Roma
Forza Italia è come una maionese impazzita: lasciano 5 provinciali del Lazio
Via dal coordinamento provinciale Berteletti da Subiaco, Neocliti da Ardea, Ambrosio da Frascati, Paolucci da Grottaferrata e Ottavi da Agosta
Subiaco, Ardea, Frascati Grottaferrata e Agosta: anche in provincia di Roma Forza Italia è una maionese impazzita con 5 esponenti degli Azzurri che dicono addio al coordinamento provinciale.
Dopo i guai per il coordinamento romano di Davide Bordoni, l'uscita del capogruppo regionale Antonello Aurigemma e del consigliere Adriano Palozzi in polemica con il commissario regionale Claudio Fazzone, ora anche nella provincia il partito esplode. Via Matteo Berteletti da Subiaco, Raffaella Neocliti da Ardea, Mattia Ambrosio da Frascati, Gianluca Paolucci da Grottaferrata e Giovanni Ottavi da Agosta, per il coordinatore Alessandro Battilocchio si ape una stagione di problemi. E' come se dietro l'esodo in massa dal coordinamento (ma non dal partito) ci fosse un'unica regia che è riuscita a coagulare un dissenso che viene ben descritto nella lettera ai coordinatori e al presidente Silvio Berlusconi. “Negli ultimi anni - scrivono i 5 - abbiamo chiesto al partito più volte un cambio di passo, di aprirsi alla società civile, di permettere una vera partecipazione. Abbiamo sempre creduto nella sua possibilità di rilancio, difendendolo anche nei momenti più difficili. Oggi però ci rendiamo conto che l'esigenza di rinnovamento non è più rimandabile. A rischio c'è l'esistenza dell'area liberale, popolare e riformista del centrodestra, che si sta smarrendo a causa dell'assenza di una solida rappresentanza politica, ruolo centrale un tempo esercitato proprio da Forza Italia”.
E a proposito dei congressi-farsa, quelli controllati con il voto dei grandi elettori, aggiungono: ”Speravamo che i congressi, anche questi richiesti a gran voce da noi, potessero rappresentare l'inizio del cambiamento tanto caldeggiato. Non è stato così fin dal giorno del loro svolgimento. Più che partecipanti ad una sana competizione democratica, ci siamo sentiti ospiti in casa d'altri, quasi a creare fastidio più che ad essere considerati, a prescindere dal risultato finale, un valore aggiunto al confronto che si è tenuto, che, al contrario, si è rivelato un momento positivo e di crescita politica e culturale per tutti. Nonostante questo ci siamo comunque messi in discussione e, una volta eletti, ci siamo fatti trovare pronti a collaborare, sicuri che si potesse iniziare un serio percorso innovatore. Abbiamo trovato la tua disponibilità nel considerare le nostre posizioni, ma questo, oggi, non è più sufficiente. I coordinamenti, così come concepiti, non sono messi in condizione né di operare con efficienza, esautorati persino della mansione di rapportarsi con i quadri locali del partito per definire le alleanze elettorali nelle città del territorio di competenza, né di svolgere quel ruolo aggregativo e programmatico che dovrebbe invece costituire la loro missione principale”.
E a proposito del loro futuro politico chiariscono: ”Da domani ci aspetta una strada diversa, non priva di ostacoli. L'unica strada percorribile e capace di generare nuove speranze ed aspettative. Lavoreremo con umiltà affinché i valori, la visione e l'attenzione per i territori possano trovare il giusto riconoscimento in un contesto più aperto e moderno. Quello che, secondo noi, serve al centrodestra ed al nostro Paese”.
Infine, secondo i bene informati, in Regione Lazio si preparerebbe un ritorno in Forza Italia. Il figliol prodigo o come è stato definito “il grande traditore”, il vicepresidente Giuseppe Cangemi , sostenitore del Pd e di Zingaretti col patto d'Aula, dovrebbe rientrare nel partito. Dovrebbe seguirlo anche la condigliera Laura Cartaginese.
SCARICA E LEGGI IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA