Roma

Gualtieri perde il sonno, ex deposito Atac Bainsizza, danno erariale da 4 mln

La Giunta Gualtieri all'angolo dall'ex consigliere Davide Bordoni: "Se riacquista l'impianto saranno soldi pubblici sprecati"

Chiamatela vendetta dell'ex, oppure la zampata del vecchio e saggio politico: fuori dal Comune di Roma dove ha governato per anni, l'ex democristiano, ex forzista e ora legista Davide Bordoni, tiene in pugno il Campidoglio, il sindaco Gualtieri, l'assessore ai Trasporti Patanè e persino l'assessore al Bilancio Silvia Scozzese.

Tutti inchiodati e col fiato sospeso perché è evidente che se il Comune di Roma riacquisterà all'asta il deposito di piazza Bainsizza, scatterà inevitabilmente un'indagine della corte dei Conti per danno erariale. Uno spreco di denaro pubblico che Bordoni ha quantificato in 4 milioni di euro e che ricadranno interamente sulla Giunta Gualtieri.

La storia dell'alienazione salva Atac

Come tutto ciò che accade a Roma, anche la vicenda del deposito di piazza Bainsizza nel quartiere Prati, è un giallo giuridico amministrativo che parte dal debito monstre di Atac. Pur di salvare l'azienda dal fallimento, nel concordato preventivo accettato dal Tribunale fallimentare in vena di maglie larghe, viene inserita l'alienazione di una serie di immobili , tra cui il deposito di piazza Bainsizza, quello di piazza Ragusa e quello di San Paolo. Metri cubi preziosi che il Comune deve cedere pena il fallimento dell'azienda. Ma ogni immobile nasconde qualcosa, come il caso di piazza Bainsizza, dichiarato immobile di interesse storico dal Mibac.

Tralasciamo gli atti compiuti dalla Giunta Raggi in piena campagna elettorale e vediamo come il team di Roberto Gualtieri ha gestito l'ultima parte della vicenda dopo l'aggiudicazione dell'asta del 23-24 novembre vinta dalla società Sant'Anna per 14 milioni di euro e spicci

Il 3 dicembre 2021 l’Assemblea Capitolina ribadisce l’interesse pubblico del Deposito e delibera di presentare, come previsto dal regolamento, un’offerta in aumento irrevocabile d’acquisto maggiorata del 10% rispetto al prezzo di aggiudicazione provvisoria (Del. 110 del 3/12/2021). Rilancia dunque con un’offerta pari a €15.763.000,00 (esclusa IVA al 22%) per un totale di €19.230.860,00.

ll 14 dicembre 2021 presso il Notaio Basile si apre asta competitiva, con rilanci minimi di €50.000, con base di partenza a €15.763.000,00, prezzo offerto dal Comune di Roma per la riapertura dell’asta. La società la Società S. Anna per la Famiglia risulta aggiudicataria del complesso per una somma pari a €16.363.000,00.

E ora la serie di quelli che l'ex consigliere Davide Bordoni, considera “errori”

davide bordoni lega
 

“Il primo errore è stato partecipare all’asta, aumentando così, di fatto, il valore dell’offerta d’asta e determinando già un primo scollamento rispetto all’offerta minima della base d’asta. Il secondo errore, è stato rilanciare – come consentito dalla procedura di gara – del 10% rispetto al prezzo di aggiudicazione provvisoria dell’asta. Se il Comune di Roma insistesse nella richiesta di esercitare il diritto di prelazione del complesso immobiliare si configurerebbe in maniera inequivocabile un danno erariale, in questo caso della perdita tangibile di denaro pubblico".

I conti dell'ipotesi di danno erariale

"Se il comune non avesse partecipato alle due aste, avrebbe potuto esercitare la prelazione al prezzo di € 13.170.000,00 il prezzo a cui la S.Anna si sarebbe aggiudicato l’immobile. A questo prezzo si sarebbe aggiunta l’IVA, tasse e mediazione e il Comune avrebbe speso in totale €16.719.315,00 - continua Bordoni - Esercitando ora la prelazione al prezzo di €16.363.000,17 sommando i vari costi di IVA 3.599.860,04 + 654.520 imposta ipotecaria nella misura del 3% e ad imposta catastale nella misura dell'1% + 189.646,56 di mediazione (0,95 % dell’importo + iva) il comune spenderà 20.807.027 euro con una differenza di oltre €.4.000.000,00".

Il danno erariale è servito e i magistrati della Corte dei Conti non dovranno faticare molto per aprire e chiudere l'istruttoria. “Sarebbe bastato esercitare il diritto di prelazione al primo incanto” conclude Bordoni – invece non è stato fatto”.

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