PugliaItalia
Tribunale parcheggiato in tenda
Cortei e silenzio istituzionale
Il corteo di giudici e avvocati, le dichiarazioni di Giovanni Stefanì e Antonio Decaro, ma anche le note di Marcello Gemmato (FdI) e Domenico Damascelli (FI).
Giovanni Stefanì, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Bari al termine del corteo di protesta di giudici e avvocati per la piega degli eventi che a Bari porta il Tribunale penale ad essere temporaneamente "parcheggiato" sotto una tendopoli, ha dichiarato: “La situazione va gestita con un approccio emergenziale. In città ci sono diverse strutture che potrebbero rappresentare una soluzione tampone senza frazionare ulteriormente il luoghi della giustizia penale, garantendo lo svolgersi delle udienze per il tempo necessario affinché non si addivenga, finalmente, alla soluzione definitiva, si tratti di arcipelago, cittadella o altro".
"Siamo contrari alla sospensione dei termini processuali e di prescrizione, perché il cittadino che aspetta giustizia non può pagare con il prolungamento sine die dei processi le inefficienze della politica; tanto meno, per queste inefficienze, devono rimetterci gli avvocati che, con l’interruzione delle cause, subirebbero conseguenze disastrose a livello reddituale".
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a termine della Conferenza Permanente tenutasi presso il Tribunale di piazza De Nicola, ha fatto sue le parole di Stefanì: “La situazione che la giustizia penale barese sta vivendo è emergenziale. Lo Stato non può restare indifferente. Per questo insisto nella richiesta che venga dichiarato lo stato di emergenza che permetterebbe di intervenire con rimedi eccezionali nel più breve tempo possibile".
"Le immagini della marcia di oggi, che ha visto partecipare insieme avvocati e giudici, ci offrono una testimonianza di grande unità tra tutti gli operatori di giustizia, senza distinzioni di ruoli. A questa testimonianza di composta ma ferma protesta civile si deve rispetto, ma anche una risposta".
"Per questo ho apprezzato molto la proposta del vicepresidente Legnini e dei consiglieri CSM presenti a Bari", ha precisato Decaro, "Se non dovesse essere possibile l’intervento della Protezione Civile, diventa allora indispensabile uno specifico provvedimento legislativo. Questo dovrà essere il primo dossier del nuovo Governo, qualunque esso sia".
A margine del corteo il deputato di Fratelli d'Italia, Marcello Gemmato, accompagnato da Michele Caradonna, Filippo Melchiorre e Michele Rapanà, ha ricordato: “Con la collaborazione del 'Dipartimento Rapporti con le Professioni' e con tanti operatori della Giustizia abbiamo inteso presentare in tempi non sospetti, ancor prima che si evidenziasse l'inagibilità del Palazzo della Giustizia, un'interrogazione parlamentare che pone al centro dell'attenzione nazionale il tema dell'edilizia giudiziaria a Bari”.
“L'abbiamo fatto - ha aggiunto Gemmato - denunciando le condizioni in cui versavano e versano le strutture baresi e per questo abbiamo chiesto al Ministro della Giustizia cosa intenda fare per assicurare che in terra di Bari si possa amministrare la Giustizia in condizioni di assoluta normalità. Vedere delle tendopoli oggi, dove avvocati, giudici, cancellieri, saranno costretti a svolgere la professione, mi sembra roba da Terzo Mondo e per questo grideremo lo sdegno di Fratelli d'Italia nei confronti di tutto ciò”.
Più caustica la nota diffusa dal consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli. “È una vergogna: la giustizia penale di Bari, che si svolge in una tendopoli è un fatto imbarazzante, indecente, vergognoso. Di questo scempio, i responsabili ci sono e ce li riportano le cronache dei giornali di quegli anni: caro Presidente Emiliano, sarebbe il caso che lei si coprisse il capo di cenere e chiedesse scusa ai dipendenti, agli avvocati, ai magistrati e ai cittadini tutti per aver ostacolato deliberatamente la realizzazione della Cittadella della Giustizia".
"Si tratta, probabilmente, di una delle pagine più brutte della politica barese - ha sottlineato Damascelli - che ha origini precise e precise responsabilità. Siamo al fianco degli operatori e dei cittadini, perché la giustizia è un servizio e un diritto. Si poteva evitare, certo che si poteva evitare perché la chance di non arrivare a questo punto c’era. Le immagini delle tende parlano da sole. Chi, invece, non parla è proprio l’allora sindaco di Bari, ora presidente della Regione. Un silenzio assordante”.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Giustizia 'accampata' a Bari Il Tribunale sotto le tende