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Urgesi: "Emiliano, perchè
non rispondi?" La lettera
Se per le mani avesse un martello, magari avrebbe voglia di scagliarlo sulle ginocchia del "Mosé" che guida la Regione Puglia e, come Michelangelo Buonarroti, chiedergli con forza, un pizzico di stizza e tanta dolcezza negli occhi: "Emiliano, perché non rispondi?"
Ma la dott.ssa Giusi Urgesi, pratica più nell'uso scientifico dello stetoscopio e del bisturi, che di attrezzi artistici artigianali, affida al web e ai social network quella che potrebbe sembrare una supplica, ma che in realtà è il grido di dolore "plurale" di una categoria - quella dei medici - abituata a vivere e confrontarsi quotidianamente con le problematiche della Sanità pugliese, ed ora con l'incubo di veder chiudere o ridimensionati presidi ospedalieri "vitali", come il Reparto Pediatria dell'Ospedale di Ostuni o il PPIT di Ceglie Messapica (Br). (ag)
Caro Presidente Michele Emiliano,
trascorsi ormai vari giorni, mi rivolgo ancora a Lei, ma questa volta per ricordarle che magari, tra i molteplici inderogabili impegni quotidiani, ha omesso di rispondere alla mia lettera pubblicata lo scorso 4 marzo su Affaritaliani.it!
Una lettera scritta accoratamente da me, uno dei tanti medici della regione Puglia e dell'Italia in generale, che le garantisco essere riassuntiva delle molteplici voci di comuni cittadini e colleghi delle varie sedi, stanchi di vedersi privare ulteriormente di un bene primo e non accessorio come quello della sanità e della salute ad essa correlata!
Dunque, la sua mancata risposta, nella quale forse utopisticamente io confido ancora, non priva solo me di qualche doveroso chiarimento sulle dolorose tematiche in questione, ma colpisce soprattutto chi, pur volendo ancora sperare, si sente ulteriormente deluso dall'andamento degli eventi attuali!
Ad esempio, caro Presidente, come è ammissibile che, conseguentemente alla chiusura di troppi ospedali, si muoia per indisponibilità di sale operatorie? Facile dedurre che fuori da quelle residue, i poveri mortali, non in grado di percorsi preferenziali, a parità di gravità devono ormai far la fila come ad una banale cassa di un esercizio commerciale....solo che in questo caso è in ballo la vita stessa di quelle persone, privata ormai di ogni valore umano!
Triste dirlo, ma ormai siamo cinicamente abituati anche alle tante morti annunciate per le quali puntualmente vengono aperte delle indagini istruttorie contro il personale sanitario tutto che, nella fattispecie di una sala operatoria, si renda conto, non può cacciare un paziente nel bel mezzo di un intervento chirurgico per far posto ad un altro altrettanto grave, in disperata attesa! Una specie di macabra roulette russa....
Per una volta, la prego, si dimetta dai panni di politico e si immedesimi in quelli di un medico o peggio ancora di un paziente in una di quelle drammatiche situazioni!
Immagino che nella sua posizione istituzionale alquanto scomoda, di fronte all'evidenza, come tanti altri politici al suo posto, tante risposte non sa o non può darle, ma perdoni la mia presunzione se insisto a chiederle giustificazioni valide perché convinta che rientrino nei suoi doveri di uomo di stato e nei diritti dei comuni cittadini!
Spero Lei abbia letto su Affaritaliani.it i vari commenti suscitati dalla mia lettera, piccoli esempi, ma vive testimonianze del malcontento generale per quel che concerne la tanto bistrattata sanità!
Ecco Presidente, non era a me nello specifico che doveva dare una risposta, ma a tutti quei cittadini che vorrebbero ancora credere nelle istituzioni!
Sono convinta inoltre che nel profondo del suo cuore Lei dà ragione alle mie parole, pur non potendo dare ascolto!
Ancora una volta, la ringrazio della sua pazienza, se ne avrà avuta leggendomi, e le rinnovo i miei più cordiali saluti.
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