Roma
"E' il derby del caos e degli errori". L'ex prefetto: "Giocare alle 18 non serve"
Non voglio esprimere giudizi esagerati ma voglio allo stesso tempo essere chiaro: nella gestione di eventi sportivi importanti, come il derby di ieri, credo si possa, anzi si debba fare di meglio”. Così Achille Serra, ex Prefetto di Roma, intervenendo ai microfoni di Radio Roma Capitale, nella trasmissione condotta da Paolo Cento.
“Il fatto che gli scontri puntualmente avvengano nella zona di Ponte Milvio lo sanno tutti - aggiunge Serra - quindi bisognerebbe prenderne atto e cercare di evitare questi disordini. Inoltre nella gestione del traffico e dell’afflusso e deflusso degli spettatori, considerando anche la Finale di Coppa Italia di mercoledì scorso, la polizia municipale dovrebbe essere molto più elastica nel gestire i divieti di accesso e le chiusure al traffico. Così diventa complicato e si creano disagi ai lavoratori e ai tifosi che vanno allo stadio, che si trovano coinvolti in un traffico non congestionato, ma completamente bloccato”.
Ma l'attacco più duro è sulle norme che disciplinano l'orario delle partite a rischi: “Il rinvio al lunedì rimane scelta a mio modo di vedere incomprensibile. E poi sfatiamo il mito dell’orario di inizio dei derby, perché giocare alle 18 vuol dire che poi il post-gara va gestito di sera. Inoltre gli ultimi derby giocati di pomeriggio non hanno impedito il manifestarsi di scontri e episodi di violenza, quindi sfatiamo il mito che giocare con la luce del giorno sia meglio per la gestione dell’ordine pubblico”.
L'ex prefetto Serra parla poi della rissa tra tifosi con i due ultras romanisti finiti in ospedale dopo essere stati accoltellati: "Un fatto drammatico che crea un danno d’immagine enorme per la città per colpa di 4 delinquenti sconsiderati. In altre città avviene molto di peggio, ma rimane il fatto che si parla di questi episodi vergognosi e incresciosi di Roma”.
Tra le soluzioni consigliate dal ex Prefetto quello di porre i delinquenti davanti ad un magistrato per un giudizio immediato: "Non è vero che non si individuano mai questi delinquenti, ma anche quando si trovano, in Italia trionfa il cavillo, e non la certezza della pena. Nei paesi occidentali e democratici avviene questo, il violento viene immediatamente preso e portato davanti al magistrato che è di turno nello stadio, e che può giudicarlo e eventualmente condannarlo”.