Roma
Finta società sportiva, maxi frode da 7,3 mln al Fisco. Un romano la mente
Scoperta maxi frode al Fisco dalla Gdf di Pomezia. Sotto lo schermo sportivo vendevano pubblicità. Sequestro di beni da 7 mln di euro
Ufficialmente era una società di sport dilettantistico, in realtà nascondeva una società di capitali, con ricavi milionari per la vendita di spazi pubblicitari, strategicamente collocata a Pomezia ma sotto il controllo di un imprenditore romano. Insomma, una maxi truffa al Fisco.
La frode fiscale è stata scoperta dai Finanzieri del Comando Provinciale Roma che, a seguito di indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, hanno sequestrato beni mobili e immobili per un valore di oltre 4 milioni di euro nei confronti di una società sportiva dilettantistica e di 3 imprenditori, tutti con un ruolo attivo nella gestione dell’ente.
Le investigazioni, condotte dalla Compagnia di Pomezia sulla base degli elementi raccolti nel corso di una verifica fiscale, hanno fatto emergere che dietro la veste giuridica di Società sportiva dilettantistica si nascondeva, in realtà, una vera e propria società di capitali, con ricavi milionari derivanti prevalentemente dall’effettuazione di prestazioni pubblicitarie, riconducibile, di fatto, a un imprenditore romano apparentemente estraneo al contesto societario.
Finta società sportiva: il valore degli incassi sfuggiti alla tassazione
Sono state sottratte a tassazione somme pari a 7.350.000 euro. Inoltre, le Fiamme Gialle hanno scoperto il fraudolento trasferimento di ingenti provviste finanziarie, per oltre euro 1.750.000, al fine di impedire al Fisco la riscossione di quanto dovuto. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di omesso versamento delle imposte, omessa dichiarazione e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Nel corso delle indagini è altresì emerso che, al fine di ostacolare il recupero dei tributi evasi e di nascondere le responsabilità penali, l’ente è stato estinto per mezzo di una fusione. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri, condividendo le proposte formulate dalla Procura della Repubblica, ha emesso un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente” di disponibilità finanziarie e beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati situati a Pomezia, Roma, Teramo e Spoleto.