Comune M5S contro Coldiretti: Circo Massimo, esplode la guerra del green food
Il segretario generale del Comune di Roma blocca la proroga. Timori di denunce per abusi edilizi
Green food, prodotti bio, tracciati e garantiti, filiera corta e una location unica al mondo: il Circo Massimo. Tra gli appetiti di mercato, le pressioni lobbistiche e la voglia di legalità e l'incapacità tecnico amministrativa del Comune di Roma M5S, si è consumata nel week end lo psicodramma di Campagna Amica, lo spazio di via di San Teodoro che fa gola ai piccoli produttori, associati nella Coldiretti e gli appetiti di giganti del food alla ricerca spasmodica di spazi.
Tutto nasce nella tarda serata di venerdì. Secondo i bene informati del Campidoglio, sul tavolo dell'assessore Luca Bergamo giaceva da tempo il dossier “Campagna Amica”, con le evidenti pressioni della Coldiretti che puntava ad una proroga dell'affidamento dell'area cera di poter vincere dopo otto anni di gestione ininterrotta. Ma perché solo poche ore prima dell'apertura delle porte della location di via di San Teodoro, il Comune ha notificato alla Coldiretti il divieto di far montare i banchi e vendere i prodotti?
La notte della paura
La risposta arriva da una gola profonda del Campidoglio che racconta come il Comune abbia preso la decisione “pavida” di sospendere l'autorizzazione, pur sapendo che sarebbe scoppiata dal guerra del green food. In cronico ritardo sul bando, il dossier già pronto che prevedeva una proroga, sarebbe stato stoppato dal Segretario Generale del Comune, Paolo Mileti, sulla scorta di un rapporto della Polizia Locale, secondo la quale all'interno dell'area di via di San Teodoro sarebbe state compiuti una serie di illeciti tra cui la realizzazione di manufatti abusivi e la modifica non autorizzata di alcune strutture. Insomma, opere abusive che, in caso di proroga, avrebbero potuto esporre il Comune ad una denuncia per omissione d'atti d'ufficio e gli affidatari per abusi edilizi. Poca roba, sia chiaro, ma in tempo di brividi per l'amministrazione, anche chiudere un occhio su un illecito avrebbe potuto generare un inferno. E questo perché alcuni player nazionali e internazionali della bio alimentazione, aspettavano il bando di Campana Amica per poter allungare le mani su una “perla” del commercio romano che vale almeno il doppio di un mercato rionale tradizionale.
Se tutto fila liscio il mercato riaprirà a metà giugno
E' stata insomma la paura di denunce a far nascere la decisione di chiudere le porte il sabato mattina e rischiare l'impopolarità e l'ira di produttori e cittadini affezionati al mercato. Come sempre, quando si tratta di pasticci amministrativi, l'M5S porta a casa il risultato peggiore.
Tra la pubblicazione del bando, la scelta del vincitore ed eventuali ricorsi amministrativi e aggiudicazione definitiva, compresi i lavori di ripristino dell'area e di riorganizzazione funzionale, prima di metà giugno l'area che permetteva ai romani di acquistare direttamente dai produttori cibi di qualità – e senza intermediari -non riaprirà i battenti.