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Termovalorizzatori, Fitto: 'Per i signori del NO, Tari pugliese alle stelle'
Raffaele Fitto interviene nel dibattito riaccesosi sul fronte crisi energetica, termovalorizzatori e rigassificatori in Puglia..
Raffaele Fitto interviene nel dibattito riaccesosi sul fronte crisi energetica, termovalorizzatori e rigassificatori in Puglia.
“Tutti i NO(di) vengono al pettine, peccato che ci sia stato bisogno di una colossale crisi energetica, aggravata in questi giorni dal conflitto Ucraina-Russia, per rendersi conto di come la demagogia abbia prodotto danni alla Puglia, che si riversano sulle tasche dei pugliesi a cominciare dalla tassa sui rifiuti, prima ancora delle bollette di luce e gas.
“In questi giorni nel Salento - ha sottolineato Fitto - assistiamo a un via vai di camion che non riescono più a conferire il secco nell’impianto CDR di Cavallino, con costi che per i Comuni sono raddoppiati e che porta i sindaci a rivalersi sui cittadini. La TARI che i pugliesi pagano è fra le più alte in Italia. Il motivo principale è che ad oggi la Puglia non è riuscita a chiudere il ciclo dei rifiuti per mancanza di impianti, in primis i termovalorizzatori".
“Quando nel 2005 Vendola si insediò alla guida della Regione - ha ricordato Fitto - revocò l’assegnazione di due termovalorizzatori pubblici, che erano stati finanziati e aggiudicati, previsti nel Piano rifiuti durante il mio mandato. Due moderni termovalorizzatori che avrebbero prodotto energia e riscaldamento alle imprese e ai privati e che avrebbero calmierato il prezzo delle bollette che i cittadini pagano. Il risultato sotto i nostri occhi oggi? Dopo quasi 20 anni i rifiuti viaggiano per l’Italia più dei pugliesi. Con un ciclo di rifiuti mai chiuso – anche l’attuale Piano di rifiuti di Emiliano non risolve il problema perché non prevede gli impianti necessari a chiudere il ciclo dei rifiuti. Se poi si tiene conto che la legge prevede espressamente che le Regioni rispettino i principi di autosufficienza e prossimità, va detto che la Puglia non rispetta né l’uno né l’altro.
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"E’ indubbiamente una questione culturale - ha sottolineato Fitto - che penalizza il Sud più del Nord, ma l’Italia stessa rispetto all’Europa, dove sono attivi 450 termovalorizzatori e i Paesi più virtuosi nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti ricorrono all'incenerimento con recupero energetico: in particolare Francia e Germania, ma anche Svezia, Danimarca e Norvegia. A Copenaghen per esempio la collina dello sci è un termovalorizzatore a emissioni zero: si tratta di CopenHill, noto anche come Amager Bakke, è una meta molto frequentata dagli amanti dello sport e della natura“.
"In Puglia esistono solo 2 impianti (privati), uno a Manfredonia e uno a Massafra, e purtroppo la loro capacità di lavorazione annuale non soddisfa le quantità prodotte dai Comuni pugliesi. Con i due impianti pubblici eliminati da Vendola la Puglia sarebbe stata autosufficiente! Politiche demagogiche e populiste, che oggi paghiamo a caro prezzo - ha concluso Raffaele Fitto - sia sul piano economico sia su quello energetico. Complimenti a Vendola ed a Emiliano ed a tutti i signor NO, per il disastro prodotto e per i danni che avremo ancora per anni”.
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Per la cronaca, a suo tempo a Brindisi (2004) il braccio di ferro sulla questione fu tutto interno allo stesso centrodestra - anche se su forte pressione di ambientalisti, movimenti e forze di centrosinistra - tra l'allora presidente della Provincia, Massimo Ferrarese - favorevole e il sindaco Domenico Mennitti - contrario.
(gelormini@gmail.com)
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Pubblicato sul tema: Crisi energetica, torna l'ipotesi del rigassificatore per la Puglia
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