Roma

Case di riposo, il business degli usurai: “Si fanno soldi, ne apro un'altra"

Sequestrati beni per 5 mln al clan dei Castelli che gestiva una Rsa ad Artena. Il metodo mafioso per recuperare i prestiti a tassi anche del 570% cento l'anno

Case di riposo per anziani, il mega business ha acceso gli appetiti degli usurai che, dopo averne aperta una, sognavano di far soldi “puliti” con una seconda residenza assistenziali.

Così, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro di beni per un valore di 5 milioni di euro nei confronti di vecchie conoscenze del mondo degli strozzini. Si tratta di LICENZIATO Mario (classe 1947), il figlio Mauro (classe 1981) e HUDOROVICH Elvis (classe 1977), tutti residenti a San Cesareo (RM), arrestati dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma nel luglio 2018 per fatti di usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni.

L’indagine, denominata “Terza età”, aveva consentito di ricostruire una serie di prestiti a tassi usurari – tra il 90% e il 180% annuo, con punte del 570% – erogati, per lo più, a imprenditori in gravi difficoltà economiche. L’attività veniva svolta in modo continuativo e professionale: “compà voi dovete capire una cosa io, cioè io, cioè chi fa per me, che con i soldi ci lavoriamo”, affermava in una telefonata intercettata Mauro LICENZIATO.

Quando le vittime non effettuavano i pagamenti alle scadenze imposte scattavano le minacce. Mario LICENZIATO così diceva a una persona incaricata della riscossione: “chiama subito … gli devi dire «la cambiale non è stata pagata» … dici «che aspetti che viene Mario lì sopra e ti rompe la testa a te e a tuo figlio» … se no devo chiamare a … e lo devo mandare là, lo devo mandare a rompergli la testa”.

I proventi venivano poi reinvestiti in imprese operanti nei settori alberghiero, della ristorazione e del commercio di autoveicoli, intestate a familiari o compiacenti “prestanome”.

Una società, in particolare, era stata costituita per gestire una casa di riposo per anziani ad Artena (RM). Il business si era rivelato talmente redditizio che Mario LICENZIATO si stava organizzando per aprire un’altra analoga struttura a San Cesareo.

Partendo dalle risultanze dell’operazione “Terza età”, gli specialisti del G.I.C.O. hanno eseguito meticolosi accertamenti economico-patrimoniali, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, con l’obiettivo di aggredire, attraverso gli strumenti della normativa antimafia, le ricchezze illecitamente accumulate dal gruppo criminale.

In una conversazione con Pasquale ZAZA, nipote del boss di camorra Michele ZAZA inteso “Michele o’ pazz”, Mario LICENZIATO, che non risulta aver mai svolto alcuna attività lavorativa, dichiarava: “io e te guadagniamo da un miliardo a un miliardo e mezzo l’anno”. Mauro LICENZIATO e Elvis HUDOROVIC, con redditi dichiarati modesti o addirittura nulli, mantenevano un tenore di vita particolarmente agiato, fatto di ville di pregio, auto di lusso, frequenti vacanze e beni voluttuari di particolare valore economico.

Sussistendo i presupposti soggettivi – pericolosità sociale dei 3 proposti – e oggettivi – disponibilità di beni in misura sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati – il Tribunale di Roma ha emesso il decreto di sequestro in corso di esecuzione, che ha ad oggetto il patrimonio milionario accumulato in pochi anni, così composto:

quote societarie di maggioranza di un’impresa che gestisce una casa di riposo per anziani ad Artena, ora affidata ad un amministratore giudiziario;

19 immobili ubicati nei comuni di San Cesareo, Palestrina e Anzio;

4 automezzi, tra cui una Porsche;

11 rapporti finanziari per circa 180.000 euro e denaro contante per quasi 230.000 euro;

5 polizze assicurative vita per circa 150.000 euro;

11 orologi di pregio, tra cui numerosi Rolex, nonché un lingotto d’oro e preziosi del valore complessivo di oltre 170.000 euro.