appaltare i lavori affidati ai tedeschi.

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Le vie della seta dei cinesi avrebbero meritato per il potenziale di sviluppo e crescita del nostro Paese dal governo Renzi il triplo del tempo e dell’attenzione posta sul job act, sulla riforma costituzionale e sul referendum, sulla vendita su ebay dell’auto di La Russa, e su tutte le cose fatte dal governo!

Le chiedo quindi di chi sono le responsabilità politiche e morali di questo disastro. Quali le sue, quali quelle di Renzi, di Letta, di Monti, di Berlusconi e a livello locale di De Filippo e Pittella, di Vendola e Emiliano.

Non credo che risponderà alle mie domande, come non credo, purtroppo, che ci siano giornalisti che gliele porranno: è anche loro la colpa della qualità di questo Paese e di come vadano le cose.

Senza ossequi, addio.

Pietro De Sarlo 

(da scenarieconomici.it)

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De Sarlo Pietro
 

Pietro De Sarlo - Ingegnere di origini lucane, ha maturato importanti esperienze manageriali in gruppi di rilievo quali ENI, Fininvest, Cofide, Allianz, Poste Italiane, Banca Intesa. Appassionato di vela, sci e moto considera l’impegno civile un dovere. 

Opinionista su numerose testate giornalistiche on line tra cui Basilicata24, Scenari Economici e Il giornale Lucano. Fondatore dell’Associazione Pinguini Lucani, ha pubblicato nel 2010 il saggio Si può fare! un libro sull’emergenza economica e ambientale derivante dalle estrazioni petrolifere e sulla possibilità di sviluppo economico e sociale della Lucania. Nel 2016, con la casa editrice Europa Edizioni, ha pubblicato L’Ammerikano.

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Pubblicato in precedenza: “L’Ammerikano” di Pietro De Sarlo Un canto noir per la Basilicata