Roma

Di Maio chi? Da Pomigliano con furore, il primo libro sul premier in pectore

La prima biografia scritta da Picone, compagno di scuola del vicepresidente della Camera e deluso 5 Stelle

di Patrizio J. Macci

Da Pomigliano d’Arco con furore fino allo scranno più alto della Camera dei Deputati come vicepresidente, il più giovane nella storia della Repubblica. Con la candidatura a premier da parte del Movimento: “Uno più pronto del vice presidente della Camera all’interno dei 5 Stelle non c’è. Solo Beppe Grillo in persona potrebbe scalzarlo. Ma è un’ipotesi, questa, se non remota, quasi ritenuta impossibile”.

 


Così è riportato nella prima biografia di Luigi Di Maio, Di Maio chi? Vita, opere e missione del politico più "bersagliato" d'Italia uscita per i tipi di Aliberti. L’ha scritta Paolo Picone, giornalista e fondatore del primo meet up dei 5stelle nel cuore industriale della Campania (la “Stalingrado del Sud”) bruciando sul tempo anche Di Maio. Picone è una "fonte di primo livello” perché ha conosciuto il politico grillino da giovanissimo, essendo stato compagno di liceo classico di Di Maio. Ha ricostruito la carriera del giovane politico pentastellato dalla scuola fino all’arrivo nel Palazzo che avrebbe dovuto “aprire come una scatoletta di tonno”e alla sua attività istituzionale in Italia e all'Estero.

Hanno condiviso l’iniziale ardore politico ma Picone ha deciso di abbandonare il Movimento. Nonostante ciò il suo volume non ha traccia alcuna del livore e del risentimento che troppo spesso anima chi abbandona la politica, e si vendica scrivendo un libro. È una biografia “pane al pane, vino al vino”.

Un dna da missino
Anche Di Maio nasce con un padre militante di destra, prima nel Movimento Sociale e poi in Alleanza Nazionale, come il suo collega Alessandro Di Battista (il cui padre però si dichiara "fascista"). Serio e rigoroso tra i banchi di scuola si fa notare perché “monta e smonta e i computer”, da qui in poi la biografia procede come una cavalcata fino al Di Maio videomaker che si fa espellere dal consiglio comunale della sua città e che brucia letteralmente le tappe. Il giorno che viene eletto alla Camera non risponde al cellulare che squilla ininterrottamente per due giorni. Ha raggiunto la vetta ed è sotto choc.

L'elenco delle gaffe
Le sue gaffe istituzionali e gli errori dialettici nel libro sono elencati puntualmente: da Pinochet collocato in Venezuela, alla “lobby dei malati di cancro" evocata il 20 luglio 2016. L’attrito con Pirozzi sindaco di Amatrice (poi rientrato), la fotografia con il fratello di un pentito del clan dei Casalesi a sua volta sotto processo per disastro ambientale, con l’accusa di aver avvelenato il territorio della Terra dei fuochi, in particolare l’area tra Giugliano e Parete. La foto – riportava un quotidiano napoletano – era stata scattata il 2 novembre 2016 in un ristorante di proprietà della famiglia. Il continuo botta e risposta con alcuni esponenti del Pd (il Governatore De Luca in particolare).
Tutte sviste e inciampi corretti dopo pochi giorni e amplificati in maniera eccessiva dai media secondo i pentastellati, ma che hanno sollevato più di un dubbio sulla reale preparazione politica è capacità dei politici grillini.

Dulcis in fundo: lo psicologo Gallini
Manca nel testo solo l’ultimo scivolone micidiale in ordine temporale, quello dello “psicologo Gallini” citato al posto del sociologo Luciano Gallino scomparso recentemente, così come alcuni evidenti problemi con l’uso del congiuntivo orale e scritto. I sondaggi dicono che la sua figura è in continua ascesa, ma la realtà della politica racconta ben altro. È il candidato premier in pectore con un record assoluto: quello di politico italiano con il numero di gaffe che ha fatto più rumore dal giorno della sua elezione.