Roma

Bocce avvelenate: “Io te darei 60 mila se non ti ricandidi”. Audio da brivido

Inchiesta di affaritaliani.it/2 parte. Ecco l'audio del pranzo tra l'ex presidente Fib Rizzoli, Luca Pancalli e De Sanctis: ”I soldi? Dalla fondazione”

di Valentina Renzopaoli

Bocce nel pallone: la story che nel 2017 fece finire nella bufera la Federazione Italiana, per un caso di presunta corruzione, a tre anni di distanza è ancora in fase di indagine da parte della Procura di Roma. Il prossimo 28 settembre, si deciderà se andare avanti o archiviare definitivamente l'inchiesta che, nel frattempo, ha visto crescere il suo fascicolo tra accuse reciproche, due richieste di archiviazione, ricorsi, querele e controquerele. Insomma, la storia è sempre più avvelenata.

La vicenda che coinvolge l'ex Presidente della Fib, Romolo Rizzoli, l'attuale Presidente dei Federbocce, Marco Giunio De Sanctis, e chiama in causa personaggi eccellenti come Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimico, e Giovanni Malagò, Presidente del Coni, ruota prevalentemente attorno ad un episodio: un pranzo che si sarebbe svolto in un ristorante romano il 12 dicembre 2015, tra Rizzoli, De Sanctis e Pancalli e durante il quale si sarebbe consumata la presunta istigazione alla corruzione, registrata da Rizzoli all'insaputa degli altri commensali.

Secondo quanto si legge nel deferimento della Giustizia Sportiva, “De Sanctis, alla presenza di Pancalli, avrebbe offerto 36mila euro a Rizzoli, se non si fosse ricandidato alla presidenza della Fib. Soldi che sarebbero potuti arrivare dalle casse della Fondazione del Comitato Italiano Paralimpico, di cui De Sanctis era segretario generale”.

I Procuratori sportivi scrivono: "Nell’occasione... i due abbiano proposto al Rizzoli di abbandonare la candidatura in cambio di un incarico remunerato per un quadriennio non è in discussione in quanto è provato dalla registrazione e non è negato nemmeno dai diretti interessati. Si tratta di un tentativo di “corruzione” avente ad oggetto la compravendita della candidatura elettorale che, qualora fosse andato a buon fine, avrebbe provocato una contrazione delle prerogative democratiche degli elettori: comprando il ritiro di un contendente si viene a creare un percorso facilitato di vittoria per l’altro contendente, a scapito di una sana contesa elettorale democratica”. Ancor più grave è la “disinvoltura con la quale vengono individuate dal De Sanctis e dal Pancalli le fonti di approvvigionamento finanziario delle somme che sarebbero servite a ripagare il Rizzoli per il suo ritiro: addirittura si arriva ad ipotizzare l’utilizzo di fondi pubblici quali quelli appartenenti alla fondazione del CIP. Sul punto la dichiarazione di De Sanctis e di Pancalli tese a dimostrare la legittimità di un eventuale incarico remunerato al Rizzoli non appaiono credibili, così come dal tenore della registrazione non sembra sostenibile che il Pancalli scherzi quando propone ed indica la somma che secondo lui sarebbe giusto riconoscere al Rizzoli in cambio della sua rinuncia alla candidatura, poi si definisce “arbitro” tra i due ed infine si propone nella veste di “notaio” per vigilare sull’accordo scellerato raggiunto”.

 

“Romolo Rizzoli – spiega il suo legale, l'avvocato Enrico Napoletano - invitato la mattina del 12 dicembre da Pancalli all'incontro, si presenta con un registratore perché aveva paura che durante il pranzo, di fronte ad una persona che per lui aveva sempre rappresentato un'icona rispetto dell'eticità e dei valori sportivi (appunto Luca Pancalli) De Sanctis potesse di nuovo fare la sua offerta indecente. E così, infatti, fu – precisa l'avvocato - inoltre, dall'audio si evince chiaramente che già in precedenza, era stata formulata la stessa proposta”.

Secondo la memoria che l'avvocato Napoletano ha presentato per opporsi all'archiviazione del caso, da questa conversazione si evincerebbe “un tentativo di offrire indebitamente una cospicua somma di denaro al presidente Rizzoli distraendola dalle finalità per le quali questi soldi erano stati evidentemente destinati, ovvero per lo sviluppo di attività paralimpiche finalizzate al benessere di ragazzi diversamente abili”.

fib marco giunio de sanctis
 

Nella trascrizione della registrazione audio della conversazione dell'incontro (allegata al testo), si legge:

De Sanctis: io te darei 2mila e 500 netti
Pancalli: perché so 60
Rizzoli: no ma sti soldi da dove arrivano, io vorrei capire. No perché poi sto andando nel pratico
De Sanctis: no mica so scemo
Rizzoli: Io io mica posso stare dietro alle cose vostre
De Sanctis: io c'ho un ruolo cazzo, certo che te posso pagà, abbiamo Fib servizi, lo posso fa con la fondazione
Rizzoli: ma la Fib servizi non c'ha 'na lira.
De Sanctis: C'è la fondazione, io alla fondazione gli dò 800mila, giro i sordi come fondazione paralimpica, ma che te lo devo di? E' facilissimo.

