Roma
Amore tossico per il cinema e per i personaggi maledetti. Addio a Claudio Caligari
di Patrizio J. Macci
L'espressione "frena i freni che c'è un farma(cia)" è entrata nei modi di dire degli anni Ottanta tre decenni prima di "stecca para pe' tutti". Cesare, Enzo, Roberto soprannominato "Chopper" sono diventati personaggi dell'immaginario collettivo delle borgate romane, al pari dell'Accattone, del Freddo e del Libanese.
Ai personaggi di "Amore tossico" e "L'odore della notte" sono debitori una schiera di scrittori e sceneggiatori di fiction televisive, da "Romanzo Criminale" fino a "Gomorra". Claudio Caligari regista cinematografico di "personaggi maledetti" scomparso la sera del 26 maggio a Roma, è stato un grande narratore di cinema verità che ha saputo fotografare con lucida drammaticità il mondo border line della gioventù degli anni Ottanta e Novanta, partendo dal ritratto della periferia urbana del Lido di Ostia con "Amore tossico" e i suoi personaggi poetici e drammatici, fino alla Roma della banda dell'Arancia Meccanica de "L'odore della notte".
Storie crude e cattive di una Capitale assolata e desolata in pieno riflusso ideologico, devastata dalla violenza e dalla droga che ha raggiunto la base della piramide sociale. Sono gli anni degli occhiali Ray Ban, Franco Ferrarotti ha descritto nei suoi libri la vita drammatica delle periferie romane, il Sindaco Luigi Petroselli cerca di avvicinare le periferie al centro della città includendo gli ultimi, gli emarginati, gli esclusi.
"Amore Tossico" è diventato un titolo cult del cinema underground che generò un vespaio di polemiche quando uscì, alcuni imprenditori di Ostia si risentirono per l'immagine che veniva data della località balneare. La pellicola al Festival di Venezia vinse il premio "De Sica" quando in concorso c'erano maestri del calibro di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni. Caligari non si è mai allontanato dal racconto dei fatti di strada neanche quindici anni dopo, con "L'odore della notte" pellicola dove racconta le imprese di una banda dedita alle rapine nelle dimore della borghesia, una "Arancia meccanica" in salsa romanesca, cruda e verace. Schivo e silenzioso dopo queste due opere significative era rientrato nella penombra.
La sua ultima opera "Non essere cattivo" la cui produzione è stata caldeggiata e stimolata dall'attore Valerio Mastandrea , conclusa e in attesa di distribuzione, curiosamente lo aveva riportato a piazzare la sua macchina da presa nuovamente sul Litorale romano dove aveva cominciato la sua avventura artistica, proprio nei mesi in cui Ostia Lido è attraversata da scandali e la politica vive una pagina nera di malgoverno e corruzione.