Disoccupati, precari e cassaintegrati. Ripresa lontana: il Lazio ancora nel buio
Quasi 2 milioni di "nuovi" poveri, 330mila disoccupati, 450mila precari con una retribuzione non superiore e mille euro, 50mila cassintegrati, 800mila pensionati che vivono con meno di mille euro al mese, 210mila giovani che non studiano e non lavorano. I numeri da brivido disegnano la fotografia della crisi nel Lazio, che ancora non è affatto finita.
I dati, presentati da Cgil-Cisl e Uil sotto l'albero di Natale al Colosseo sono stati "inviati" simbolicamente alle istituzionali locali Regione Lazio, Anci Lazio e associazioni datoriali con le situazioni di crisi a Roma e provincia: da Latina e Frosinone a Rieti a Viterbo Civitavecchia, Roma. "Siamo qui perché vogliamo provare a raccontare la crisi reale, vissuta, rispetto a quella che viene raccontata da tante istituzioni a partire dal governo nazionale a quelle locali” hanno spiegato i rappresentanti sindacali. “La crisi che vivono le famiglie è fatta di tante aziende nel nostro territorio chiuse, con i lavoratori in cassa integrazione, con oltre 430mila precari, 330mila disoccupati, oltre 200mila giovani che non studiano e non lavorano. Questa iniziativa serve quindi a dire “Non vi distraete, non accontentiamoci dello 0 virgola qualcosa di ripresa” perché abbiamo perso nel Lazio oltre 5 punti di prodotto interno lordo dal 2009 ad oggi”.
“La lettera è indirizzata alla Regione, all'Anci, ai Comuni” ha detto il segretario generale Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino. “Bisogna subito definire una attualizzazione, una fattibilità del protocollo che avevamo sottoscritto con la Regione su sviluppo e occupazione, mettere insieme fondi europei, statali e regionali per sbloccare le opere. Bisogna, inoltre, rivedere tutta l'Irpef definendola in modo equo e progressivo e infine servono i patti anti-evasione e la contrattazione sociale".
Per Alberto Civica, segretario generale Uil Roma e Lazio "continuiamo a vedere un'Italia rappresentata dal presidente del Consiglio, da Zingaretti e dalla politica in generale come un'Italia che corre e dove va tutto bene. Ci sembrano tutte chiacchiere. Sembra che incontriamo solo noi quelli che vengono licenziati, i cassaintegrati, le aziende in crisi, chi ha problemi con la sanità e non riesce ad avere le giuste prestazioni. Ci sono due mondi, due realtà: una virtuale che raccontano loro e una reale, quella con cui noi combattiamo tutti i giorni. Le soluzioni? Sempre le stesse: se non si investono risorse, non ci sarà nuova occupazione, se non si fanno investimenti. Questa teoria per cui diminuendo i diritti e diminuendo il costo del lavoro i posti di lavoro si creano da soli, é una teoria che ha dimostrato tutto il suo fallimento".
Dello stesso tenore anche il commento del segretario generale Cisl Lazio, Andrea Cuccello: "Allo stato attuale non vediamo grandi presupposti per uscire dalla crisi. L'Istat prima di Natale ha pubblicato dei dati sullo sviluppo del Lazio nei quali intravedeva un miglioramento ma con numeri millesimali. La Regione è entrata in un tunnel nel 2008 e da allora abbiamo perso 80 miliardi di euro di Pil, le famiglie hanno perso potere d'acquisto, le aziende continuano a chiudere e non abbiamo visto decisioni anticicliche da parte della politica regionale e nazionale. Siamo qui per aprire una discussione forte sulle possibili soluzioni alle quali come Cgil Cisl e Uil siamo pronti a dare il nostro contributo".