Corruzione e manette al San Camillo. Lavori finti, veri black out nei reparti
L'inchiesta nasce da una serie di black out nei reparti per gruppi e generatori mai revisionati
Nasce da un esposto dell'allora direttore generale del San Camillo-Forlanini Antonio D'Urso (ora alla guida dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari) l'indagine della Procura di Roma sull'illecita gestione degli appalti.
L'esposto, presentato il 29 luglio 2015, riepilogava una serie di episodi di black out elettrici registrati in diversi padiglioni dell'Azienda ospedaliera con conseguenti problemi nell'attivazione dei gruppi elettrogeni che "aveva riguardato non solo gli uffici ma anche reparti attivi, come quello di maternità".
Come ricorda il gip Flavia Costantini nell'ordinanza di custodia cautelare, il primo episodio di black out, che interessò il Padiglione Busi, e' del 13 luglio: "In seguito a tale episodio - scrive il giudice - venivano chiesti dal direttore generale spiegazioni ad Alessandro Agneni, atteso che alcuni dipendenti della Stim srl gli avevano riferito, confidenzialmente, che l'episodio era stato causato dalla mancanza di carburante nei gruppi elettrogeni".
Il secondo black out, che coinvolse il Padiglione Morgagni, è della mattinata del 27 luglio: anche in questa circostanza il gruppo elettrogeno non si era attivato. D'Urso chiese di nuovo spiegazioni e a quel punto Agneni si sentì con la responsabile della Cofely Italia Rita Aurigemma, che gli prospettava la scusa da utilizzare per 'coprire' la Stim srl.
Per il gip Costantini "gli inconvenienti erano dovuti al fatto che la Stim srl aveva fatto proprie numerose commesse tra le quali anche le verifiche sui gruppi elettrogeni e di continuità, ma di fatto tali verifiche non erano mai state fatte".
In una conversazione con un altro indagato, Agneni apprendeva che "mancava la sicurezza totale in quanto le batterie erano scariche, dovevano essere controllate 'ogni tanto' e avrebbero potuto comportare 'piccole' interruzioni di corrente". "Tali mancanze di energia elettrica - sottolinea il giudice - avevano messo in evidenza la vulnerabilità dei sistemi supplementari di fornitura di energia elettrica, quali gruppi elettrogeni, ciò con il rischio reale di mettere a repentaglio l'incolumità dei pazienti. Tale situazione veniva aggravata ulteriormente nella notte tra il 28 e il 29 luglio 2015, a seguito dell'ennesimo black our avvenuto alla rete elettrica, che aveva interessato i Padiglioni Lancisi, Flaiani, Maroncelli e Cesalpino".