Roma

Atac, purghe e "teste che cadono". Rettighieri è monarca assoluto. A tempo

Fine della festa. Da 2 marzo, giorno in cui è stata varata la nuova macrostuttura organizzativa, l'Atac ha un solo uomo al comando. Decimata una linea interna di manager, cancellate con un colpo di spugna ben 9 direzione e, come si evince dal grafico ufficiale che affaritaliani.it pubblica in esclusiva, il nuovo direttore generale Marco Rettighieri è una specie di monarca assoluto che tiene tra le mani le leve più importanti dell'azienda.
Sicurezza e tutela antifrode, Risorse umane e relazioni industriali, Sicurezza e qualità, sino alla Comunicazione esterna è tutto ad interim sotto il suo diretto controllo. Ben 4 Direzioni accorpate e con quella che l'azienda definisce una "catena di comando e controllo corta che favorisce la responsabilizzazione dei processi e l'efficienza della gestione". Tradotto: un uomo solo al comando che ha scelto due soli managr ai quali affidare le leve del denaro e la parte operativa del servizio. Si tratta di Maria Grazia Russo, ora direttore Corporate e Roberto Monichino ai quali afferiscono tutte le responsabilità che vanno nel primo caso dalla finanza al controllo di gestione, sino a gare, acquisti, patrimonio e legale e al secondo le attività di ingegneria, gestione di depositi bus e metropolitane, l'esercizio e la sosta e parcheggi.

macro atac 01
 

Una purga che non ha precedenti storici e che appare propedeutica al "taglio delle teste", cioè all'allontanamento di una serie di dirigenti la cue storie professionali e i risultati, sono stati bocciati dall'analisi che Rettighieri ha effettuato in gran silenzio.
Singolare il linguaggio adottato per spiegare la rivoluzione: "La nuova organizzazione - ha spiegato il DG Rettighieri - unita al quadro di certezze rappresentato dal nuovo contratto di servizio consentirà all'azienda di traguardare l'obiettivo di una gestione efficiente con quello di un servizio adatto alle esigenze di una realtà complessa come è la capitale d'Italia. Atac farà quanto è nelle sue possibilità per arrivare alla scadenza del nuovo contratto di servizio, prevista per il 2019, con le carte in regola per partecipare all'evoluzione richiesta dal contesto normativo". Chiacchiere per motivare le teste saltate e i prossimi licenziamenti prima che la politica riprenda il controllo della città e ricominci a manovrare i punti di riferimento interni sopravvissuti all'ecatombe.