Roma
Fondi al cinema: la rivolta dei piccoli produttori
Cattleya, Groenlandia, Picomedia e Wildside chiedono che venga creata una rappresentanza di tutti i produttori indipendenti
I piccoli produttori si rivoltano contro il mondo del cinema e contro la gestione dei fondi. Cattleya, Groenlandia, Picomedia e Wildside vogliono infatti creare una rappresentanza di tutti i produttori indipendenti.
Secondo le quattro case, infatti, "in Italia la rappresentanza della produzione indipendente è frammentata e debole e non è in grado di far sentire la sua voce". I motivi sono sostanzialmente due: "In primo luogo - fanno sapere - la separazione fra produttori di cinema e produttori televisivi non corrisponde più alla realtà industriale e creativa attuale, in cui gli ambiti e le competenze sono fortemente connessi tra loro. Nell’Anica, inoltre, i produttori indipendenti - spiegano ancora - hanno ormai una posizione minore e diluita di fronte alla distribuzione e ai servizi media.
Le quattro società vogliono dunque creare "un’unica rappresentanza di tutti i produttori indipendenti, inclusiva e aperta, se possibile attraverso una trasformazione dell’Anica". Sono stati indicati i punti qualificanti di tale trasformazione al presidente dell’Unione Produttori Habib: "definizione dell’Unione produttori come primus Inter pares, con l’affidamento al suo presidente del ruolo di vicepresidente esecutivo dell’associazione. Ammissione all’Unione solo di società che rientrano nella definizione europea di produttore indipendente. Apertura immediata di una “costituente” della nuova unione con l’inclusione almeno dell’Apa (a cui le quattro società rivolgeranno il medesimo invito)".
Il presidente Habib ha ascoltato queste posizioni con apertura e consapevole della necessità di affrontare le questioni emerse con la massima celerità. In particolare si è indicata la necessità di verificare nel giro delle due prossime settimane la disponibilità dell’Associazione a intervenire sui propri statuti.