Roma
"Aboliamo i municipi, meglio 135 Comuni". Unindustria lancia l'idea choc per il Lazio.
Trasformare i quindici municipi romani in comuni, alla pari degli attuali 120 presenti nell'area metropolitana. Delimitare il comune di Roma all'interno delle Mure aureliane, facendo coincidere il territorio esterno con la Città metropolitana del Lazio.
Questa la proposta di Unindustria, lanciata nell'ambito dello studio presentato presso l'associazione Civita. Durante il Convegno intitolato "la Città Metropolitana di Roma Capitale: opportunità per uno sviluppo economico e sostenibile" si è discusso della riorganizzazione del territorio della Regione che vedrebbe così la creazione di 135 comuni che manterrebbero le loro prerogative municipali ma coopererebbero su molti fronti.
“Delimiterei un comune di Roma all'interno delle Mure aureliane, il territorio esterno lo farei coincidere con la Città metropolitana del Lazio, che assorbirebbe la Regione Lazio, perché per parlare di politica industriale dovremmo avere un interlocutore unico" ha spiegato Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria.
"Ogni Unione si occuperà della gestione comune dei servizi economici di interesse generale necessari al buon funzionamento del rapporto stato-cittadino-imprese e delle azioni di start up che avviino il processo di crescita e occupazione", spiega Unindustria.
Questa riorganizzazione porterebbe con sé un riassetto anche del resto del territorio della Regione e delle restanti quattro province che dovranno anch’esse organizzarsi attraverso l’unione dei loro Comuni e, con l’esercizio aggregato delle loro funzioni, dovranno essere in grado di rinforzare legami con la Capitale. Il risultato, secondo Unindustria, è una proposta integrata e sussidiaria che agisce sia su scala regionale sia su scala di area vasta. La Regione (ente locale di “collegamento” tra Roma e le altre province) e i Comuni manterrebbero inalterato il loro ruolo ma completamente diversi saranno i compiti da attribuire al Sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale che, come in tutte le capitali europee, non saranno di tipo ordinario, ma speciali.
"Da parte della politica, fino a questo momento, non abbiamo una proposta unitaria e convincente per arrivare a una crescita della competitività del sistema delle imprese sul territorio del Lazio", ha detto Maurizio Stirpe.