Atac, futuro tra concordato e fallimento: creditori al voto il 19 dicembre
Concordato o fallimento, l'azienda di trasporto pubblico al bivio
Atac, futuro in bilico tra concordato e fallimento. Creditori al voto, davanti al tribunale ordinario, mercoledì 19 dicembre, chiamati a decidere se approvare o meno le condizioni del piano del concordato.
opo l'ammissione alla procedura nelle scorse settimane, saranno loro a dare l'ok definitivo al concordato o, in alternativa, a decretare il fallimento dell'azienda. Se la maggioranza dei creditori verso l'azienda si dirà favorevole, Atac potrà ricominciare su nuove basi alleggerita dal fardello debitorio che la sta trascinando a fondo. In caso contrario, l'azienda sarà costretta al fallimento, con tutto quello che ne consegue.
Il tribunale, attraverso i quotidiani, ha emesso un avviso ai creditori, ricordando tempi e modalità di soddisfacimento previste dal piano concordatario. Atac propone il pagamento integrale, entro un anno dell'omologazione parentesi vale a dire entro il 2019 assumendo che l'omologa intervenga entro il 31 dicembre 2018 parentesi, delle spese in pre-deduzione e dei crediti assistiti da privilegio. Inoltre Atac propone il pagamento entro 3 anni dall'omologazione del concordato del 31% dei crediti chirografari, il cosiddetto onere concordatario. Infine l'azienda ha previsto l'assegnazione ai creditori chirografari di due strumenti finanziari partecipativi, denominati "SFP Atac A" e "SFP Atac B", ossia una specie di Atac-bond che l'azienda promette di onorare dal 2022 al 2036.