Roma
Cinema Palazzo, scontri post sgombero: un arresto. Occupazione a La Sapienza
Il bilancio dopo lo sgombero di San Lorenzo è di un arresto, una denuncia e un agente finito in ospedale. Studenti occupano il lucernario de La Sapienza
Cinema Palazzo, scontri dopo lo sgombero dello stabile a San Lorenzo: i tafferugli e le cariche della polizia contro il corteo di migliaia di persone accorse tra le strade del quartiere romano hanno portato ad un arresto, una denuncia ed un poliziotto ferito finito in ospedale.
Il corte era partito alle 17 quando piazza dei Sanniti era ancora chiusa dai blindati della polizia, con il fiume di gente che è passato per via Tiburtina. Intorno alle 20 i manifestanti si sono avvicinati al cordone della polizia con l'intento di 'rientrare' nella piazza per poter svolgere un'assemblea. La polizia ha così caricato il corteo con i manifestanti che sono stati costretti a indietreggiare.
Gli studenti occupano per protesta il lucernario de La Sapienza
Giovedì mattina la protesta per lo sgombero del Cinema Palazzo continua, con un gruppo di studenti che ha simbolicamente riaperto uno spazio abbandonato alla Sapienza, il lucernario, e sono rientrati nell’università dando vita ad una assemblea. L’azione è stata promossa dai collettivi universitari, dall’aula studio fuori luogo e dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC).
“Abbiamo voluto fare questa azione simbolica per denunciare lo stato di abbandono nel quale versa l'università e più in generale il sistema d'istruzione - affermano le organizzazioni in una nota - Abbiamo scelto di farlo nella settimana contro la violenza sulle donne per ribadire l’importanza di una battaglia per noi fondamentale e per chiedere che il lucernario sia restituito agli studenti e diventi un consultorio per le studentesse. Tornare dentro l'università, poter fare tutti insieme in sicurezza un'assemblea nel nostro luogo di studio per noi è fondamentale e lancia il messaggio che gli studenti e le studentesse non restano a guardare mentre vengono privati del proprio diritto allo studio”. Nella nota è detto inoltre che “sono anni che governi di ogni colore smantellano l’istruzione e la sanità pubblica e che cancellano i nostri diritti nei luoghi di studio e di lavoro. Con la pandemia questo processo non ha fatto altro che accelerare. Ci hanno lasciato senza luoghi di studio obbligandoci a una Dad classista che poteva essere evitata con una gestione diversa della crisi. Serviva investire nei trasporti, nella sanità nella messa in sicurezza dei luoghi di studio e di lavoro e invece gli unici interessi tutelati sono stati quelli delle imprese”. Viene sottolineato che “oggi è importante lottare affinché la didattica a distanza sia una misura temporanea, affinché si possa tornare a vivere le scuole e le università, affinché ci sia un'altra gestione della crisi finalizzata alla tutela degli interessi degli studenti e dei lavoratori. Oggi - concludono gli studenti - riprendendoci l’università abbiamo fatto un primo passo in questa lotta, ma non ci fermeremo qui”.