Roma
Guido Casamonica è un uomo povero. La Finanza gli confisca beni per 4 mln
Per la Finanza Guido Casamonica ha reinvestito proventi del crimine in appartamenti anche abusivi. La confisca è definitiva
Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca su fabbricati, terreni e un autoveicolo per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro relativi a Guido Casamonica, nato nel 1975, appartenente all’omonima famiglia di etnia rom, già arrestato nel 2010.
In dettaglio, i beni definitivamente confiscati sono 15 immobili e 10 terreni, che si trovano fra Roma e Marino, 1 autoveicolo. Il provvedimento è scaturito dopo la denuncia di un artigiano di origini iraniane titolare di un’azienda attiva nella lavorazione del marmo, aggredito per aver richiesto il compenso di lavori eseguiti presso la sua abitazione e per essersi rifiutato di consegnare 10 capitelli romani, non essendogli stato corrisposto il compenso dovuto.Tra i beni confiscati spicca proprio la lussuosa villa in zona Borghesiana, del valore di circa 700.000 euro, dove i capitelli dovevano essere collocati.
L’operazione costituisce l’epilogo di indagini patrimoniali, eseguite dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, che hanno permesso di ricostruire il curriculum criminale, nonché di accertare come i beni nella sua diretta o indiretta titolarità non trovassero giustificazione nei modesti redditi dichiarati.In particolare, si legge in una nota, le investigazioni hanno consentito di riscontrare come Casamonica fosse dedito ad attività delinquenziali di varia natura, evidenziando una personalità violenta e prevaricatrice, i cui proventi sono stati “reimpiegati” nel tempo in investimenti immobiliari, anche mediante la costruzione di appartamenti in spregio alle norme in materia edilizia e di sicurezza.La sproporzione tra le ricchezze possedute e la capacità reddituale, unitamente alla “pericolosità sociale” del protagonista della vicenda, hanno consentito di pervenire, dapprima, al sequestro dei predetti beni, eseguito nel 2016 e, poi, alla confisca di I grado nel 2017.