Roma

Cinema America, “I vecchi film? Feticismo”: M5s choc in Commissione Cultura

La vicepresidente della Commissione Cultura M5S: "I vecchi film? Feticismo". Attacco al Cinema America

“Suspiria” di Dario Argento, “Lolita”, “Arancia Meccanica” o “Shining” di Stanley Kubrick, “Una storia vera” di David Lynch, “Caterina va in città” di Carlo Virzì: guardarli è “feticismo”, parola di Gemma Guerrini, M5S.

 

La consigliera capitolina e vicepresidente vicaria della commissione cultura al Comune di Roma relega alcune tra le più grandi pellicole della storia del cinema come feticci e lo fa per scagliarsi contro il Cinema America.

“Cos’è infatti se non feticismo, la reiterata proiezione, giorno dopo giorno, di vecchi film che hanno in comune soltanto il fatto di essere famosi, con a seguire la presentazione degli altrettanto famosi produttori/registi/attori, magari accompagnati dal Franceschini o dallo Zingaretti di turno?”, si chiede sul suo profilo Facebook la Guerrini.

Sembra esserle andato di traverso il rifiuto dei ragazzi del Piccolo Cinema America che in una conferenza stampa hanno annunciato di non voler partecipare al bando Estate Romana per potersi aggiudicare piazza San Cosimato, che gli scorsi anni hanno riempito con migliaia di persone grazie all'arena cinematografica. “L’Associazione Piccolo Cinema America non ha mai disdegnato di partecipare ad altri bandi pubblici. Infatti, oltre al finanziamento di 35.700 euro ricevuto dal I Municipio di Roma nel 2014, ha poi partecipato anche a diversi bandi della Regione Lazio, vincendo: 40 mila euro a febbraio del 2016, 10 mila euro a giugno 2016, 50 mila euro a maggio 2017”, scrive ancora Guerrini.

Prove che sembrano però dimostrare soltanto come il rifiuto del bando Estate Romana da parte dei ragazzi dell'Arena non sia paura di confrontarsi con altre associazioni, ma  una netta presa di posizione contro le nuove scelte della giunta capitolina.

Guerrini ne approfitta per chiarire come di gratis non ci sia nulla: “Vorremmo chiarire a Zingaretti, a tutti seguaci del Pd e ai benecomunisti, che gli eventi organizzati con finanziamenti pubblici, pur se senza sbigliettamento, non sono gratis: sono invece eventi già pagati dai cittadini con le loro tasse. E a fronte di tanta generosità mostrata dalla Regione Lazio per gli “eventi culturali”, c’è da chiedersi se la strategia del Pd non sia quella di curare ambiente e malati con la pura suggestione di vecchi film”.

La vicepresidente vicaria della commissione cultura dichiara di non capire affatto il valore culturale dei film in programmazione all'arena negli scorsi anni: “I numerosi e vivaci sostenitori della manifestazione estiva organizzata dalla suddetta Associazione, ne hanno rivendicato a ogni pie’ sospinto l’alto livello culturale: a riprova, la moltitudine di cittadini che accorrevano in massa, desiderosi di abbeverarsi a tanta copiosa fonte, tanto ben frequentata e da tanti e tanto famosi personaggi. Personalmente non so rispondere alla domanda di cosa ci sia di così altamente culturale nella riedizione di vecchi film, all’interno di un contesto storico e sociale con una sua storia, una sua identità, un suo vivace vissuto, che solo chi ne è estraneo, e vuole rimanerne tale, può non conoscere né vedere e anzi può soffocare vantando una civilizzazione di stampo colonialista”, scrive su Facebook.

Nessuna cultura, insomma, ma solo propaganda per il Pd: “Ciò che invece risulta evidente è quanto manifestazioni simili siano funzionali alla propaganda del partito politico che le sostiene, in questo caso di quel Pd maestro nella manipolazione del consenso, che ormai da decenni utilizza la spettacolarizzazione e la feticizzazione della cultura come arma di distrazione di massa”.

Panem et circenses, come si diceva nell'antica Roma. Tanto che Guerrini chiama in causa anche gli imperatori: “Alla quantificazione numerica come misura del consenso, già noto a quegli imperatori romani che organizzavano gli spettacoli gladiatori al Colosseo, questo sistema di intellettualizzazione del divertimento ha poi appaiato spesso l’idea della sua gratuità: divertimento puro e purificato da ogni contaminazione pecuniaria. Purtroppo, come ben sappiamo, nulla è gratuito. Forse è arrivato il momento che i cittadini comincino a chiedersi se non sarebbe stato meglio se i bravi amministratori alla Zingaretti avessero guardato un po' meno film per occuparsi di più e meglio di sanità e di ambiente”, ha detto la vicepresidente vicaria della commissione cultura.