Roma

Droga a Roma: scardinata l'onorata società 'Ndrangheta-Camorra: 33 arresti

Clan calabresi e campani di dividono la piazza romana dello spaccio: 33 aresti tra Roma, Napoli, Cagliari, Oristano, Reggio Calabria e Varese e in Spagna

Droga a Roma: incredibile davvero ma la piazza di spaccio più grande d'Italia aveva portato all'alleanza tra 'Ndrangheta e Camorra che si rifornivano insieme in Spagna. In manette 33 persone, sequestrati beni per 1 mln di euro.

Dalle prime luci dell’alba, in Roma e nelle province di Napoli, Cagliari, Oristano, Reggio Calabria, Varese nonché in territorio spagnolo, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti e della Guardia Civil in Spagna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 33 persone indagate, a diverso titolo, per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, aggravate dall’uso delle armi.

Il provvedimento restrittivo si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nell’ambito di un’indagine, denominata convenzionalmente “Akhua”,  che ha consentito di accertare l’operatività di due distinte consorterie criminali dedite al narcotraffico, capeggiate l’una da Polito Vincenzo e Filippone Francesco e l’altra dai fratelli Esposito Genny e Salvatore, tra loro interconnesse dalla mutua assistenza nello specifico settore.

Nella circostanza, è stato documentato che Polito Vincenzo, in collaborazione con Filippone Francesco, dirigeva una strutturata organizzazione criminale dedita al traffico di ingentissimi quantitativi di sostanze stupefacenti [cocaina e hashish] sulla tratta Roma-Cagliari e collaborava, per ottenere i propri illegali profitti, con i fratelli Esposito, membri di vertice dell’altra associazione pure finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Come riscontrato anche dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, l’organizzazione criminale diretta dai componenti della famiglia Esposito acquisiva dal Polito parte dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio da loro controllate nella zona nord est della Capitale.

In particolare, le indagini condotte sul conto di Polito Vincenzo hanno permesso di accertare che questi inviava periodicamente ingenti quantitativi di narcotico – in una circostanza è stata accertata la cessione di 21 kg di cocaina - a Zedde Luca il quale, a capo di un’organizzazione criminale sarda, acquistava lo stupefacente e versava quanto dovuto al medesimo Polito Vincenzo per il tramite del sodale Fenu Francesco.

L’attività di narcotraffico e di recupero crediti veniva curata, sotto la direzione di Polito Vincenzo, dai fratelli Giannini Marco e Milko, i quali, a loro volta, si avvalevano nelle varie illecite attività di Pacini Mirko, Ronelli Andrea, Tomassi Giuseppe, Corsano Davide, Fasciano Antonietta, Aleandri Massimiliano, Buggini Massimo, Forti Sandro, Tinti Mirko e Manes Monica.

Le risultanze investigative emerse sull’associazione dei fratelli Esposito, figli di Luigi, alias “Gigino nacchella”, già esponente di spicco del clan Licciardi operante nel quartiere Secondigliano di Napoli, federato alla più nota alleanza di Secondigliano, oltre ad acclarare i rapporti tra i principali sodali dell’organizzazione e la loro compartecipazione alle attività di narcotraffico, hanno consentito di individuare un appartamento, situato nel quartiere capitolino di San Basilio, predisposto per lo stoccaggio e la distribuzione delle ingenti partite di cocaina, hashish e marijuana che l’organizzazione gestiva per effettuare le consegne giornaliere al proprio circuito relazionale. Tale abitazione, luogo di stoccaggio dello stupefacente nella disponibilità dei fratelli Esposito, veniva gestito dai campani Rispoli Giovanni e Ciotola Francesco, e sorvegliata costantemente dal correo Spezzaferro Alessandro, il quale aveva fittiziamente intestato il contratto di locazione ad un soggetto ignaro della vicenda delittuosa. 

Nel corso dell’indagine erano stati arrestati in flagranza di reato Tecchio Antonio e Ciotola Francesco i quali trasportavano, per conto del sodalizio, 200 grammi di cocaina celati all’interno dell’autovettura Q3 con targa tedesca locata dalla “Revolution Car s.r.l.s.”, società sottoposta a sequestro preventivo, fittiziamente intestata a Romeo Mirko, ma di fatto gestita ed amministrata da Celano Luigi e Celano Dino, soggetti inseriti nel circuito dei fratelli Esposito.

L’attività investigativa ha consentito di arrestare 13 persone in flagranza di reato e sequestrare complessivamente circa 3 kg. di cocaina, 72 kg. di marijuana, 55 kg. di hashish, 10 kg. di esplosivo, 1 fucile cal. 12, 1 revolver a salve modificato, 3 carabine, 1.648cartucce [cal. 9X19, 9X21 e 347] e la somma contante di 30.000 euro.

Contestualmente, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo la misura cautelare della sospensione dal pubblico ufficio nei confronti di un Ispettore della Polizia di Stato, in servizio nella Capitale, responsabile di aver effettuato accertamenti in Banca Dati SDI per agevolare le attività illecite del sodalizio investigato [ex art. 615 ter, co. 1 e 2 nr. 1 e 3 c.p.], nonché un sequestro preventivo, emesso dal medesimo G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A. di Roma, riguardante beni utilizzati per la commissione dei reati o comunque acquisiti con proventi illeciti per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.

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