Roma

Disastro maltempo, il Comune ammette: "Serve squadra d'emergenza permanente"

La scoperta dell'assessore all'Ambiente Muraro: "Un'ora e mezza per raggiungere il Lungotevere"

L'assessore all'Ambiente Paola Muraro ammette quanto era da tempo sotto gli occhi di tutti: “Roma è grande, il clima è cambiato e quindi dobbiamo prevedere una squadra d'emergenza permanente”. Una soluzione inevitabile e molto attesa dai cittadini, che arriva dopo gli ultimi disastri e le morti provocate dal tornado e dalle piogge che si sono abbattute sulla Capitale.

“C'è voluta un'ora e mezza per far arrivare alcuni operatori sul Lungotevere e questo non è possibile, anche perché quando c'è allerta meteo lo sappiamo prima”, ha affermato Muraro.

Da Bologna ribatte il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti: “A Roma sono venuti giù gli alberi, abbiamo avuto una parte della città che si è allagata e questo non è dovuto a mancati interventi di dissesto idrogeologico, ma ad una mancata manutenzione della città”.

Dunque, Galletti sottolinea che non è competenza del Ministero assicurarsi della cura della città e rilancia la patata bollente a Raggi: “E' chiaro che noi andremo avanti con gli interventi di dissesto idrogeologico, ma - come abbiamo visto ieri - importante è anche la manutenzione a livello locale del territorio. Le città vanno mantenute e curate, dagli alberi ai tombini, fin nelle piccole cose che pero' servono ad evitare grandi tragedie”.

L'emergenza, però, non riguarda solo il maltempo, ma anche i rifiuti e Muraro lo sa bene. "Ho intenzione di incontrare Anac per alcune gare trasversali che riguardano Ama ma anche Multiservizi, per fare chiarezza e dare un servizio al cittadino". Ha proseguito l'assessore all'ambiente Murano davanti alla Commissione Trasparenza.

“Sulla differenziata vogliamo subito da Ama l'attivazione delle utenze non domestiche, che ci creano un danno, e che costituiscono oltre il 70%. L'indifferenziata deve calare e noi vogliamo stanare le utenze non censite ed arrivare al 100% di differenziata. Pensate - ha incalzato - che gli alberghi in centro storico non fanno la differenziata, e non essere partiti da qui è gravissimo. Secondo il contratto di servizio andava fatta su 31mila di queste utenze e nel monitoraggio di settembre Ama ne ha ufficialmente attivate 28mila. Il problema è che a Roma sono più di 200mila, perché molte non sono censite”.

L'evidenza del danno nel cuore artistico di Roma: “A piazza Navona, per esempio, ho dovuto obbligare Ama a mettere i sanzionatori fissi perché era invasa da sacchetti neri che sembravano non essere di nessuno”. E poi torna sull'impianto Ama di Rocca Cencia: “Qui si trattano 15 tonnellate al giorno e non 30, sapete perché? Perché manca il secondo turno di operatori. E sapete quanto costa poi mandare il rifiuto fuori? Questi sono meccanismi mafiosi, è qui che andava fatta la trasparenza", ha concluso l'assessore.

Sui rifiuti, anche l'ex ministro dell'Ambiente Clini “Il sindaco Raggi non ha responsabilità della gestione inefficiente dei rifiuti a Roma, che è il prodotto di cinquant’anni di malgoverno. Ciò che potrebbe fare, però, è chiedere alla Regione, che ha la responsabilità sulla questione, di accelerare tutte le procedure per l’autorizzazione della costruzione degli impianti necessari al riutilizzo dei rifiuti organici”.
“Sulla gestione dei rifiuti – ha aggiunto l’ex ministro – l’Italia è divisa a metà: il Nord è in una situazione di eccellenza, in linea con gli altri Paesi europei con una gestione basata su riciclo e recupero di energia, mentre l’Italia che va da Roma in giù è ancora orientata al modello della discarica, che rappresenta la peggiore soluzione possibile, peraltro in contrasto con la normativa europea”.

Clini torna sull'esigenza di avere impianti adeguati: “Nella Capitale il 50% dei rifiuti è costituito da frazione organica, che potrebbe essere usata come compost per produrre energia e invece non viene utilizzata perché da anni sono aperte procedure di autorizzazione di impianti. L’alternativa che hanno scelto a Roma, a Napoli e altre città del Sud è prendere questi rifiuti, impacchettarli e spedirli in Olanda, Austria e altri Paesi europei. Col risultato che, da un lato, svendiamo un patrimonio enorme di materia prima di energia e, dall’altro, che a Roma il costo di smaltimento rifiuti costa 3-4 volte in più di Milano e delle città avanzate”, ha concluso Clini.

 

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