Roma

Da "quadro" Trenitalia a super dirigente Atac. Il miracolo Rango

Bufera sul capo del personale; interrogazione di Aracri al ministro Del Rio

Il caso Atac, i rapporti con Trenitalia e lo stipendio da favola del nuovo super capo del personale arrivano direttamente sul tavolo del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Del Rio.
E sull'avvocato Francesca Rango, si apre una nuova bufera. A sollevarla è il deputato forzista, Francesco Aracri, che ha presentato un'interrogazione urgente "come atto ispettivo", per sapere una volta per tutte come si è consumato il miracolo che ha permesso ad un "quadro" di Trenitalia di diventare dirigente di Atac e nella posizione delicatissima di "capo del personale", transitando per la segreteria del Commissario straordinario Tronca, dove aveva il ruolo di controllore di Atac.

C'è di più. Secondo l'interrogante, il distacco dell'avvocato Rango da Trenitalia, "Atac spa avrebbe messo a disposizione di un dipendente di una società concorrente tutti i dati sensibili relativi al costo del lavoro e all'organizzazione aziendale, perciò questa circostanza rappresenterebbe una condizione incompatibile". E questo perché il passaggio della dottoressa Rango da Trenitalia al Comune e poi ad Atac, rafforzerebbe i rumors sull'interesse del Gruppo Ferrovie verso Atac, superando le evidenti incompatibilità evidenti che Aracri ben descrive nell'interrogazione: "Il distacco si sarebbe svolto in assenza di qualsivoglia riferimento normativo e, per il medesimo trasferimento, sussisterebbero gravi profili di incompatibilità, visto che l'avvocato Rango, in qualità di componente della segreteria tecnica del commissario straordinario, si sarebbe occupata direttamente di Atac SpA", si legge nell'interrogazione.

La conclusione sulla quale del Rio dovrà misurarsi è nella sintesi del documento. Il "volo pindarico" di quella che in Atac è stata già soprannominata la "nuova zarina", per via del decisionismo estremo che segna i suoi comportamenti, ipotizza un abuso d'ufficio, un possibile danno erariale, nonché anche l'ipotesi che il passaggio da un'azienda all'altra sia una "interposizione di manodopera".
Infine, l'accordo riservato tra Trenitalia e Atac che norma il raporto di lavoro della dottoressa Rango e che prevede, oltre allo stipendio ordinario previsto dal contratto, anche una "quota ad personam temporanea" netta di 4.400 euro, oltre a 5 buoni pasto settimanali da 5,83 euro ciascuno. Non è chiaro se l'ad personam si aggiunge ai 12 mila euro l'ordi che percepisce ogni mese, oppure dovranno essere sommati. Su questo Atac dovrà rispondere al Comune e in seconda battuta al ministro dei Trasporti.

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