Roma

Expo 2030, Roma a caccia di voti per la vittoria su Riad: Africa decisiva

Per la assicurarsi la vittoria necessari almeno 20 voti del continente africano: emissari e diplomatici in fermento per la volata finale

Una caccia all'ultimo voto. Per vincere la sfida finale che deciderà dove si dovrà svolgere l'Expo del 2030. In finale Roma e Riad. Per battere Riad, la Capitale ha bisogno di almeno 20 voti dell'Africa, il continente ancora più incerto. La sfida è aperta.

Diplomazia in fermento

"Novembre non è poi così lontano. Questo è il momento di agire". Alfredo Cestari è un ingegnere napoletano a capo di un Gruppospecializzato nella consulenza specializzata nei finanziamentiitaliani ed esteri, nei programmi di cooperazione internazionale enegli studi di fattibilità tecnica ed economica. Ma è anche, dal 2004,presidente della Camera di Commercio ItalAfrica: "Se Roma - dice Cestari- vuole davvero ospitare Expo 2030 non può prescindere dai 54 voti del Continente nero. Ma ovviamente per ottenerli si devonoavviare, in queste settimane, diversi progetti di riqualificazione,utilizzando magari i fondi che l'Unione europea mette a disposizionedei Paesi terzi. Se si agisce in questo modo, le probabilità che laCapitale centri l'obiettivo". Un consiglio rivolto al Governo Meloni e frutto di un'esperienza ormaidecennale. Che è risultata determinante, nel 2008, per sancire lavittoria di Milano su Smirne: "Pochi mesi prima della votazione finale - ricorda Cestari - mi chiamarono Castellini Curiel e l'allora sindacodella città meneghina, Letizia Moratti, per chiedermi una mano perintercettare i consensi dei Paesi africani. Presi di corsa un aereoconsapevole che avrei dovuto basare ogni tipo di trattativa proponendoiniziative volte alla riqualificazione dei vari territori.

La strada seguita da Milano

Ne seguì unfitto carteggio epistolare con Burundi, Sao Tomè e Principe, Rwanda,Gabon, Congo, Madagascar, Somalia e Liberia. Il lavoro diede i proprifrutti perché quando, il 31 marzo 2008, ci fu il voto definitivo 17Paesi del Continente nero cambiarono idea e invece di dare il proprioconsenso alla favoritissima Smirne scelsero noi, ribaltando così ognitipo di previsione".Una strategia che oggi diventa nuovamente attuale: "Di mesi ora neabbiamo di più -spiega Cestari- ma non bisogna perdere ulterioretempo. I Governi dei Paesi africani, dove la burocrazia è decisamentepiù snella, cercano partner per migliorare la vita delle propriecomunità. Cercano insomma progetti che prevedano la costruzione diospedali, la nascita di nuove infrastrutture, la possibilità di avere,in alcuni casi, l'energia elettrica utilizzando magari fontirinnovabili. Intravedo in tal senso un'opportunità importante che hacome obiettivo finale quello che Roma possa ospitare Expo 2030 ma chepuò avere come dirette beneficiarie anche le nostre imprese, quelledel sud in particolare. A cascata, aumenterebbero i livellioccupazionali per le nuove generazioni che oggi, diciamoci la veritànon hanno purtroppo grandi chance di trovare lavoro stabile".Per questo, Cestari invoca l'intervento del nostro Esecutivo perstringere accordi bilaterali e aprire nuovi cantieri: "Non è unaquestione di soldi -sottolinea- perché i fondi stanziati da Bruxellesper i Paesi terzi sono lì pronti a essere utilizzati. Serve un nuovoprotagonismo da parte del nostro Paese che aiuterebbe le impresemeridionali, creerebbe occupazione, in particolare giovanile, e, inparte, renderebbe i flussi migratori meno importanti rispetto a quantoinvece accade oggi. Una soluzione ideale sotto tanti punti di vistache alla fine, ne sono certo, porterebbe anche la Capitale a vincerela sua partita. Il meccanismo che porta all'assegnazione finale non èdel resto basato su criteri ponderati. Un Paese, un voto e, se questaè la realtà, la mano alzata del Burundi vale come quella degli StatiUniti. E quindi i 54 voti africani risultano essere davverodeterminanti. Dobbiamo spostarne a nostro favore una ventina".La corsa dunque è iniziata e volge lo sguardo all'area mediterranea.

Partita africana

"É lì - conclude Cestari- che si gioca la partita. Facendo seguito a unprogetto, "Sud, polo magnetico" con il quale, insieme ad altriimprenditori, intendiamo promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno arischio spopolamento con una serie di interventi di dimensioniimportanti nei settori dell'agricoltura, delle piccole e medieimprese, delle energie rinnovabili, delle infrastrutture e delturismo. Interventi, lo ripeto ancora una volta, che possono esserefinanziati con i fondi messi a disposizione dall'Ue. Se si lavora intal senso il Mediterraneo può diventare il baricentro del sistema discambi a livello internazionale e il nostro Meridione una porta dicomunicazione fra l'Europa, l'Africa e l'Oriente".

 

Expo 2030 Roma, tavolo permanente Governo-Comitato