Roma
Cinema America, guerra coi distributori: “Ricattati”. La replica: “Fake news”
I ragazzi del Cinema America: “Vogliono gli eventi a pagamento. Così saremo costretti ad annullare stagione”. La replica dell'Anica: “È una fake news”
Cinema in piazza, è guerra tra il Cinema America e le case di distribuzione cinematografiche. Gli organizzatori denunciano di essere “sotto ricatto” poiché obbligati a far diventare le proiezioni a pagamento per poter avere i film da proiettare, ma la replica dei distributori è immediata: “Fake news”.
Il grido dell'associazione Piccolo Cinema America di Roma arriva direttamente dalla propria pagina Facebook con un post al veleno che due destinatari precisi: l'Anica, presieduta da Francesco Rutelli che rappresenta i distributori, e l'Anec, che rappresenta invece i gestori delle sale. Il motivo dello scontro è la gratuità degli eventi organizzati dall'associazione: "la lobby dei distributori e delle catene di multiplex" vuole bloccare le concessioni dei film a meno che non si inizi a far pagare un biglietto per le proiezioni.
“L’Anica – dichiara Valerio Carocci, presidente del Piccolo Cinema America – da più di due anni dà indicazioni scritte ai distributori italiani e alle agenzie estere di non concedere film per proiezioni a ingresso gratuito sul territorio italiano, nonostante queste riguardino esclusivamente titoli che hanno già concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala e già presenti in chiaro in tv, PayTv, Streaming e Dvd".
"I nostri eventi – continua Carocci – sono gratuiti per chi ne fruisce, ma non per l’industria cinematografica, alla quale abbiamo sempre pagato le concessioni a proiettare. Di oltre 140 film richiesti alle case di distribuzione per programmare le rassegne a San Cosimato, Ostia e Cervelletta abbiamo ricevuto più di 120 risposte negative. Non ci autorizzano nemmeno i film di proprietà RAI di autori italiani! Tutti 'no' ad offerte economiche pari o più alte rispetto all’usuale valore di mercato per la proiezione di quelle opere con proiettori DCI. Siamo senza film, costretti a chiedere il vostro aiuto per combattere questa battaglia”.
“Vi raccontiamo – prosegue l'associazione nel post – due episodi per farvi capire cosa negli scorsi anni ha significato per noi questo crescente ostracismo. Vi ricordate quando abbiamo tutti assieme difeso il cinema a San Cosimato? Quei giorni noi stavamo anche lottando senza sosta per ottenere i film. Rischiammo e andammo in conferenza stampa senza tutte le autorizzazioni, fortunatamente ottenendole pochi giorni dopo. L’anno scorso, durante le giornate delle aggressioni, il rappresentante dei distributori Anica Luigi Lonigro ci disse che avrebbe voluto aiutarci ma che gli americani (major) non volevano darci i loro film. Allora scrivemmo alle agenzie di distribuzione all’estero, controllando la validità dei loro contratti sul territorio italiano e ottenendo in pochissimi giorni le autorizzazioni per gli stessi film bloccati in Italia. Pochi giorni dopo Lonigro si presentò a San Cosimato a dare la sua solidarietà ai nostri microfoni, mentre in parallelo arrivarono alcune lettere da Londra con l’ordine di annullare tutte le proiezioni di Fox e Warner Bros, con scritto nero su bianco che 'secondo le direttive dell’Anica (il famoso Lonigro) non le avrebbero potute autorizzare'. Ma i contratti erano stati perfezionati, avevamo pagato e perciò abbiamo proiettato e visto tutti assieme Guerre Stellari”.
Immediata la risposta dell'Anica: “Sono fake news”
L'Anica non ha perso tempo ed ha subito risposto alle accuse del Cinema America. “Un comunicato firmato 'I ragazzi del Cinema America' sta diffondendo fake news gravissime che, se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie”, si legge in una nota dell'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive. “L'Anica – continua la nota – ha sempre guardato con simpatia all'esperienza in piazza San Cosimato, tanto da invitare Carocci alla conferenza sul rinnovamento delle sale cinematografiche ed esprimere amicizia e sostegno a questo progetto. Non esiste un solo atto, in particolare, che possa riferirsi a iniziative di segno opposto da parte di Francesco Rutelli: occorre un'immediata e formale smentita a questo proposito. La Sezione distributori dell'Anica, parimenti, non ha avuto alcun contatto con Carocci e i suoi collaboratori nel corso di quest'anno, né avrebbe potuto dare indicazioni commerciali alle aziende associate, che operano in base alle proprie strategie industriali, in un momento tanto difficile”.
“Lo scorso anno il presidente Lonigro è andato in piazza San Cosimato a esprimere la solidarietà propria e di tutti gli associati e anche la presidente della sezione Produttori Francesca Cima ha sempre manifestato apprezzamento ad iniziative volte all'avvicinamento del pubblico più giovane - prosegue l'associazione -. È peraltro sorprendente la superficialità con cui si mostra di ignorare che in questo momento in Italia ci sono settemila lavoratori delle sale cinematografiche e mille delle distribuzioni senza lavoro e in cassa integrazione. Una cifra drammatica cui vanno aggiunti circa 20mila lavoratori dell'indotto. Decine di sale cinematografiche, ed alcune aziende di distribuzione indipendenti italiane hanno annunciato la cessazione definitiva delle attività. Per questo, con grande pazienza e determinazione, l'Anica e tutte le realtà della filiera stanno lavorando per salvare industrie, occupazione, mercato, autori, maestranze, attori e talenti, e cercare di ripartire in una situazione tanto difficile. Prima di lanciare attacchi irresponsabili, occorrono l'umiltà e la coscienza di sapersi guardare intorno, oltre al proprio specifico caso. Occorre la volontà di cercare soluzioni prima che insensate aggressioni”, conclude Anica.