Acqua e sapone, la bellezza è un sogno da teatro. Chi è Elisabetta Mirra - Affaritaliani.it

Roma

Acqua e sapone, la bellezza è un sogno da teatro. Chi è Elisabetta Mirra

Elisabetta Mirra, attrice classe 1994 si confessa dal teatro al set fotografico

di Tiziana Galli


Elisabetta Mirra, attrice classe 1994: esile e sinuosa con dei lunghi capelli castani, uno sguardo intenso e dei grandi occhi verdi. Ha ventidue anni ma ne dimostra sedici con il suo look disinvolto ed il trucco acqua e sapone. Eppure, dietro questa semplicità si nasconde una ragazza che sa quello che vuole e che lavora costantemente per ottenerlo. Tutto è cominciato tanti anni fa andando a teatro con i genitori a vedere Vincenzo Salemme, lo spettacolo era “E fuori nevica” e all’uscita del teatro sparavano la neve finta. Aveva cinque anni, ma quello stupore le fece dire: ”Io voglio fare questo nella vita”.

 


Per Elisabetta Mirra il primo film importante è arrivato quando ancora frequentava il terzo anno dell’Accademia “Silvio d’Amico” dandole la possibilità di recitare insieme ad attori come Valeria Golino, Adriano Giannini e Massimiliano Gallo, dietro la regia di Giuseppe M. Gaudino per il film “Per amor vostro”. Al momento ha appena finito le repliche al teatro Quirino di Roma dove interpretava Lucia, la cameriera, in “Filumena Marturano” ed ora si diverte a vestire i panni di una musa ispiratrice per gli scatti di Paolo Manzini negli studi d’Arte di Federica Bartoli e Stefano Maria Girardi. L’abito in seta è della stilista Celeste Pisenti, fluttuante e trasparente quanto basta per esaltare una femminilità in erba, mentre i gioielli della Gioielleria Giansanti e di Emanuela Vannini Design rifiniscono il suo look.
Mentre Elisabetta Mirra continua a sperimentarsi in performance e ruoli differenti “L’amore rubato”, il secondo film al quale ha preso parte insieme ad attori come Alessandro Preziosi, Emilio solfrizi, Elena Sofia Ricci, Stefania Rocca e Gabriella Pession continua a far discutere e il 23 Marzo è stato presentato al “Cortinametraggio 2017” ,il festival del cinema di Cortina D’Ampezzo.


Elisabetta, com’è recitare accanto a dei “mostri sacri” quando si è ancora in erba?
“Per me è stata un’esperienza stupenda. Per il film “Per amor vostro” abbiamo fatto un mese di prove a tavolino e si è creata una famiglia. Considerando che non era un film facile il regista voleva metterci a nostro e ci vedevamo tutti i giorni per creare la giusta confidenza. Io interpretavo il ruolo della figlia della Golino e c’era una scena in cui mentre ero mezza nuda lei mi prendeva a schiaffi: l’abbiamo provata e riprovata per arrivare a renderla fluida ed efficace”.

Come si costruisce l’intimità con degli sconosciuti in pochi giorni?
“Dipende molto da quanta confidenza ti dà l’attore più grande. In quest’occasione io ero la più piccola e la Golino è stata molto brava nel costruire un rapporto fisico tra lei e noi che interpretavamo i suoi figli. E’ stata fantastica in questo: per creare empatia chiacchieravamo tantissimo anche della nostra vita privata”.

Se lei ora la dovesse risentire lo farebbe in maniera spontanea?
“Farlo ora non mi creerebbe molti freni, perché sento che molto di quel rapporto è rimasto, ma chiamarla all’improvviso, su due piedi non mi verrebbe spontaneo. Non siamo rimaste in contatto”.

“L’amore rubato” è la storia di cinque donne di età differente in cui in un episodio lei è la figlia di Solfrizi. A parte la Golino che ci racconta essere stata fantastica nel rapporto umano, come si rapportano le star conclamate agli attori più giovani?
“Con me sono stati tutti molto carini. Alla fine sono esseri umani”.

Quando ha deciso di iniziare a recitare è stato difficile? Ha incontrato ostacoli in famiglia?
“Io sono cresciuta nei teatri. I miei genitori mi hanno sempre appoggiata anche se sanno che la vita dell’attore non è facile. Mio padre è un produttore di spettacoli teatrali e il mio sogno è quello di arrivare a fare la stessa cosa”.  

Che cos’è per lei la recitazione?
“Quando recito è come se, interpretando un’altra persona, fossi veramente me stessa. E’ strano: è come se mi liberassi. Io sono una persona molto taciturna, molto riflessiva, con cento dubbi. Con la recitazione, quando interpreto un personaggio, mi sento libera perché già so quello che devo fare. E poi, la cosa che mi fa impazzire, soprattutto del teatro, è che ogni giorno posso aggiungere qualcosa al personaggio che interpreto. Non nelle battute naturalmente, ma a livello di pensiero, nei movimenti. E’ come se ogni giorno, in ogni replica, ci fosse una seconda possibilità.

E quando finisce di recitare come si sente?
"Ho fame".