Roma

Allarme frutta e verdura, nel Lazio si coltivano con medicinali illegali

L'allarme dei consiglieri regionali Capriccioli e Bonafoni: “Nel Lazio filiera agricola malata, illegale e pericolosa. Fatto grave e inquietante”

Frutta e verdura coltivate nella Ragione Lazio con medicinali e prodotti vietati: è allarme “agrofarmaci”. I consiglieri Capriccioli e Bonafani tuonano: “Nella nostra regione siamo in presenza di una filiera agricola malata, illegale e pericolosa”.

 

"Quanto emerge dall'inchiesta di Marco Omizzolo e Angelo Mastrandrea, pubblicata oggi dal Venerdì di Repubblica, è gravissimo e inquietante". Così in una nota Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti, e Alessandro Capriccioli, capogruppo di +Europa Radicali presso il Consiglio regionale del Lazio.

"È la dimostrazione – continuano i consiglieri – che nella nostra regione siamo in presenza di una filiera agricola malata, illegale e pericolosa, che utilizza prodotti vietati per la produzione di frutta e verdura. Con l'aiuto di B., un bracciante che da anni lavora nei campi dell'Agro Pontino e che è riuscito a trafugare alcuni dei flaconi di fitofarmaci utilizzati dal suo "padrone", l'inchiesta ci fa conoscere il catalogo delle sostanze proibite che vengono usate nei campi della nostra regione: si va dall'Afalon, un erbicida revocato dal Ministero della Salute il 3 giugno 2017, al Cycocel, un regolatore della crescita vietato dal 2012, all'Adrop, un fitoregolatore che anticipa i tempi di maturazione di frutta e ortaggi proibito addirittura dal 2009”.

“Queste sostanze – proseguono – vengono utilizzate in spregio a qualsiasi norma di sicurezza, con operai e braccianti che sono continuamente esposti ai loro effetti: effetti che poi arrivano anche ai consumatori, che le ritrovano sulle loro tavole. Non a caso si sono registrati casi di intossicazione non solo tra i braccianti, ma anche tra chi ha acquistato i prodotti. A chiudere questa 'filiera dell'orrore' c'è un'ultima, tragica conseguenza: i flaconi e i bidoni utilizzati vengono bruciati, e i loro resti smaltiti illegalmente in discariche abusive nei campi. Tutto questo viene confermato dalle indagini e dai numerosi sequestri che i Nas di Latina hanno effettuato negli ultimi anni.Come Regione Lazio siamo da tempo impegnati in un percorso virtuoso per un'agricoltura sana, pulita e di qualità”.

“La legge sui biodistretti e quella sul caporalato approvate negli ultimi mesi in Consiglio regionale stanno a dimostrarlo – concludono Capriccioli e Bonafoni –, e certamente la loro puntuale e rigorosa applicazione non potrà che giovare a tutto il sistema. Per questo ci uniamo alla denuncia di Marco Omizzolo e Angelo Mastrandrea, e faremo tutto quanto in nostro potere per opporci in modo fattivo a questa situazione e per contribuire al suo completo approfondimento".