Roma

Ciliege turche con l'insetticida vietato. Allarme al mercato di via Orvieto

Aggirati i controlli sanitari: le ciliege che mangiano i romani arrivano dalla Turchia

di Enza Colagrosso

Ciliegie turche sulle tavole romane. A svelarcelo sono i produttori che portano ogni giorno, quelli che dovrebbero essere i frutti della loro terra, in un noto mercato rionale della nostra città, il mercato di via Orvieto a San Giovanni.

Ciliegie turche, belle a vederle e buone a mangiarle ma ricche però di un principio attivo, il Dimetoato, un'insetticida che da noi è stato vietato da più di dieci anni. Il Dimetoato è infatti un prodotto che penetra dentro al frutto e per questo viene poi ingerito da chi consuma l’alimento trattato. Messo al bando nel nostro Paese e nella Comunità Europea, questo antiparassitario è però utilizzato al di fuori dei confini comunitari, perché il suo trattamento è in grado di garantire ogni raccolto.

I consumatori fiduciosi verso i prodotti portati da un produttore, cioè tutti noi, hanno poi diffusa la convinzione, che se la merce del mercato non è proprio del contadino, ma è magari d’importazione, è comunque soggetta ad attenti controlli. I venditori però spiegano tra un “si dice e un mi pare”, che in pratica non è così anzi, voci nascoste che hanno sussurrato celandosi dietro la penombra di un ombrellone, dicono che al Centro Agralimentare Car le partite che arrivano dall’estero non vengono neanche campionate per essere analizzate. A questo punto la differenza appare chiara, perché mentre sui nostri prodotti le etichette fitosanitarie le determina il ministero della Salute, in molti Paesi, in particolare extra comunitari, tanti controlli non ci sono ma nonostante ciò, questi articoli circolano liberamente sul nostro mercato a discapito dei nostri prodotti.

 Inutile dire che nel guardare la mercanzia esposta sui banchi inizia ben presto a sorgere un interrogativo rispetto a quei frutti tipici dei nostri territori: ma le nostre ciliegie e la produzione agricola nostrana, che fine hanno fatto?

Presto detto: “Per le ciliegie è stata un po’ una stagionaccia: pioggia e “suzuchii”, un insetto che sta devastando le nostre coltivazioni, hanno portato a maturazione poco prodotto vendibile, dicono sempre i venditori che sottolineano: "Certo con il Demetoato le coltivazioni sarebbero salve anche da noi! Il banco va comunque allestito ogni giorno con i prodotti che i consumatori richiedono e allora quale scelta rimane? Abbandonare i prodotti nostrani sugli alberi, rovinati da intemperie, insetti e costi di produzione alti, per vendere frutta che arriva da Paesi lontani”.

Del resto in molti lamentano che la filiera produttiva è veramente poco protetta e al venditore conviene sempre più comprare questi articoli a prezzo contenuto per poterli poi rivendere al prezzo che il mercato sostiene, piuttosto che affrontare tutte le grane della coltivazione per avere alla fine un prodotto magari troppo caro per esser portato alla vendita. Fortunatamente però sono proprio loro, i produttori, i primi a ribellarsi a tutto ciò e, per cercare di difendersi, e difenderci, stanno creando associazioni e una rete d’impresa che a breve arriverà a bollinerà il vero frutto della coltivazione italiana.