Roma

Dopo il rogo è incubo sicurezza all'aeroporto di Fiumicino. Adr vuole dimezzare i voli. No dell'Enac

"Aeroporti di Roma ha chiesto all’Enac di ridurre l’operatività aeroportuale del Leonardo da Vinci al 60%". Lo comunica, Adr, la società che gestisce il principale aeroporto italiano dopo la diffusione dei dati che proverebbero la presenza di alti livelli di inquinanti nell'aria del Terminal 3 devastato da un incendio il 7 maggio scorso. 

Tuttavia l’Enac ha deciso di mantenere la riduzione della capacità operativa dell’Aeroporto di Roma Fiumicino allocata all'80% come attualmente previsto dopo che il 27 maggio gli agenti della Polaria avevano posto sotto sequestro il molo D del Terminal 3   dopo l'apertura del nuovo fascicolo da parte della Procura di Civitavecchia.

Il campanello d'allarme era suonato subito dopo la diffusione dei risultati delle analisi effettuate dall'Agenzia Regionale per l'ambiente che ha comunicato alla Asl di competenza la presenza in quantità rilevanti di sostanze tossiche, tra cui diossina, Pcb e furbani. L'istituto superiore di sanità, operando di supporto alla Asl Roma D, sulla valutazione dei risultati di campionamento effettuati da Arpa Lazio durante 4 giorni di monitoraggio, ha comunque escluso che i livelli di PM10 e diossine possano produrre un rischio sanitario.

Servono tuttavia nuove analisi e restano comunque i sigilli posti dai magistrati al molo riaperto il 18 maggio scorso ma anche alla sala operativa della polizia che opera all'aeroporto. La riapertura dell'area era stata disposta "dopo una riunione tenutasi presso la sede della Direzione Sistema Aeroporti Lazio dell'Enac che aveva coinvolto tutti gli attori aeroportuali ed un rappresentante della Asl Roma D, che ha dato il via libera alla riapertura dell'area non riscontrando alcun rischio per la salute di lavoratori e passeggeri.

La procura di Civitavecchia vuole vederci chiaro ed effettuare ulteriori e approfondite analisi nell'area ora tornata off-lmits. Intanto è finito nel registro degli indagati il nome di un dirigente dell'Azienda sanitaria, insieme a quello dell'amministratore delegato di AdR: abuso d'ufficio per non essere intervenuto a tutela e nel rispetto dello statuto dei lavoratori, e violazione della normativa sulla sicurezza i reati ipotizzati dagli inquirenti.
Parallelamente prosegue l'inchiesta per incendio colposo, che vede iscritti nel registro degli indagati quattro operai addetti alla manutenzione e il coordinatore degli impianti tecnici.