Roma

Foto, cibo e danza: il ristorante vegetariano "Il Margutta" omaggia la Bausch

“Frammenti-Omaggio a Pina Bausch”, la mostra ospitata al “Il Margutta” di Roma. Un viaggio attraverso 44 foto di Ninni Romeo

di Maddalena Scarabottolo

A Roma, il connubio vincente di foto, cibo e danza è presentato al celebre ristorante vegetariano “Il Margutta”, fino all'11 maggio. Qui sarà ospitata la mostra fotografica di Ninni Romeo dedicata a Pina Bausch, regista e coreografa che ha rivoluzionato il teatro e la danza del Novecento.

 

“Frammenti-Omaggio a Pina Bausch” è una mostra voluta da Daniele Cipriani, impresario di danza e balletto dell’epoca contemporanea, curata dalla giornalista e photo editor Frédérique Deschamps e correlata dal testo di presentazione firmato dalla giornalista e scrittrice Leonetta Bentivoglio. Le opere fotografiche di Ninni Romeo sono 44 divise tra i ritratti di Pina Bausch e immagini dei vari spettacoli.

A dieci anni dalla scomparsa di questa icona della danza, la mostra vuole ripercorrere, grazie alle foto, alcuni degli spettacoli più importanti come “Le sacre du Printemps” del 1975, “il Cafè Müller” del 1978, il “Palermo Palermo” del 1989 fino all'ultimo “...como el musguito en la piedra, ay, sì, sì, sì...” del 2009.

La rivoluzione artistica di Pina Bausch, fondata sull'interesse per ogni minimo dettaglio dell'esistenza e sulla qualificazione di tutto ciò che va osservato, è presente in tutti gli scatti dell'esposizione. Lei stessa diceva che “le cose più belle, nella maggior parte dei casi, sono completamente nascoste. Vanno prese, curate e fate crescere piano piano”.

Questi concetti si sposano bene con le immagini realizzate da Ninni Romeo. Dalle foto si percepisce come la fotografa si ponga sempre in una posizione di rispetto nei confronti della danzatrice. La Bausch evita ogni effetto decorativo e ogni stereotipo ricercando invece la vera comunicazione infrangendo i cardini dell'estetica occidentale. Allo stesso modo Ninni non punta mai all'effetto e utilizzando le parole di Leonetta Bentivoglio “evita la visione levigata o patinata, inseguendo il battito d'ala, il respiro irregolare della vita”.

Nelle foto esposte tra un tavolo e l'altro, si percepisce come gli attori siano sempre ritratti in modo molto umano eliminando qualsiasi traccia di una messa in posa. Questo aspetto è ben visibile negli scatti dedicati alle due versioni di “Kontakthof”, il famoso spettacolo del Tanztheater di Wuppertal, che Bausch strutturò in due versioni, una per interpreti ultrasessantenni e un'altra per adolescenti. L'occhio di chi guarda rimane libero, non viene dirottato a forza verso un punto di fuga o verso il centro dell'immagine ma deve sempre optare per un punto di vista personale, deve sempre scegliere. Giustamente come asserisce Leonetta Bentivoglio queste “non sono foto di spettacoli ma momenti d'essere”. In queste opere si percepisce tutta la ricerca di Pina Bausch basata sull'espressione delle proprie emozioni e sentimenti. I gesti e i movimenti catturati sono quotidiani e non riconducibili a nessuna tecnica e a nessun preciso passo di danza. L'impostazione formale rimane in una sorta di zona d'ombra nella quale si può inserire la sensibilità univoca dello spettatore.

Fino all'11 maggio si deve quindi approfittare dell'opportunità offerta dal Margutta di coniugare un momento di piacere come quello dedicato al cibo a un istante di riflessione e sensibilità artistica.