 

L'avvocato Napoletano espone ancora la sua versione: “E' chiaro che Pancalli un ruolo lo ha avuto in questa storia: perché era a conoscenza dell'avvicinamento di De Sanctis e Rizzoli; era pienamente a conoscenza che tra i due vi fosse uno scontro su chi dovesse ripresentarsi alle elezioni del 2017. E la prova sta nel fatto che l'incontro di apre con le parole di Pancalli, con cui si definisce prima “promotore” dell'incontro e successivamente “notaio”: “Allora come ho chiesto a te e ho chiesto a lui, come sai sono il promotore di questo incontro (…) mi sembrava opportuno organizzare perché vi chiariate”.

Pancalli: no no ho capito, io la vedo da quello che ascolto come è stato. Secondo me oggi non vedo spazi per.. o almeno vedo la disponibilità ma non vedo spazi per un accordo, tu ti candidi, lui se candida, non so quello che cazzo succederà, mettiamo cao lui vince però si spezza comunque l’equilibrio della Federazione perché comunque dopo tanti anni il malessere, ce l’avrò pure io all’interno, uno lo crea
Rizzoli: no ma mentre lui è certo che si candida, io gli dico una cosa, aspetterò i miei anni quando arriverò, in che condizioni
De Sanctis: non vedo perché uno deve sta a aspettà questo
Pancalli: secondo me l’accordo uno o lo fa adesso o è un percorso che all’ultimo momento per il bene della Federazione fate unn accordo e ne uscite come i salvatori della patria, io non so se esiste un presidente onorario, se esistono cose
De Sanctis: hai fatto 24 anni, ne fai 28 te cambia qualcosa? Bo
Pancalli: per me quello che gli devi garantire sono i 36 che lui prende adesso
De Sanctis: ma gliel ho di si gliel ho detto io
Pancalli: che siano anche legati ad un ruolo che ha rivestito … e bisogna capire qual è sto ruolo
De Sanctis: e il ruolo lo costruiamo, lo stiamo dicendo adesso

Affaritaliani.it ha provato a chiedere a Luca Pancalli di fornire la sua versione dei fatti ma, il numero uno del Cip ha risposto via mail “di aver già detto alle autorità competenti ciò che aveva da dire e di voler, quindi, aspettare che la giustizia faccia il suo corso”.

Da parte sua, l'attuale presidente De Sanctis, quando scoppiò il caso, aveva commentato: “Offrivo una semplice consulenza, perché avrebbe perso il reddito di 30 mila euro l’anno che gli derivava dall’essere presidente della Fib: non c’è nulla di male era un tentativo di conciliazione organizzato da Pancalli. Sono legatissimo a entrambi, Rizzoli lo conosco da 50 anni e come Pancalli lo consideravo di famiglia. L’esposto è presentato a distanza di un anno da quell’incontro, e soprattutto viene pubblicata nel giorno dell’elezione del nuovo presidente. Sono coincidenze che lasciano pensare (come riportato da alcuni articoli dell'epoca)”.

A questo punto, entra in scena un altro “big” dello sport. Rizzoli, infatti, dopo l'episodio del pranzo, avrebbe deciso di chiedere un incontro al Presidente del Coni, Giovanni Malagò, per esporre i fatti. A lui e all'avvocato Francesco Soro, Dirigente del Coni, Rizzoli avrebbe fatto ascoltare la registrazione, sperando in un loro intervento. “Nonostante le rassicurazioni sul fatto che sarebbero intervenuti, nei mesi a seguire il Coni scomparve e la registrazione non emerse”, afferma l'avvocato Napoletano.

Affaritaliani.it ha chiesto spiegazioni anche al Coni, ma lo staff di Malagò ha risposto di “non avere nulla dire poiché la giustizia sportiva ha già emesso la sua sentenza”.

Nel maggio 2017, dopo che la notizia della registrazione emerse pubblicamente, la Procura Generale dello Sport, dapprima affidata al Procuratore Federale della FIB, Gianluca Cambareri, poi sostituito dal Procuratore Generale Enrico Cataldi e dal Procuratore Nazionale dello Sport, Massimo Ciardullo, entrambi della Procura Generale del CONI,  deferirono sia Romolo Rizzoli sia Marco Giunio De Sanctis. Nel luglio 2017, nell’ambito dello stesso procedimento sportivo, la posizione di De Santis viene separata per via dell’intervenuto patteggiamento della pena con la Procura alla squalifica di 45 giorni; mentre, nell’agosto successivo, il Tribunale federale conclude il procedimento sportivo rimasto in piedi a carico del solo Rizzoli, condannandolo alla squalifica di 3 mesi con sospensione da qualunque qualifica federale.

 

Puntata 2 – SEGUE

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1 - La registrazione audio del pranzo tra Rizzoli, Pancalli e De Sanctis: l'offerta di 60 mila euro l'anno

2 -La registrazione audio del pranzo tra Rizzoli, Pancalli e De Sanctis: Luca Pancalli: “Io faccio da notaio”

3 – La trascrizione dell'audio del pranzo allegata agli atti della Procura di Roma

La prima puntata: Bocce avvelenate: “Soldi per non candidarsi”, la bufera Fib non si ferma